Le elezioni politiche 2013 sono state elezioni anticipate, convocate dopo 13 mesi di governo tecnocratico. Ne scaturì un’offerta multipolare, con quattro-cinque attori rilevanti e la presenza, tra questi competitori, di new entries come Monti e Beppe Grillo. Com’era accaduto già nel 2008, anche le elezioni politiche 2013 hanno prodotto un paesaggio elettorale e parlamentare del tutto nuovo. Ancora una volta l’esito del voto ha profondamente riplasmato interazioni e rapporti di forza tra le singole formazioni politiche e ridefinito il sistema dei partiti. Ciò rappresenta un indicatore della fragilità delle formazioni politiche e della persistente fluidità del sistema dei partiti. Dalle urne sono usciti tre risultati principali: (a) lo straordinario successo del M5S, che nella sua prova d’esordio ha ottenuto il 25% dei voti (circa quattro punti in più del risultato ottenuto da Forza Italia nel 1994); (b) il flop dell’offerta Monti, che ha superato di poco il 10% dei voti validi ed è restato al di sotto delle attese; (c) il sostanziale e imprevisto pareggio tra Bersani e Berlusconi: le due coalizioni sono rimaste entrambe sulla soglia del 30% dei voti e il centro-sinistra ha sopravanzato il centro-destra per meno di 125mila voti alla Camera e per circa 280mila voti al Senato.

Le elezioni politiche del 24-25 febbraio 2013: grande volatilità, fine del bipolarismo, stallo al Senato

DI VIRGILIO, ALDO
2013

Abstract

Le elezioni politiche 2013 sono state elezioni anticipate, convocate dopo 13 mesi di governo tecnocratico. Ne scaturì un’offerta multipolare, con quattro-cinque attori rilevanti e la presenza, tra questi competitori, di new entries come Monti e Beppe Grillo. Com’era accaduto già nel 2008, anche le elezioni politiche 2013 hanno prodotto un paesaggio elettorale e parlamentare del tutto nuovo. Ancora una volta l’esito del voto ha profondamente riplasmato interazioni e rapporti di forza tra le singole formazioni politiche e ridefinito il sistema dei partiti. Ciò rappresenta un indicatore della fragilità delle formazioni politiche e della persistente fluidità del sistema dei partiti. Dalle urne sono usciti tre risultati principali: (a) lo straordinario successo del M5S, che nella sua prova d’esordio ha ottenuto il 25% dei voti (circa quattro punti in più del risultato ottenuto da Forza Italia nel 1994); (b) il flop dell’offerta Monti, che ha superato di poco il 10% dei voti validi ed è restato al di sotto delle attese; (c) il sostanziale e imprevisto pareggio tra Bersani e Berlusconi: le due coalizioni sono rimaste entrambe sulla soglia del 30% dei voti e il centro-sinistra ha sopravanzato il centro-destra per meno di 125mila voti alla Camera e per circa 280mila voti al Senato.
2013
Aldo Di Virgilio
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