Le proprietà antimicrobiche degli oli essenziali (OE) sono note da tempo e in passato molte sono state le rassegne riguardanti le proprietà antimicrobiche delle spezie, ma il recente interesse per il cosiddetto “consumismo verde”, caratterizzato dalla tendenza a ridurre il più possibile gli additivi alimentari sintetici e ad impiegare prodotti a più basso impatto ambientale, ha determinato un rinnovato interesse scientifico per queste sostanze. Inoltre, nel campo della sanità pubblica, si registra un crescente interesse per la sicurezza alimentare anche in considerazione del fatto che nei Paesi industrializzati ogni anno circa il 30% delle persone soffre a causa di malattie alimentari. Da qui la necessità di trovare nuovi metodi per ridurre o eliminare patogeni presenti negli alimenti possibilmente in combinazione con i metodi già esistenti come prevede il principio di combinazione dei trattamenti. Le proprietà antimicrobiche degli OE è stata dimostrata anche nei confronti di importati patogeni vegetali. Tuttavia, per quanto riguarda la lotta alle malattie delle piante causate da batteri fitopatogeni, ad eccezione dei composti di rame ad azione puramente preventiva, non sono attualmente disponibili agenti battericidi efficaci in grado di debellare una malattia batterica in atto nella pianta ospite oppure di contrastare la crescita di batteri endofiti in piante che risultano ancora asintomatiche. Quindi, la possibilità di somministrare alle piante dei composti naturali come OE per interferire e bloccare la crescita di batteri fitopatogeni rappresenterebbe un importante mezzo di lotta. In questo lavoro è stata valutata l’efficacia antimicrobica in vitro di OE ottenuti da piante di Monarda didyma e M. fistulosa nei confronti di due batteri fitopatogeni da quarantena: Pseudomonas syringae pv. actinidiae (Psa), l’agente causale del cancro batterico dell’actinidia, ed Erwinia amylovora (Ea), l’agente causale del colpo di fuoco delle Pomaceae. In base a studi precedenti sull’attività antimicrobica di timolo e carvacrolo sulla crescita di Ea in vitro è stata evidenziata una completa inibizione da parte dei due composti fenolici. Inoltre, gli studi effettuati in planta per testare l’ipotesi che timolo e carvacrolo potessero indurre resistenza nei confronti di Ea in piante di pero, non hanno escluso che a dosi estremamente basse, in particolare il timolo avesse indotto nella pianta ospite una protezione contro Ea, ma che il suo effetto non è stato sufficiente per bloccare la progressione del patogeno nei tessuti corticali. Pertanto, considerando che in base alla composizione degli oli estratti da Monarda spp., il timolo rappresenta uno dei componenti principali dell’OE, è sorto l’interesse per testare il loro effetto nei confronti di Psa ed Ea. In questo studio, l’olio essenziale estratto nel 2003 da M. fistulosa (proveniente da impianti di Villazzano, Trento) è stato usato come olio di riferimento, mentre gli oli ottenuti negli anni 2010 e 2011 (sempre da M. fistulosa, coltivata nel “Giardino delle Erbe” di Casola Valsenio, Ravenna) e, nel 2012, da M. dydima e da M. fistulosa (1° anno del Progetto) sono stati usati in diverse concentrazioni per verificarne l’efficacia antimicrobica in vitro nei confronti dei due batteri fitopatogeni Gram-negativi. Gli oli estratti da entrambe le specie di Monarda sono stati in grado di inibire la crescita di entrambi i batteri fitopatogeni e Psa è risultato essere il più sensibile. Una correlazione tra la diversa composizione degli oli essenziali impiegati e l’effetto antimicrobico osservato sarà oggetto di ulteriori ricerche con lo scopo di ampliare le conoscenze su questo argomento, passando inoltre dal vitro al vivo, ossia a prove sperimentali in campo per confermare l’effettiva efficacia di questi prodotti naturali nei confronti di queste due pericolose malattie batteriche: il cancro batterico del’actinidia ed il colpo di fuoco delle pomacee.

