Nel saggio intendo offrire un chiarimento sulla natura e sulle possibilità di ricerca offerte dalla comunicazione pro-sociale, intesa come una disciplina emergente tra le materie sociologiche. Dapprima ho sostenuto la tesi che l’identità della disciplina, già variamente indicata da vari studiosi nell’essere orientata a scopi sociali, può meglio essere caratterizzata dalla finalità di accrescere la civicness di una società [§ 1]. Ciò richiede però l’adozione di un concetto, come quello di «capitale sociale», il quale non appartiene alla tradizione degli studi socio-comunicativi, e ciò implica uno sforzo per connettere, se non le teorie, almeno le semantiche in uso nelle discipline sociologiche, ad esempio politica sociale e sociologia della comunicazione [§ 2]. La circolarità sempre auspicabile tra teoria e applicazioni pratiche può stimolare poi la comunicazione pro-sociale in direzione operativa. Su questa strada si pone la questione se il capitale sociale possa crescere grazie all’ausilio delle nuove tecnologie della comunicazione; a tal fine nel saggio ho illustrato brevemente l’esperienza svolta nel biennio 2004-2005 dal Portale telematico per la comunicazione del terzo settore a Palermo, quale esempio delle potenzialità della comunicazione pro-sociale secondo la definizione qui proposta, ovvero del suo essere non solo una disciplina, ma pure una risorsa della e per la società civile [§ 3].
Martelli S. (2007). La comunicazione sociale: identità e buone pratiche di una disciplina emergente,. MILANO : Franco Angeli.
La comunicazione sociale: identità e buone pratiche di una disciplina emergente,
MARTELLI, STEFANO
2007
Abstract
Nel saggio intendo offrire un chiarimento sulla natura e sulle possibilità di ricerca offerte dalla comunicazione pro-sociale, intesa come una disciplina emergente tra le materie sociologiche. Dapprima ho sostenuto la tesi che l’identità della disciplina, già variamente indicata da vari studiosi nell’essere orientata a scopi sociali, può meglio essere caratterizzata dalla finalità di accrescere la civicness di una società [§ 1]. Ciò richiede però l’adozione di un concetto, come quello di «capitale sociale», il quale non appartiene alla tradizione degli studi socio-comunicativi, e ciò implica uno sforzo per connettere, se non le teorie, almeno le semantiche in uso nelle discipline sociologiche, ad esempio politica sociale e sociologia della comunicazione [§ 2]. La circolarità sempre auspicabile tra teoria e applicazioni pratiche può stimolare poi la comunicazione pro-sociale in direzione operativa. Su questa strada si pone la questione se il capitale sociale possa crescere grazie all’ausilio delle nuove tecnologie della comunicazione; a tal fine nel saggio ho illustrato brevemente l’esperienza svolta nel biennio 2004-2005 dal Portale telematico per la comunicazione del terzo settore a Palermo, quale esempio delle potenzialità della comunicazione pro-sociale secondo la definizione qui proposta, ovvero del suo essere non solo una disciplina, ma pure una risorsa della e per la società civile [§ 3].I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.