Il nome “iberis” svela immediatamente l’origine di questa pianta: la penisola iberica, dove le specie del genere Iberis sono alquanto diffuse allo stato spontaneo, anche se alcune di esse crescono in tutta l’Europa meridionale ed anche in’Italia. La specie “sempervirens”, ad esempio, la si incontra facilmente nei luoghi rupestri di Sicilia, Campania, Abruzzo, Molise e Veneto, ove forma dei cuscini rotondi, alti 30/40 cm, costituiti da foglie spatolate e carnose che circondano ampi mazzetti di candidi fiorellini a quattro petali. Dato che la famiglia botanica di appartenenza è quella delle Brassicaceae, una volta nota come Cruciferae, i fiori sono tipicamente disposti a croce e riuniti in infiorescenze appiattite larghe 3-5 cm. Nel linguaggio comune l’iberis prende vari nomi: “porcellana”, “bouquet della sposa”, “fiocco di neve” o più semplicemente “nevina” dato che la fioritura, che va da ottobre a maggio, avviene nel periodo più freddo dell’anno. Ma le “cose” in giardino non vanno sempre come si desidera ed anche l’iberis può non soddisfare le nostre aspettative. La stessa esposizione influisce moltissimo sulla fioritura: una posizione soleggiata, tale da assicurare alcune ore di luce solare diretta, ne garantisce una buona e prolungata, mentre in piena ombra si ha sovrabbondanza di vegetazione e meno boccioli fiorali. A volte, però, se la pianta non fiorisce il problema è un altro e ben più grave. Può capitare che l’iberis non si sviluppi armoniosamente, oppure lo faccia in maniera asimmetrica; alcune foglie sono normali, altre sono piccole, di un verde pallido, giallastre o con sfumature rossastre. Quel che è peggio è che i fiori ben formati sono rari: gli altri o sono deformi ed incompleti, o rimangono piccoli, addossati a formare piccole rosette. Non sembra neanche di essere di fronte ad una “nevina” se non fosse per quel “tocco” di bianco che spunta qua e là fra l’ammasso informe di vegetazione. Cosa è successo? La pianta è purtroppo infetta da quei patogeni, chiamati fitoplasmi, che abbiamo già conosciuto in passato quando ci siamo soffermati sui fiori verdi di ortensia, echinacea, margherita e di altre piante ancora. Le iberis infette da fitoplasmi rappresentano una novità assoluta per il mercato delle ornamentali. Infatti, i primi casi di infezione sono stati riscontrati di recente, nel 2013 e nel 2014 in Olanda ed in Italia. Un motivo in più, quindi, nel porre la massima attenzione alle piante che acquistiamo per tappezzare, ad esempio, un piccolo giardino roccioso.

M.G.Bellardi (2015). La "Nevina" non fiorisce. GIARDINI, 270(genn-febb), 46-47.

La "Nevina" non fiorisce

BELLARDI, MARIA GRAZIA
2015

Abstract

Il nome “iberis” svela immediatamente l’origine di questa pianta: la penisola iberica, dove le specie del genere Iberis sono alquanto diffuse allo stato spontaneo, anche se alcune di esse crescono in tutta l’Europa meridionale ed anche in’Italia. La specie “sempervirens”, ad esempio, la si incontra facilmente nei luoghi rupestri di Sicilia, Campania, Abruzzo, Molise e Veneto, ove forma dei cuscini rotondi, alti 30/40 cm, costituiti da foglie spatolate e carnose che circondano ampi mazzetti di candidi fiorellini a quattro petali. Dato che la famiglia botanica di appartenenza è quella delle Brassicaceae, una volta nota come Cruciferae, i fiori sono tipicamente disposti a croce e riuniti in infiorescenze appiattite larghe 3-5 cm. Nel linguaggio comune l’iberis prende vari nomi: “porcellana”, “bouquet della sposa”, “fiocco di neve” o più semplicemente “nevina” dato che la fioritura, che va da ottobre a maggio, avviene nel periodo più freddo dell’anno. Ma le “cose” in giardino non vanno sempre come si desidera ed anche l’iberis può non soddisfare le nostre aspettative. La stessa esposizione influisce moltissimo sulla fioritura: una posizione soleggiata, tale da assicurare alcune ore di luce solare diretta, ne garantisce una buona e prolungata, mentre in piena ombra si ha sovrabbondanza di vegetazione e meno boccioli fiorali. A volte, però, se la pianta non fiorisce il problema è un altro e ben più grave. Può capitare che l’iberis non si sviluppi armoniosamente, oppure lo faccia in maniera asimmetrica; alcune foglie sono normali, altre sono piccole, di un verde pallido, giallastre o con sfumature rossastre. Quel che è peggio è che i fiori ben formati sono rari: gli altri o sono deformi ed incompleti, o rimangono piccoli, addossati a formare piccole rosette. Non sembra neanche di essere di fronte ad una “nevina” se non fosse per quel “tocco” di bianco che spunta qua e là fra l’ammasso informe di vegetazione. Cosa è successo? La pianta è purtroppo infetta da quei patogeni, chiamati fitoplasmi, che abbiamo già conosciuto in passato quando ci siamo soffermati sui fiori verdi di ortensia, echinacea, margherita e di altre piante ancora. Le iberis infette da fitoplasmi rappresentano una novità assoluta per il mercato delle ornamentali. Infatti, i primi casi di infezione sono stati riscontrati di recente, nel 2013 e nel 2014 in Olanda ed in Italia. Un motivo in più, quindi, nel porre la massima attenzione alle piante che acquistiamo per tappezzare, ad esempio, un piccolo giardino roccioso.
2015
M.G.Bellardi (2015). La "Nevina" non fiorisce. GIARDINI, 270(genn-febb), 46-47.
M.G.Bellardi
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