Le ricerche più recenti hanno dimostrato quanto la relazione terapeuta-paziente dipenda dalle aspettative, speranze, credenze e paure di entrambi. Questi aspetti sono legate alle esperienze passate e vengono rappresentati in schemi psicologici inconsci che diventano evidenti soprattutto nelle condizioni di insicurezza (stress o pericolo) influenzando il comportamento. L’influenza dei modelli operativi interni è particolarmente evidente nelle professioni di aiuto. Ricerche controllate hanno infatti dimostrato che caratteristiche psicologiche del clinico hanno un’influenza sui risultati terapeutici fino a tre volte superiore a quella di una terapia evidence based (Luborsky et al. 1985). I medici e gli psicologi con stile di attaccamento sicuro si adattano meglio alle diverse condizioni cliniche (integrando funzione riflessiva, informazioni cognitive e comunicazione emotiva). In realtà, le caratteristiche psicologiche maggiormente evidenziate nelle professioni terapeutiche, soprattutto nei medici, sono differenti: tratti ossessivi, scarsa empatia, pretese sul comportamento degli altri, superimpegno e produttività, ridotta capacità di divertirsi (Krakowsky 1982); perfezionismo, dubbi, sensi di colpa, difficoltà nel provare ed esprimere le emozioni, difficoltà nella gestione della dipendenza e della aggressività (Gabbard, Menninger 1989); tendenza alla somatizzazione e all’ipocondria, difficoltà coniugali (Vaillant et al. 1972); tendenzialmente evitanti, solitari, non cercano aiuto per le loro difficoltà fisiche o psicologiche (Aasland 2001; Rosvolt, Bjertness 2001); hanno sofferto durante l’infanzia (eventi stressanti, malattie e lutti di familiari stretti) (Johnson 1991).Queste caratteristiche psicologiche si riferiscono maggiormente a stili di attaccamento insicuri con frequenti traumi o lutti irrisolti. Le configurazioni tendono ad essere prevalentemente “distanzianti” (A) nei medici e “preoccupate” (C) negli psicologi clinici (Crittenden 2006). I medici e gli psicologi con stile di attaccamento insicuro si rivelano meno efficaci nella relazione clinica e sono maggiormente esposti al burn-out e al mobbing. Il diniego della vulnerabilità e della paura limita l’espressione autentica della sofferenza e favorisce lo spostamento sugli aspetti somatici, tecnici e specialistici (esami, test, farmaci) (Wilkinson 2003).
Baldoni F. (2006). Attaccamento e professione: l’influenza dei modelli operativi interni sulle relazioni lavorative.. CESENA : Società Editrice Il Ponte Vecchio.
Attaccamento e professione: l’influenza dei modelli operativi interni sulle relazioni lavorative.
BALDONI, FRANCO
2006
Abstract
Le ricerche più recenti hanno dimostrato quanto la relazione terapeuta-paziente dipenda dalle aspettative, speranze, credenze e paure di entrambi. Questi aspetti sono legate alle esperienze passate e vengono rappresentati in schemi psicologici inconsci che diventano evidenti soprattutto nelle condizioni di insicurezza (stress o pericolo) influenzando il comportamento. L’influenza dei modelli operativi interni è particolarmente evidente nelle professioni di aiuto. Ricerche controllate hanno infatti dimostrato che caratteristiche psicologiche del clinico hanno un’influenza sui risultati terapeutici fino a tre volte superiore a quella di una terapia evidence based (Luborsky et al. 1985). I medici e gli psicologi con stile di attaccamento sicuro si adattano meglio alle diverse condizioni cliniche (integrando funzione riflessiva, informazioni cognitive e comunicazione emotiva). In realtà, le caratteristiche psicologiche maggiormente evidenziate nelle professioni terapeutiche, soprattutto nei medici, sono differenti: tratti ossessivi, scarsa empatia, pretese sul comportamento degli altri, superimpegno e produttività, ridotta capacità di divertirsi (Krakowsky 1982); perfezionismo, dubbi, sensi di colpa, difficoltà nel provare ed esprimere le emozioni, difficoltà nella gestione della dipendenza e della aggressività (Gabbard, Menninger 1989); tendenza alla somatizzazione e all’ipocondria, difficoltà coniugali (Vaillant et al. 1972); tendenzialmente evitanti, solitari, non cercano aiuto per le loro difficoltà fisiche o psicologiche (Aasland 2001; Rosvolt, Bjertness 2001); hanno sofferto durante l’infanzia (eventi stressanti, malattie e lutti di familiari stretti) (Johnson 1991).Queste caratteristiche psicologiche si riferiscono maggiormente a stili di attaccamento insicuri con frequenti traumi o lutti irrisolti. Le configurazioni tendono ad essere prevalentemente “distanzianti” (A) nei medici e “preoccupate” (C) negli psicologi clinici (Crittenden 2006). I medici e gli psicologi con stile di attaccamento insicuro si rivelano meno efficaci nella relazione clinica e sono maggiormente esposti al burn-out e al mobbing. Il diniego della vulnerabilità e della paura limita l’espressione autentica della sofferenza e favorisce lo spostamento sugli aspetti somatici, tecnici e specialistici (esami, test, farmaci) (Wilkinson 2003).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.