Nel lavoro viene analizzata la mappa urbana di primo impianto del Catasto Gregoriano di Bologna, risalente agli inizi del XIX secolo e oggi conservata presso l’Archivio di Stato della città. In questa cartografia catastale la città è divisa in settori, per ognuno dei quali – caso unico per il Catasto Gregoriano – esistono mappe di piano terra e mappe dei piani superiori (cinque piani) ed inferiori (due piani). Lo scopo dello studio condotto, ancora in corso, è quello di approfondire la conoscenza su questo raro sistema di organizzazione per “piani” delle mappe catastali, focalizzando l’attenzione su un gruppo ristretto ma estremamente significativo di particelle catastali situate nella zona più centrale della città. Attraverso le informazioni grafiche riportate sulle mappe georeferenziate, associate a quelle alfanumeriche dei registri catastali correlati, è stato possibile ricostruire lo sviluppo orizzontale e verticale delle proprietà catastali che si sovrappongono su questo piccolo insieme di particelle, e visualizzare il risultato attraverso un modello digitale tridimensionale. Attraverso varie considerazioni si evince che l’organizzazione in piani del Catasto Gregoriano urbano di Bologna non voleva essere finalizzata a descrivere lo sviluppo verticale degli edifici, quanto piuttosto a sperimentare uno strumento di ausilio per una più precisa tassazione degli immobili urbani, secondo criteri che sembrano anticipare il successivo sistema di accatastamento per unità immobiliari. La complessità di tale sistema dovette sconsigliarne l’estensione ad altre realtà urbane dello Stato pontificio, rendendo l’esperimento bolognese un caso isolato, anche se forse proprio per questo ancora più interessante.

Un GIS 3D ante litteram: analisi in ambiente digitale dell’organizzazione “per piani” del Catasto Gregoriano di Bologna (XIX secolo)

BITELLI, GABRIELE;GATTA, GIORGIA
2014

Abstract

Nel lavoro viene analizzata la mappa urbana di primo impianto del Catasto Gregoriano di Bologna, risalente agli inizi del XIX secolo e oggi conservata presso l’Archivio di Stato della città. In questa cartografia catastale la città è divisa in settori, per ognuno dei quali – caso unico per il Catasto Gregoriano – esistono mappe di piano terra e mappe dei piani superiori (cinque piani) ed inferiori (due piani). Lo scopo dello studio condotto, ancora in corso, è quello di approfondire la conoscenza su questo raro sistema di organizzazione per “piani” delle mappe catastali, focalizzando l’attenzione su un gruppo ristretto ma estremamente significativo di particelle catastali situate nella zona più centrale della città. Attraverso le informazioni grafiche riportate sulle mappe georeferenziate, associate a quelle alfanumeriche dei registri catastali correlati, è stato possibile ricostruire lo sviluppo orizzontale e verticale delle proprietà catastali che si sovrappongono su questo piccolo insieme di particelle, e visualizzare il risultato attraverso un modello digitale tridimensionale. Attraverso varie considerazioni si evince che l’organizzazione in piani del Catasto Gregoriano urbano di Bologna non voleva essere finalizzata a descrivere lo sviluppo verticale degli edifici, quanto piuttosto a sperimentare uno strumento di ausilio per una più precisa tassazione degli immobili urbani, secondo criteri che sembrano anticipare il successivo sistema di accatastamento per unità immobiliari. La complessità di tale sistema dovette sconsigliarne l’estensione ad altre realtà urbane dello Stato pontificio, rendendo l’esperimento bolognese un caso isolato, anche se forse proprio per questo ancora più interessante.
2014
Elisabetta Arioti; Gabriele Bitelli;Giorgia Gatta
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