Il numero degli incidenti sul lavoro, anche mortali, è sempre rilevantissimo nei Paesi dell'Unione Europea, e le norme, comunitarie e nazionali, che prescrivono l'analisi delle situazioni di lavoro a fini di prevenzione primaria e integrata nella progettazione, sono continuamente disattese. Partendo da questi dati, si considerano le difficoltà che due campi disciplinari particolarmente impegnati nella riflessione e nella pratica dei rapporti lavoro-salute - il diritto del lavoro e la medicina del lavoro - incontrano quando si riferiscono all'organizzazione e alla necessità di interpretare l'eziopatogenesi organizzativa dei rischi e dei danni riguardanti le persone al lavoro. In secondo luogo si chiarisce perché alcune teorie organizzative che dichiarano di occuparsi del benessere non sono, in effetti, attrezzate per farlo: in particolare le teorie della flessibilità e della soddisfazione nel lavoro. In terzo luogo si mostra come la dimensione del benessere possa essere incorporata da una teoria dell'organizzazione, e come tale teria permetta di coniugare l'analisi organizzative dei processi di lavoro con l'analisi biomedica, psicologica e ergonomica delle conseguenze concernenti i soggetti implicati nelle situazioni di lavoro.
L'analisi del lavoro a fini di prevenzione / B.Maggi. - In: QUADERNI DI DIRITTO DEL LAVORO E DELLE RELAZIONI INDUSTRIALI. - ISSN 1593-8573. - STAMPA. - 29:(2006), pp. 13-27.
L'analisi del lavoro a fini di prevenzione
MAGGI, BRUNO
2006
Abstract
Il numero degli incidenti sul lavoro, anche mortali, è sempre rilevantissimo nei Paesi dell'Unione Europea, e le norme, comunitarie e nazionali, che prescrivono l'analisi delle situazioni di lavoro a fini di prevenzione primaria e integrata nella progettazione, sono continuamente disattese. Partendo da questi dati, si considerano le difficoltà che due campi disciplinari particolarmente impegnati nella riflessione e nella pratica dei rapporti lavoro-salute - il diritto del lavoro e la medicina del lavoro - incontrano quando si riferiscono all'organizzazione e alla necessità di interpretare l'eziopatogenesi organizzativa dei rischi e dei danni riguardanti le persone al lavoro. In secondo luogo si chiarisce perché alcune teorie organizzative che dichiarano di occuparsi del benessere non sono, in effetti, attrezzate per farlo: in particolare le teorie della flessibilità e della soddisfazione nel lavoro. In terzo luogo si mostra come la dimensione del benessere possa essere incorporata da una teoria dell'organizzazione, e come tale teria permetta di coniugare l'analisi organizzative dei processi di lavoro con l'analisi biomedica, psicologica e ergonomica delle conseguenze concernenti i soggetti implicati nelle situazioni di lavoro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.