Il Papavero d’Islanda (Papaver nudicaule; Papaveraceae) costituisce una delle più importanti coltivazioni in piena aria del distretto floricolo di Sanremo. Si tratta di una pianta erbacea perenne, coltivata come annuale, caratterizzata dalla presenza di una rosetta fogliare basale da cui si dipartono steli fiorali multicolori. La propagazione avviene per via gamica: la semina si effettua in giugno/luglio (direttamente a dimora seguita da diradamento, oppure in contenitori alveolari) per ottenere la fioritura in autunno/inverno. La temperatura ottimale di coltivazione è di 15-18 °C, in terreni molto drenati, di medio impasto, con un pH di 6,8-7,0. Dal punto di vista sanitario, il Papavero d’Islanda è soggetto all’attacco di numerosi patogeni fungini, alcuni dei quali attaccano prevalentemente le radici (Phytium spp., Phytophtora spp., Sclerotinia spp. e Rhizoctonia solani), altri l’apparato fogliare (Erysiphe polygoni, Peronospora arborescens, Botrytis cinerea) o l’intera pianta (Helminthosporium spp. e Verticillium dahliae). A questi patogeni fungini si aggiungono pericolosi insetti fitofagi fra cui il tripide Frankliniella occidentalis responsabile di arricciamenti e deformazioni ben visibili su germogli e petali. Poco si sa, nel nostro Paese, relativamente alle malattie ad eziologia virale, nonostante che dalle analisi condotte dalla Coop. UCFLOR-mercato dei fiori di Sanremo alcuni anni fa, il Papavero d’Islanda (selezione gigante) si collochi tra i prodotti più esportati dal distretto floricolo di Sanremo. Da indagini seguite nel 2006 in alcune aziende dell’estremo Ponente Ligure specializzate nella produzione di fiori recisi di Papavero d’Islanda è risultata invece la presenza di malattie virali anche gravi dovute, per la prima volta, al virus dell’avvizzimento maculato del pomodoro (tomato spotted wilt virus: TSWV), da solo od in associazione con quello del mosaico del cetriolo (cucumber mosaic virus: CMV). Alla luce di questi ritrovamenti e considerata la pericolosità soprattutto di TSWV che, a oltre 16 anni di distanza dal suo primo ritrovamento in Italia, costituisce ancora oggi un serio pericolo per la produzione floricola-ornamentale della Liguria (vedi le recenti segnalazioni in Ligularia, Danae racemosa, ranuncolo, anemone, ecc.), appare necessario ed urgente informare i coltivatori affinché adottino tutte le misure di profilassi più idonee che ne scongiurino l’ulteriore diffusione. Materiali e metodi; Risultati Reperimento dei campioni - I campioni di Papavero d’Islanda oggetto di studio sono stati reperiti nel corso di sopralluoghi eseguiti nei mesi di ottobre/novembre 2006. Gli impianti esaminati, in piena aria, erano costituiti da piantine ottenute da seme proveniente dall’azienda stessa oppure da materiale da ricoltivare acquistato da vivaisti locali. Alcune delle piante in produzione, della grandezza di circa 15-20 cm, evidenziavano sintomi fogliari consistenti in macchie clorotiche e necrotiche (“spots”), e necrosi diffuse. Le lamine apparivano più strette del normale e vistosamente malformate. Nel complesso, la taglia delle piante era ridotta. Da un primo esame visivo, i sintomi, e soprattutto le ampie zone necrotiche, sono stati diagnosticati quali tipici dell’infezione da TSWV. Considerando però che in Letteratura alcune specie del genere Papaver sono state indicate quali ospiti naturali di altri virus, fra cui CMV, la cui diffusione è attualmente alquanto elevata, sono state effettuate specifiche analisi per rilevarne l’eventuale presenza nei campioni in esame. Analisi virologiche - Nel succo fogliare estratto da Papavero d’Islanda sintomatico, ed osservato al microscopio elettronico Philips CM10 (tecnica del leaf-dip), non sono state individuate particelle virali allungate (filamentose e/o bastoncelliformi). Al fine di individuare la presenza di TSWV e/o di CMV è stata applicata la tecnica ELISA (enzyme-linked immunosorbent assay) nella versione indiretta (PAS-ELISA) utilizzando il si...

Infezioni da TSWV e CMV in coltivazioni di Papaver nudicaule della Liguria / M.G.Bellardi; P.Restuccia; G.Mancini. - In: FLORTECNICA. - ISSN 1122-7958. - STAMPA. - 1/2:(2007), pp. 36-40.

