Molti elementi contribuiscono a conferire alla calla bianca (Zantedeschia aethiopica) un aspetto assolutamente unico ed inconfondibile. Le ampie foglie, ad esempio, larghe più di 10 centimetri, cuoriformi o sagittate, sono di un bel colore uniforme verde intenso. L’elemento però maggiormente caratteristico ed attraente è il fiore o, più esattamente, la spata fiorale, quella foglia trasformata che, come un grande petalo dalla curvatura imbutiforme, avvolge l’infiorescenza cilindrica centrale (spadice) sulla quale sono presenti minuscoli fiorellini gialli. Secondo le tendenze estetiche che valorizzano le linee pulite, discrete e misurate, per questo suo aspetto sobrio ed essenziale, la calla bianca è considerata assolutamente trandy. Il suo fiore è adatto a contesti moderni e minimalisti, perfetto per illuminare ogni interno con la sua innata eleganza, ideale anche per aggiungere una nota di delicatezza a balconi, aiuole e giardini, Se siete tentati di acquistare qualche esemplare di calla bianca da un fioraio, ecco un utile consiglio: fate attenzione alle foglie. Macchie necrotiche Se notate degli anellini clorotici e/o gialli, oppure delle macchie rotondeggianti necrotiche, di colore bruno, disseccate, vuol dire che la calla è infetta dal virus dell’avvizzimento maculato del pomodoro (TSWV), un patogeno su cui ci eravamo già soffermati in passato a proposito della glossina (Sinningia speciosa). Inizialmente, questa virosi è alquanto subdola dato che i minuscoli anelli verde chiaro, distribuiti più o meno uniformemente sul lembo, possono passare anche inosservati. E’ solo in seguito, quando ormai abbiamo già collocato in casa o sul balcone la pianta, che iniziano a manifestarsi le necrosi, sempre più accentuate, tanto da conferire alla calla un aspetto alquanto sgradevole. Le foglie si presentano anche arricciate, ondulate e malformate. La calla infetta da TSWV finisce inevitabilmente col soccombere. TSWV è attualmente uno dei patogeni più pericolosi per le nostre colture ornamentali (ed orticole) ed il rischio di acquistare involontariamente una calla (così come un pelargonio, una margherita, un ranuncolo, un anemone, ecc.) infetta da questo virus non è affatto remoto. Per evitare quindi spiacevoli sorprese è necessario esaminare attentamente le piante al momento dell’acquisto, soprattutto ogni singola foglia.

Bellardi M.G. (2007). Macchie necrotiche su Calla. GIARDINI, 225, 93-93.

Macchie necrotiche su Calla

BELLARDI, MARIA GRAZIA
2007

Abstract

Molti elementi contribuiscono a conferire alla calla bianca (Zantedeschia aethiopica) un aspetto assolutamente unico ed inconfondibile. Le ampie foglie, ad esempio, larghe più di 10 centimetri, cuoriformi o sagittate, sono di un bel colore uniforme verde intenso. L’elemento però maggiormente caratteristico ed attraente è il fiore o, più esattamente, la spata fiorale, quella foglia trasformata che, come un grande petalo dalla curvatura imbutiforme, avvolge l’infiorescenza cilindrica centrale (spadice) sulla quale sono presenti minuscoli fiorellini gialli. Secondo le tendenze estetiche che valorizzano le linee pulite, discrete e misurate, per questo suo aspetto sobrio ed essenziale, la calla bianca è considerata assolutamente trandy. Il suo fiore è adatto a contesti moderni e minimalisti, perfetto per illuminare ogni interno con la sua innata eleganza, ideale anche per aggiungere una nota di delicatezza a balconi, aiuole e giardini, Se siete tentati di acquistare qualche esemplare di calla bianca da un fioraio, ecco un utile consiglio: fate attenzione alle foglie. Macchie necrotiche Se notate degli anellini clorotici e/o gialli, oppure delle macchie rotondeggianti necrotiche, di colore bruno, disseccate, vuol dire che la calla è infetta dal virus dell’avvizzimento maculato del pomodoro (TSWV), un patogeno su cui ci eravamo già soffermati in passato a proposito della glossina (Sinningia speciosa). Inizialmente, questa virosi è alquanto subdola dato che i minuscoli anelli verde chiaro, distribuiti più o meno uniformemente sul lembo, possono passare anche inosservati. E’ solo in seguito, quando ormai abbiamo già collocato in casa o sul balcone la pianta, che iniziano a manifestarsi le necrosi, sempre più accentuate, tanto da conferire alla calla un aspetto alquanto sgradevole. Le foglie si presentano anche arricciate, ondulate e malformate. La calla infetta da TSWV finisce inevitabilmente col soccombere. TSWV è attualmente uno dei patogeni più pericolosi per le nostre colture ornamentali (ed orticole) ed il rischio di acquistare involontariamente una calla (così come un pelargonio, una margherita, un ranuncolo, un anemone, ecc.) infetta da questo virus non è affatto remoto. Per evitare quindi spiacevoli sorprese è necessario esaminare attentamente le piante al momento dell’acquisto, soprattutto ogni singola foglia.
2007
Bellardi M.G. (2007). Macchie necrotiche su Calla. GIARDINI, 225, 93-93.
Bellardi M.G.
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