Il saggio discute la posizione delle principali culture politiche italiane nei confronti dei consumi di massa tra il boom economico e gli anni Ottanta. Le teorie critiche del consumo nella società di massa fanno da sfondo ad una più generale diffidenza nei confronti delle conseguenze sociali che l’aumento diffuso della ricchezza sembrava comportare. Su questa base, tra la classe politica italiana prevale un atteggiamento pedagogico nei confronti dei comportamenti di consumo delle masse, ritenuti fonti di spreco di risorse finalizzate al perseguimento di effimere soddisfazioni, perlopiù indotte dalla promozione commerciale. Se queste posizioni trovano largo consenso nella sinistra italiana, più articolato sembra invece il mondo politico cattolico che con il boom economico aveva costruito solide basi di legittimazione nella società. Gli anni Settanta, con l’arresto della fase espansiva dell’economia occidentale, favoriscono un ripensamento del modello di sviluppo nel quale viene avanzata la proposta berlingueriana dell’austerità che provoca una netta divaricazione di prospettive tra comunisti e socialisti. Questi ultimi, infatti, si fanno promotori negli anni Ottanta di una visione della modernità che attribuisce centralità ai consumi privati come motore del progresso sociale e della realizzazione individuale.

I partiti politici italiani di fronte alla società dei consumi

CAPUZZO, PAOLO
2014

Abstract

Il saggio discute la posizione delle principali culture politiche italiane nei confronti dei consumi di massa tra il boom economico e gli anni Ottanta. Le teorie critiche del consumo nella società di massa fanno da sfondo ad una più generale diffidenza nei confronti delle conseguenze sociali che l’aumento diffuso della ricchezza sembrava comportare. Su questa base, tra la classe politica italiana prevale un atteggiamento pedagogico nei confronti dei comportamenti di consumo delle masse, ritenuti fonti di spreco di risorse finalizzate al perseguimento di effimere soddisfazioni, perlopiù indotte dalla promozione commerciale. Se queste posizioni trovano largo consenso nella sinistra italiana, più articolato sembra invece il mondo politico cattolico che con il boom economico aveva costruito solide basi di legittimazione nella società. Gli anni Settanta, con l’arresto della fase espansiva dell’economia occidentale, favoriscono un ripensamento del modello di sviluppo nel quale viene avanzata la proposta berlingueriana dell’austerità che provoca una netta divaricazione di prospettive tra comunisti e socialisti. Questi ultimi, infatti, si fanno promotori negli anni Ottanta di una visione della modernità che attribuisce centralità ai consumi privati come motore del progresso sociale e della realizzazione individuale.
2014
P. Capuzzo
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