L’isola che non c’è: un luogo ideale, forse frutto della fantasia e dell’immaginario infantile, ma soprattutto espressione di un pensiero divergente e creativo, capace di progettare spazi e tempi diversi da quelli reali e di plasmare luoghi utopici che fanno da sfondo ai sogni dei bambini, accompagnando i loro processi di crescita. Si tratta dunque di una dimensione che consente loro di prendere le distanze dalla realtà, ma al tempo stesso di dominarla per imparare a gestire le proprie emozioni; uno scarto tra realtà e irrealtà che nel mito e nella fiaba intravede lo strumento ideale per cambiare il mondo. E cos’è l’utopia se non quella dimensione ludica costitutiva dell’essere umano in grado di mediare continuamente e ricorsivamente tra il bisogno di certezze e la tensione al cambiamento e all’imprevisto?Anche per questo motivo l’iniziativa editoriale è stata intitolata “L’isola che non c’è”, con un chiaro e consapevole riferimento al luogo immaginario in cui agisce l’inquieto Peter Pan, personaggio che metaforicamente rappresenta il bisogno di esplorazione dei bambini, ovvero la loro capacità di costruire un rapporto fra l’Io e la realtà a partire dalla percezione di mondi immaginari. Sempre in senso metaforico l’isola rappresenta la sicurezza che i bambini riconoscono negli adulti e nella possibilità di avere accanto punti di riferimento capaci di supportarli e di aiutarli a muoversi nei territori dell’imprevedibile. Uno sguardo attento sarà rivolto alle tematiche che mirano alla promozione della lettura nella convinzione che il libro sia strumento di decodifica del mondo e indispensabile decostruzione della sua complessità, così come alle pratiche di didattica nei vari settori che stanno emergendo nel vasto panorama della letteratura per l’infanzia. Un viaggio piacevole e — ovviamente — avventuroso alla ricerca di nuove scoperte e di inediti orizzonti di senso.

L'isola che non c'è

PEDERZOLI, ROBERTA
2014

Abstract

L’isola che non c’è: un luogo ideale, forse frutto della fantasia e dell’immaginario infantile, ma soprattutto espressione di un pensiero divergente e creativo, capace di progettare spazi e tempi diversi da quelli reali e di plasmare luoghi utopici che fanno da sfondo ai sogni dei bambini, accompagnando i loro processi di crescita. Si tratta dunque di una dimensione che consente loro di prendere le distanze dalla realtà, ma al tempo stesso di dominarla per imparare a gestire le proprie emozioni; uno scarto tra realtà e irrealtà che nel mito e nella fiaba intravede lo strumento ideale per cambiare il mondo. E cos’è l’utopia se non quella dimensione ludica costitutiva dell’essere umano in grado di mediare continuamente e ricorsivamente tra il bisogno di certezze e la tensione al cambiamento e all’imprevisto?Anche per questo motivo l’iniziativa editoriale è stata intitolata “L’isola che non c’è”, con un chiaro e consapevole riferimento al luogo immaginario in cui agisce l’inquieto Peter Pan, personaggio che metaforicamente rappresenta il bisogno di esplorazione dei bambini, ovvero la loro capacità di costruire un rapporto fra l’Io e la realtà a partire dalla percezione di mondi immaginari. Sempre in senso metaforico l’isola rappresenta la sicurezza che i bambini riconoscono negli adulti e nella possibilità di avere accanto punti di riferimento capaci di supportarli e di aiutarli a muoversi nei territori dell’imprevedibile. Uno sguardo attento sarà rivolto alle tematiche che mirano alla promozione della lettura nella convinzione che il libro sia strumento di decodifica del mondo e indispensabile decostruzione della sua complessità, così come alle pratiche di didattica nei vari settori che stanno emergendo nel vasto panorama della letteratura per l’infanzia. Un viaggio piacevole e — ovviamente — avventuroso alla ricerca di nuove scoperte e di inediti orizzonti di senso.
2014
2012
R. Pederzoli
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/474170
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