I monasteri greci di Dafni e Hosios Loukas, dell’XI secolo, presentano splendide decorazioni musive che occupano ampie superfici e sono considerate fra le più importanti del periodo medio bizantino, in quanto testimoni delle concezioni iconografiche e stilistiche, redatte alla fine della crisi i-conoclastica (843 d.C.), della Chiesa di Costantinopoli. Le maestranze che le hanno realizzate pro-venivano probabilmente dalla capitale e il notevole pregio estetico dei mosaici è creato dagli effetti di luci ed ombre ottenuti con una grande varietà di tonalità di colore delle tessere vitree. Questi materiali sono stati studiati tramite analisi chimiche per risalire alle materie prime utilizzate e alla tecnologia di produzione. Si tratta di vetri prodotti utilizzando come fondente ceneri di piante in un’epoca di poco successiva a quella dell’abbandono in area mediterranea dell’uso di natron, fondente proveniente da sedimenti evaporatici egiziani, impiegato per quasi tutto il primo millennio d.C. e anche in epoche precedenti. E’ risultato interessante il confronto sia fra la composizione dei vetri originali dei due monasteri, classificabili come appartenenti alla stessa tipologia ma prodotti con materie prime differenti, che con vetri musivi del primo periodo bizantino, rappresentati dai materiali della basilica di S.Vitale a Ravenna.
Smalti musivi dei monasteri greci di Dafni e Hosios Loukas / C.Fiori; M.Vandini; R.Arletti. - In: C+CA. - ISSN 1970-0393. - STAMPA. - XXXVII(2):(2007), pp. 103-116.
Smalti musivi dei monasteri greci di Dafni e Hosios Loukas
FIORI, CESARE;VANDINI, MARIANGELA;
2007
Abstract
I monasteri greci di Dafni e Hosios Loukas, dell’XI secolo, presentano splendide decorazioni musive che occupano ampie superfici e sono considerate fra le più importanti del periodo medio bizantino, in quanto testimoni delle concezioni iconografiche e stilistiche, redatte alla fine della crisi i-conoclastica (843 d.C.), della Chiesa di Costantinopoli. Le maestranze che le hanno realizzate pro-venivano probabilmente dalla capitale e il notevole pregio estetico dei mosaici è creato dagli effetti di luci ed ombre ottenuti con una grande varietà di tonalità di colore delle tessere vitree. Questi materiali sono stati studiati tramite analisi chimiche per risalire alle materie prime utilizzate e alla tecnologia di produzione. Si tratta di vetri prodotti utilizzando come fondente ceneri di piante in un’epoca di poco successiva a quella dell’abbandono in area mediterranea dell’uso di natron, fondente proveniente da sedimenti evaporatici egiziani, impiegato per quasi tutto il primo millennio d.C. e anche in epoche precedenti. E’ risultato interessante il confronto sia fra la composizione dei vetri originali dei due monasteri, classificabili come appartenenti alla stessa tipologia ma prodotti con materie prime differenti, che con vetri musivi del primo periodo bizantino, rappresentati dai materiali della basilica di S.Vitale a Ravenna.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.