Quando si dice “piove sul bagnato”, significa che i guai non hanno limiti e gli effetti negativi si susseguono, accumulandosi inesorabilmente. E se il malcapitato di turno è questa volta un fiore? Una semplice pianta erbacea venuta da lontano (Messico ed America centrale) a cercare fortuna in Europa, come la zinnia? I “guai” La zinnia (Zinnia elegans) è da tutti apprezzata ed utilizzata in giardino o sul balcone per le abbondanti e colorate fioriture estive. Accade a volte che alcune “avversità” la prendano di mira, compromettendone lo sviluppo e la bellezza di foglie e fiori, fino a causarne la morte prematura. Il primo “guaio” si chiama Frankliniella occidentalis, un fastidioso tripide venuto dalle Hawaii per diventare purtroppo famoso in Europa. Quest’insetto si nutre del contenuto cellulare di fiori, foglie e germogli e, per farlo, inietta la propria saliva in modo da pre-digerire il pasto: le parti vegetali acquistano così una colorazione argentea. L’azione meccanica degli organi boccali del tripide è quindi di per sé poco nociva, arrivando a ledere poche cellule dell’epidermide e del parenchima sottostante; è invece l’iniezione della saliva che genera reazioni tossiche, anche se l’alterazione più grave resta quella provocata dalle ferite di ovodeposizione da parte delle femmine. La zinnia infestata da tripidi mostra depigmentazioni e lesioni longitudinali sui petali, distruzione di stami e pistilli; distorsioni ed affastellamenti di steli e germogli; macchie irregolari e necrosi sulle foglie. Come se non bastasse, questo tripide è uno dei vettori preferenziali di TSWV, un virus distruttivo per ornamentali ed orticole. La combinazione F. occidentalis-TSWV è quindi fatale per la zinnia che inizia a manifestare sulle foglie macchiette rotondeggianti clorotiche, a volte talmente fitte da coinvolgere tutto il lembo, deformandolo; oppure, ampie anulature e lineature necrotiche. I fiori sono incompleti, con petali malformati e caratterizzati dalle decolorazioni argentee indotte dal tripide. Nell’arco di pochi giorni le belle zinnie avvizziscono e disseccano. Quando ci si accorge dei primi sintomi è tardi per fare qualcosa, anzi, sicuramente gli adulti alati del tripide, carichi di TSWV, si sono già spostati su altre piante sia autonomamente, sia trasportati dal vento. Eliminiamo quindi il prima possibile le zinnie malandate con il pane di terra, dato che le femmine dell’insetto hanno di sicuro provveduto a depositare le uova delle future generazioni nei tessuti vegetali e nel terreno.

M.G.Bellardi (2015). Zinnie ………un po’ “malconce”. GIARDINI, 274, 38-38.

Zinnie ………un po’ “malconce”

BELLARDI, MARIA GRAZIA
2015

Abstract

Quando si dice “piove sul bagnato”, significa che i guai non hanno limiti e gli effetti negativi si susseguono, accumulandosi inesorabilmente. E se il malcapitato di turno è questa volta un fiore? Una semplice pianta erbacea venuta da lontano (Messico ed America centrale) a cercare fortuna in Europa, come la zinnia? I “guai” La zinnia (Zinnia elegans) è da tutti apprezzata ed utilizzata in giardino o sul balcone per le abbondanti e colorate fioriture estive. Accade a volte che alcune “avversità” la prendano di mira, compromettendone lo sviluppo e la bellezza di foglie e fiori, fino a causarne la morte prematura. Il primo “guaio” si chiama Frankliniella occidentalis, un fastidioso tripide venuto dalle Hawaii per diventare purtroppo famoso in Europa. Quest’insetto si nutre del contenuto cellulare di fiori, foglie e germogli e, per farlo, inietta la propria saliva in modo da pre-digerire il pasto: le parti vegetali acquistano così una colorazione argentea. L’azione meccanica degli organi boccali del tripide è quindi di per sé poco nociva, arrivando a ledere poche cellule dell’epidermide e del parenchima sottostante; è invece l’iniezione della saliva che genera reazioni tossiche, anche se l’alterazione più grave resta quella provocata dalle ferite di ovodeposizione da parte delle femmine. La zinnia infestata da tripidi mostra depigmentazioni e lesioni longitudinali sui petali, distruzione di stami e pistilli; distorsioni ed affastellamenti di steli e germogli; macchie irregolari e necrosi sulle foglie. Come se non bastasse, questo tripide è uno dei vettori preferenziali di TSWV, un virus distruttivo per ornamentali ed orticole. La combinazione F. occidentalis-TSWV è quindi fatale per la zinnia che inizia a manifestare sulle foglie macchiette rotondeggianti clorotiche, a volte talmente fitte da coinvolgere tutto il lembo, deformandolo; oppure, ampie anulature e lineature necrotiche. I fiori sono incompleti, con petali malformati e caratterizzati dalle decolorazioni argentee indotte dal tripide. Nell’arco di pochi giorni le belle zinnie avvizziscono e disseccano. Quando ci si accorge dei primi sintomi è tardi per fare qualcosa, anzi, sicuramente gli adulti alati del tripide, carichi di TSWV, si sono già spostati su altre piante sia autonomamente, sia trasportati dal vento. Eliminiamo quindi il prima possibile le zinnie malandate con il pane di terra, dato che le femmine dell’insetto hanno di sicuro provveduto a depositare le uova delle future generazioni nei tessuti vegetali e nel terreno.
2015
M.G.Bellardi (2015). Zinnie ………un po’ “malconce”. GIARDINI, 274, 38-38.
M.G.Bellardi
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/501567
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact