Il margine interno del Supramonte costiero (Sardegna centro-orientale) è orlato dall’affioramento di graniti e/o filladi appartenenti al basamento paleozoico, messi a nudo dalle dislocazioni terziarie e dall’erosione delle coperture giurassiche. Questa successione sedimentaria è costituita alla base da livelli di argille, marne, conglomerati e sabbie di spessore variabile (generalmente qualche metro), seguita da dolomie sabbiose che diventano progressivamente più carbonatiche (Formazione di Dorgali). Nel settore centro-occidentale dell’altopiano (zona di Marghine – Su Canale) si sviluppano alcuni sistemi carsici allineati lungo il contatto tra i litotipi cristallini e quelli carbonatici. Con i loro piccoli corsi d’acqua, questi reticoli sotterranei drenano gli apporti allogenici di modeste depressioni, impostate sul basamento impermeabile. La tipica morfologia delle grotte è caratterizzata dall’assenza di superfici di dissoluzione e dalla presenza di ampi vuoti che aumentano le loro dimensioni in profondità, con volumi che la ricarica disponibile non sembrerebbe giustificare. Il soffitto è generalmente piatto e relativamente basso, mentre il pavimento è mascherato dall’accumulo di depositi graviclastici. Parte di questi ambienti vadosi sono a volte sviluppati per diversi metri dentro le rocce insolubili del basamento e in alcuni casi i passaggi sono completamente scavati nei graniti o nelle rocce metamorfiche. L’analisi mineralogica dei prodotti di alterazione al contatto tra le rocce paleozoiche e i sedimenti mesozoici ha rivelato la presenza di tipici minerali secondari prodotti dall’idrolisi dei silicati quali montmorillonite, caolinite e clorite. La speleogenesi di questi sistemi carsici può quindi essere spiegata con una prima fase dissolutiva del cemento carbonatico degli strati basali di dolomia sabbiosa. Questo stadio origina un materiale sciolto che può essere facilmente asportato dall’erosione esercitata dalle acque correnti e, una volta raggiunte le dimensioni critiche del vuoto, la successiva formazione della grotta avviene molto rapidamente portando ad ambienti ampi in poche migliaia di anni.
Speleogenesi nelle dolomie della Formazione di Dorgali (Sardegna centro orientale)
DE WAELE, JO HILAIRE AGNES
2015
Abstract
Il margine interno del Supramonte costiero (Sardegna centro-orientale) è orlato dall’affioramento di graniti e/o filladi appartenenti al basamento paleozoico, messi a nudo dalle dislocazioni terziarie e dall’erosione delle coperture giurassiche. Questa successione sedimentaria è costituita alla base da livelli di argille, marne, conglomerati e sabbie di spessore variabile (generalmente qualche metro), seguita da dolomie sabbiose che diventano progressivamente più carbonatiche (Formazione di Dorgali). Nel settore centro-occidentale dell’altopiano (zona di Marghine – Su Canale) si sviluppano alcuni sistemi carsici allineati lungo il contatto tra i litotipi cristallini e quelli carbonatici. Con i loro piccoli corsi d’acqua, questi reticoli sotterranei drenano gli apporti allogenici di modeste depressioni, impostate sul basamento impermeabile. La tipica morfologia delle grotte è caratterizzata dall’assenza di superfici di dissoluzione e dalla presenza di ampi vuoti che aumentano le loro dimensioni in profondità, con volumi che la ricarica disponibile non sembrerebbe giustificare. Il soffitto è generalmente piatto e relativamente basso, mentre il pavimento è mascherato dall’accumulo di depositi graviclastici. Parte di questi ambienti vadosi sono a volte sviluppati per diversi metri dentro le rocce insolubili del basamento e in alcuni casi i passaggi sono completamente scavati nei graniti o nelle rocce metamorfiche. L’analisi mineralogica dei prodotti di alterazione al contatto tra le rocce paleozoiche e i sedimenti mesozoici ha rivelato la presenza di tipici minerali secondari prodotti dall’idrolisi dei silicati quali montmorillonite, caolinite e clorite. La speleogenesi di questi sistemi carsici può quindi essere spiegata con una prima fase dissolutiva del cemento carbonatico degli strati basali di dolomia sabbiosa. Questo stadio origina un materiale sciolto che può essere facilmente asportato dall’erosione esercitata dalle acque correnti e, una volta raggiunte le dimensioni critiche del vuoto, la successiva formazione della grotta avviene molto rapidamente portando ad ambienti ampi in poche migliaia di anni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.