Infezioni da TSWV e CMV in coltivazioni di Papaver nudicaule della Liguria

BELLARDI, MARIA GRAZIA;
2007

Abstract

Il Papavero d’Islanda (Papaver nudicaule; Papaveraceae) costituisce una delle più importanti coltivazioni in piena aria del distretto floricolo di Sanremo. Si tratta di una pianta erbacea perenne, coltivata come annuale, caratterizzata dalla presenza di una rosetta fogliare basale da cui si dipartono steli fiorali multicolori. La propagazione avviene per via gamica: la semina si effettua in giugno/luglio (direttamente a dimora seguita da diradamento, oppure in contenitori alveolari) per ottenere la fioritura in autunno/inverno. La temperatura ottimale di coltivazione è di 15-18 °C, in terreni molto drenati, di medio impasto, con un pH di 6,8-7,0. Dal punto di vista sanitario, il Papavero d’Islanda è soggetto all’attacco di numerosi patogeni fungini, alcuni dei quali attaccano prevalentemente le radici (Phytium spp., Phytophtora spp., Sclerotinia spp. e Rhizoctonia solani), altri l’apparato fogliare (Erysiphe polygoni, Peronospora arborescens, Botrytis cinerea) o l’intera pianta (Helminthosporium spp. e Verticillium dahliae). A questi patogeni fungini si aggiungono pericolosi insetti fitofagi fra cui il tripide Frankliniella occidentalis responsabile di arricciamenti e deformazioni ben visibili su germogli e petali. Poco si sa, nel nostro Paese, relativamente alle malattie ad eziologia virale, nonostante che dalle analisi condotte dalla Coop. UCFLOR-mercato dei fiori di Sanremo alcuni anni fa, il Papavero d’Islanda (selezione gigante) si collochi tra i prodotti più esportati dal distretto floricolo di Sanremo. Da indagini seguite nel 2006 in alcune aziende dell’estremo Ponente Ligure specializzate nella produzione di fiori recisi di Papavero d’Islanda è risultata invece la presenza di malattie virali anche gravi dovute, per la prima volta, al virus dell’avvizzimento maculato del pomodoro (tomato spotted wilt virus: TSWV), da solo od in associazione con quello del mosaico del cetriolo (cucumber mosaic virus: CMV). Alla luce di questi ritrovamenti e considerata la pericolosità soprattutto di TSWV che, a oltre 16 anni di distanza dal suo primo ritrovamento in Italia, costituisce ancora oggi un serio pericolo per la produzione floricola-ornamentale della Liguria (vedi le recenti segnalazioni in Ligularia, Danae racemosa, ranuncolo, anemone, ecc.), appare necessario ed urgente informare i coltivatori affinché adottino tutte le misure di profilassi più idonee che ne scongiurino l’ulteriore diffusione. Materiali e metodi; Risultati Reperimento dei campioni - I campioni di Papavero d’Islanda oggetto di studio sono stati reperiti nel corso di sopralluoghi eseguiti nei mesi di ottobre/novembre 2006. Gli impianti esaminati, in piena aria, erano costituiti da piantine ottenute da seme proveniente dall’azienda stessa oppure da materiale da ricoltivare acquistato da vivaisti locali. Alcune delle piante in produzione, della grandezza di circa 15-20 cm, evidenziavano sintomi fogliari consistenti in macchie clorotiche e necrotiche (“spots”), e necrosi diffuse. Le lamine apparivano più strette del normale e vistosamente malformate. Nel complesso, la taglia delle piante era ridotta. Da un primo esame visivo, i sintomi, e soprattutto le ampie zone necrotiche, sono stati diagnosticati quali tipici dell’infezione da TSWV. Considerando però che in Letteratura alcune specie del genere Papaver sono state indicate quali ospiti naturali di altri virus, fra cui CMV, la cui diffusione è attualmente alquanto elevata, sono state effettuate specifiche analisi per rilevarne l’eventuale presenza nei campioni in esame. Analisi virologiche - Nel succo fogliare estratto da Papavero d’Islanda sintomatico, ed osservato al microscopio elettronico Philips CM10 (tecnica del leaf-dip), non sono state individuate particelle virali allungate (filamentose e/o bastoncelliformi). Al fine di individuare la presenza di TSWV e/o di CMV è stata applicata la tecnica ELISA (enzyme-linked immunosorbent assay) nella versione indiretta (PAS-ELISA) utilizzando il si...
2007
Infezioni da TSWV e CMV in coltivazioni di Papaver nudicaule della Liguria / M.G.Bellardi; P.Restuccia; G.Mancini. - In: FLORTECNICA. - ISSN 1122-7958. - STAMPA. - 1/2:(2007), pp. 36-40.
M.G.Bellardi; P.Restuccia; G.Mancini
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