L'autore compie uno studio e una nuova lettura del Codex XV (13) della Biblioteca Capitolare di Verona, contenente, come è noto, il testo delle Istituzioni di Gaio, l'unica opera del diritto classico romano giunta a noi quasi interamente senza il filtro operato dall'intervento dei Compilatori giustinianei. La ricerca in questione mira, da un lato, al recupero delle parti, finora considerate indecifrabili, del Palinsesto Veronese, dall'altro, alla realizzazione di una nuova edizione critica delle Istituzioni di Gaio. Il modernissimo metodo di acquisizione e successiva elaborazione delle immagini digitali, al fine di separare e recuperare le diverse scritture sovrapposte, permette di non incorrere nei gravi inconvenienti delle tecniche invasive utilizzate dai paleografi del secolo XIX. Mediante l'utilizzazione di avanzatissime tecnologie, in costante perfezionamento, e con la creazione di nuove apparecchiature fotografiche multispettrali appositamente concepite, si sta sottoponendo ad esame l'intero codice al fine di realizzare una nuova rilettura delle Institutiones. Lo “strato” di scrittura sottostante il testo attuale del codice, talora di impossibile o difficile decifrazione ad occhio nudo e alla luce naturale, viene recuperato per mezzo di un complesso processo di acquisizione in forma di immagini digitali (caso per caso, si applicano diverse metodiche, che vanno dalla fotografia multispettrale alla scansione ad altissima risoluzione) e tramite un successivo editing delle stesse. La scriptura prior in onciale ha un altezza di pochi millimetri e la ritrazione ed elaborazione dell'immagine del testo gaiano, nascosto da una o due scritture successive e dall'annerimento della pergamena, vanno spesso eseguite lettera per lettera, interpretando i lacerti di inchiostro in base alla consuetudine dello specifico modus scribendi dell'amanuense oltre che alla conoscenza delle abbreviazioni dell'onciale. A titolo di esempio dei risultati che la ricerca può conseguire, si presenta la risposta alla vexata quaestio della nota lacuna di Gai 2, 95 (folium 86v), relativa all'acquisto del possesso per procuratorem, che l'esame paleografico con i nuovi metodi ha consentito di dare.
F. Briguglio (2007). «Gaio Ritrovato». Le «pagine scomparse» nel Codice Veronese delle Institutiones.
«Gaio Ritrovato». Le «pagine scomparse» nel Codice Veronese delle Institutiones
BRIGUGLIO, FILIPPO
2007
Abstract
L'autore compie uno studio e una nuova lettura del Codex XV (13) della Biblioteca Capitolare di Verona, contenente, come è noto, il testo delle Istituzioni di Gaio, l'unica opera del diritto classico romano giunta a noi quasi interamente senza il filtro operato dall'intervento dei Compilatori giustinianei. La ricerca in questione mira, da un lato, al recupero delle parti, finora considerate indecifrabili, del Palinsesto Veronese, dall'altro, alla realizzazione di una nuova edizione critica delle Istituzioni di Gaio. Il modernissimo metodo di acquisizione e successiva elaborazione delle immagini digitali, al fine di separare e recuperare le diverse scritture sovrapposte, permette di non incorrere nei gravi inconvenienti delle tecniche invasive utilizzate dai paleografi del secolo XIX. Mediante l'utilizzazione di avanzatissime tecnologie, in costante perfezionamento, e con la creazione di nuove apparecchiature fotografiche multispettrali appositamente concepite, si sta sottoponendo ad esame l'intero codice al fine di realizzare una nuova rilettura delle Institutiones. Lo “strato” di scrittura sottostante il testo attuale del codice, talora di impossibile o difficile decifrazione ad occhio nudo e alla luce naturale, viene recuperato per mezzo di un complesso processo di acquisizione in forma di immagini digitali (caso per caso, si applicano diverse metodiche, che vanno dalla fotografia multispettrale alla scansione ad altissima risoluzione) e tramite un successivo editing delle stesse. La scriptura prior in onciale ha un altezza di pochi millimetri e la ritrazione ed elaborazione dell'immagine del testo gaiano, nascosto da una o due scritture successive e dall'annerimento della pergamena, vanno spesso eseguite lettera per lettera, interpretando i lacerti di inchiostro in base alla consuetudine dello specifico modus scribendi dell'amanuense oltre che alla conoscenza delle abbreviazioni dell'onciale. A titolo di esempio dei risultati che la ricerca può conseguire, si presenta la risposta alla vexata quaestio della nota lacuna di Gai 2, 95 (folium 86v), relativa all'acquisto del possesso per procuratorem, che l'esame paleografico con i nuovi metodi ha consentito di dare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.