In termini generali, l’elaborazione di codici etici - o comunque la riflessione sulla deontologia giudiziaria - è sicuramente legata al crescente rilievo della funzione giudiziaria nei sistemi politici, specie dell’Europa continentale. Sono venuti meno strumenti che in passato, in maniera magari impropria, assicuravano il rispetto di alcune regole di condotta. Una volta c’era il codice, il codice civile, il codice napoleonico, e poi c’era l’educazione borghese, che diceva al giudice come comportarsi in tutta una serie di circostanze. Poi, c’era anche la gerarchia, il controllo gerarchico, che poteva toccare anche aspetti della vita privata. In passato, quindi, c’era questo strumento che, per quanto discutibile, per quanto criticabile, assicurava il rispetto di certe regole. Questo assetto è stato in Italia superato e negli altri Paesi dell’Europa continentale più o meno ridimensionato, anche se gli altri Paesi mantengono ancora una struttura relativamente più gerarchica di quella italiana. È così venuto a mancare uno strumento che assicurava all’organizzazione giudiziaria una certa coerenza: l’assicurava in modo magari criticabile, ma l’assicurava. Quindi, l’esigenza di identificare degli strumenti nuovi, come i codici etici, è più che comprensibile.

C. Guarnieri (2006). Codici etici e professionalità del magistrato. NAPOLI : Jovene.

Codici etici e professionalità del magistrato

GUARNIERI CALBO CROTTA, CARLO ANTONIO
2006

Abstract

In termini generali, l’elaborazione di codici etici - o comunque la riflessione sulla deontologia giudiziaria - è sicuramente legata al crescente rilievo della funzione giudiziaria nei sistemi politici, specie dell’Europa continentale. Sono venuti meno strumenti che in passato, in maniera magari impropria, assicuravano il rispetto di alcune regole di condotta. Una volta c’era il codice, il codice civile, il codice napoleonico, e poi c’era l’educazione borghese, che diceva al giudice come comportarsi in tutta una serie di circostanze. Poi, c’era anche la gerarchia, il controllo gerarchico, che poteva toccare anche aspetti della vita privata. In passato, quindi, c’era questo strumento che, per quanto discutibile, per quanto criticabile, assicurava il rispetto di certe regole. Questo assetto è stato in Italia superato e negli altri Paesi dell’Europa continentale più o meno ridimensionato, anche se gli altri Paesi mantengono ancora una struttura relativamente più gerarchica di quella italiana. È così venuto a mancare uno strumento che assicurava all’organizzazione giudiziaria una certa coerenza: l’assicurava in modo magari criticabile, ma l’assicurava. Quindi, l’esigenza di identificare degli strumenti nuovi, come i codici etici, è più che comprensibile.
2006
Deontologia giudiziaria
181
188
C. Guarnieri (2006). Codici etici e professionalità del magistrato. NAPOLI : Jovene.
C. Guarnieri
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