Il saggio si focalizza sulle rappresentazioni sociali della vecchiaia, considerate come autentici “oggetti pedagogici” per l’effetto che esse hanno nella progettazione esistenziale della persona che invecchia. Sulla base di una rassegna di precedenti studi, a partire da teorie divenute “classiche” (Necker, Jung, Erikson, Guardini), e fino al dibattito pedagogico italiano degli ultimi venti anni, l’A. afferma la necessità di modificare la rappresentazione dell’invecchiamento, distinguendo in primo luogo la fase 60/75 anni, che ella definisce piuttosto una “tarda adultità”, da una successiva stagione definibile come “vecchiaia”. E’ necessario riconoscere che un buon funzionamento psichico è possibile, in questa fascia d’età, e che per di più questi soggetti hanno ancora (e devono assumersi) notevoli responsabilità personali e sociali, per le quali le loro competenze e la loro esperienza costituiscono una risorsa. Occorre quindi ripensare la qualità del “distacco” come una vera e propria “virtù dell’Io del tardo-adulto, che non impedisce affatto l’azione e l’impegno. La figura mitico-archetipica della “vocazione di Abramo” viene usata come una nuova potente metafora. Late- adulthood and old age, as life’s goals: tasks for the educational research The essay focuses on the social representations of old age, considered as a real "educational objects" because the effect that they have in the existential design of aging people. Based on a review of previous studies, starting from theories become "classic" (Necker, Jung, Erikson, Guardini), and on the Italian pedagogical debate of the last twenty years, the A. affirms the need to change the representation of aging, distinguishing first phase 60/75 years old, which she defines rather a "late adulthood", from a later season defined as "old age". It is necessary to recognize that a good psychic functioning is possible, in this age, and what's more, these people still have (and should take) significant personal and social responsibilities, for which their skills and experience are a resource. It is therefore necessary to rethink the quality of "detachment" as a real "ego virtue” of the late-adult, hat in no way prevents the action and commitment. The mythic-archetypal figure of the "vocation of Abraham" is used as a powerful new metaphor.

Tarda adutità e vecchiaia come traguardi esistenziali: compiti per la ricerca pedagogica

MOSCATO, MARIA TERESA
2014

Abstract

Il saggio si focalizza sulle rappresentazioni sociali della vecchiaia, considerate come autentici “oggetti pedagogici” per l’effetto che esse hanno nella progettazione esistenziale della persona che invecchia. Sulla base di una rassegna di precedenti studi, a partire da teorie divenute “classiche” (Necker, Jung, Erikson, Guardini), e fino al dibattito pedagogico italiano degli ultimi venti anni, l’A. afferma la necessità di modificare la rappresentazione dell’invecchiamento, distinguendo in primo luogo la fase 60/75 anni, che ella definisce piuttosto una “tarda adultità”, da una successiva stagione definibile come “vecchiaia”. E’ necessario riconoscere che un buon funzionamento psichico è possibile, in questa fascia d’età, e che per di più questi soggetti hanno ancora (e devono assumersi) notevoli responsabilità personali e sociali, per le quali le loro competenze e la loro esperienza costituiscono una risorsa. Occorre quindi ripensare la qualità del “distacco” come una vera e propria “virtù dell’Io del tardo-adulto, che non impedisce affatto l’azione e l’impegno. La figura mitico-archetipica della “vocazione di Abramo” viene usata come una nuova potente metafora. Late- adulthood and old age, as life’s goals: tasks for the educational research The essay focuses on the social representations of old age, considered as a real "educational objects" because the effect that they have in the existential design of aging people. Based on a review of previous studies, starting from theories become "classic" (Necker, Jung, Erikson, Guardini), and on the Italian pedagogical debate of the last twenty years, the A. affirms the need to change the representation of aging, distinguishing first phase 60/75 years old, which she defines rather a "late adulthood", from a later season defined as "old age". It is necessary to recognize that a good psychic functioning is possible, in this age, and what's more, these people still have (and should take) significant personal and social responsibilities, for which their skills and experience are a resource. It is therefore necessary to rethink the quality of "detachment" as a real "ego virtue” of the late-adult, hat in no way prevents the action and commitment. The mythic-archetypal figure of the "vocation of Abraham" is used as a powerful new metaphor.
2014
Moscato, M T
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/441768
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