Efficacia antimicrobica di oli essenziali naturali sulla crescita di Pseudomonas syringae pv. actnidiae e di Erwinia amylovora

MINARDI, PAOLA
2014

Abstract

Le proprietà antimicrobiche degli oli essenziali (OE) sono note da tempo e in passato molte sono state le rassegne riguardanti le proprietà antimicrobiche delle spezie, ma il recente interesse per il cosiddetto “consumismo verde”, caratterizzato dalla tendenza a ridurre il più possibile gli additivi alimentari sintetici e ad impiegare prodotti a più basso impatto ambientale, ha determinato un rinnovato interesse scientifico per queste sostanze. Inoltre, nel campo della sanità pubblica, si registra un crescente interesse per la sicurezza alimentare anche in considerazione del fatto che nei Paesi industrializzati ogni anno circa il 30% delle persone soffre a causa di malattie alimentari. Da qui la necessità di trovare nuovi metodi per ridurre o eliminare patogeni presenti negli alimenti possibilmente in combinazione con i metodi già esistenti come prevede il principio di combinazione dei trattamenti. Le proprietà antimicrobiche degli OE è stata dimostrata anche nei confronti di importati patogeni vegetali. Tuttavia, per quanto riguarda la lotta alle malattie delle piante causate da batteri fitopatogeni, ad eccezione dei composti di rame ad azione puramente preventiva, non sono attualmente disponibili agenti battericidi efficaci in grado di debellare una malattia batterica in atto nella pianta ospite oppure di contrastare la crescita di batteri endofiti in piante che risultano ancora asintomatiche. Quindi, la possibilità di somministrare alle piante dei composti naturali come OE per interferire e bloccare la crescita di batteri fitopatogeni rappresenterebbe un importante mezzo di lotta. In questo lavoro è stata valutata l’efficacia antimicrobica in vitro di OE ottenuti da piante di Monarda didyma e M. fistulosa nei confronti di due batteri fitopatogeni da quarantena: Pseudomonas syringae pv. actinidiae (Psa), l’agente causale del cancro batterico dell’actinidia, ed Erwinia amylovora (Ea), l’agente causale del colpo di fuoco delle Pomaceae. In base a studi precedenti sull’attività antimicrobica di timolo e carvacrolo sulla crescita di Ea in vitro è stata evidenziata una completa inibizione da parte dei due composti fenolici. Inoltre, gli studi effettuati in planta per testare l’ipotesi che timolo e carvacrolo potessero indurre resistenza nei confronti di Ea in piante di pero, non hanno escluso che a dosi estremamente basse, in particolare il timolo avesse indotto nella pianta ospite una protezione contro Ea, ma che il suo effetto non è stato sufficiente per bloccare la progressione del patogeno nei tessuti corticali. Pertanto, considerando che in base alla composizione degli oli estratti da Monarda spp., il timolo rappresenta uno dei componenti principali dell’OE, è sorto l’interesse per testare il loro effetto nei confronti di Psa ed Ea. In questo studio, l’olio essenziale estratto nel 2003 da M. fistulosa (proveniente da impianti di Villazzano, Trento) è stato usato come olio di riferimento, mentre gli oli ottenuti negli anni 2010 e 2011 (sempre da M. fistulosa, coltivata nel “Giardino delle Erbe” di Casola Valsenio, Ravenna) e, nel 2012, da M. dydima e da M. fistulosa (1° anno del Progetto) sono stati usati in diverse concentrazioni per verificarne l’efficacia antimicrobica in vitro nei confronti dei due batteri fitopatogeni Gram-negativi. Gli oli estratti da entrambe le specie di Monarda sono stati in grado di inibire la crescita di entrambi i batteri fitopatogeni e Psa è risultato essere il più sensibile. Una correlazione tra la diversa composizione degli oli essenziali impiegati e l’effetto antimicrobico osservato sarà oggetto di ulteriori ricerche con lo scopo di ampliare le conoscenze su questo argomento, passando inoltre dal vitro al vivo, ossia a prove sperimentali in campo per confermare l’effettiva efficacia di questi prodotti naturali nei confronti di queste due pericolose malattie batteriche: il cancro batterico del’actinidia ed il colpo di fuoco delle pomacee.
2014
Valutazione agronomico-colturale e fitoterapica di differenti generi di Monarda da utilizzare per scopi ornamentali ed officinali in Emilia-Romagna
45
50
Minardi P.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/479980
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