Nelle esposizioni di Dottrina della Scienza del periodo berlinese il concetto di “impulso” (Trieb) – per non parlare di quello a lui imparentato di “tendere” (Streben) – sembra quasi scomparire. Allorché poi, a partire dal 1800, lo stesso ‘io’ e, più in particolare, la deduzione della coscienza attraverso l’analisi delle sue funzioni verranno a perdere la loro tradizionale centralità nelle esposizioni di Dottrina della Scienza, sembra che in essa per la trattazione dell’impulso non vi possa essere più posto. E invece la trattazione dell’impulso, ancorché l’occorrenza del termine sia più rara, tranne in rari casi non scompare del tutto, ma viene assumendo un peso molto diverso nelle varie esposizioni. Nella DS 1801/02 è infatti ancora presente in modo significativo, nella DS 1804-I è inesistente, nella DS 1804-II esso compare in due sole occorrenze significative, nella DS 1804-III e nei Principien der Gottes- Sitten, und Rechtslehre viene di nuovo ampiamente trattato. Infine l’impulso non trova alcuno spazio nella DS 1805, mentre svolge un ruolo di primo piano nella DS 1807. In questo contributo ci soffermiamo sulla funzione che tale concetto svolge nella DS 1804-II. Siccome il concetto di impulso sta al centro della deduzione del rapporto tra sapere assoluto o Dottrina della Scienza ci troviamo qui di fronte a una sua superiore genesi rispetto a quella fornita a partire dallo Streben presentata nei Fondamenti – superiore per il fatto di partire dal sapere assoluto per come esso viene attinto nella visione dell’essere come durch sich, in sich, aus sich e perchè guidata dall’esito della riflessione del nostro vedere entro vedere assoluto.

Der Trieb des Seins in der Wissenschaftslehre 1804 / M. V. d'Alfonso. - STAMPA. - 1:(2009), pp. 185-192. (Intervento presentato al convegno L’exposé de la Doctrine de la science de 1804 (II) tenutosi a Poitiers nel 18-20 novembre 2004).

Der Trieb des Seins in der Wissenschaftslehre 1804

D'ALFONSO, MATTEO VINCENZO
2009

Abstract

Nelle esposizioni di Dottrina della Scienza del periodo berlinese il concetto di “impulso” (Trieb) – per non parlare di quello a lui imparentato di “tendere” (Streben) – sembra quasi scomparire. Allorché poi, a partire dal 1800, lo stesso ‘io’ e, più in particolare, la deduzione della coscienza attraverso l’analisi delle sue funzioni verranno a perdere la loro tradizionale centralità nelle esposizioni di Dottrina della Scienza, sembra che in essa per la trattazione dell’impulso non vi possa essere più posto. E invece la trattazione dell’impulso, ancorché l’occorrenza del termine sia più rara, tranne in rari casi non scompare del tutto, ma viene assumendo un peso molto diverso nelle varie esposizioni. Nella DS 1801/02 è infatti ancora presente in modo significativo, nella DS 1804-I è inesistente, nella DS 1804-II esso compare in due sole occorrenze significative, nella DS 1804-III e nei Principien der Gottes- Sitten, und Rechtslehre viene di nuovo ampiamente trattato. Infine l’impulso non trova alcuno spazio nella DS 1805, mentre svolge un ruolo di primo piano nella DS 1807. In questo contributo ci soffermiamo sulla funzione che tale concetto svolge nella DS 1804-II. Siccome il concetto di impulso sta al centro della deduzione del rapporto tra sapere assoluto o Dottrina della Scienza ci troviamo qui di fronte a una sua superiore genesi rispetto a quella fornita a partire dallo Streben presentata nei Fondamenti – superiore per il fatto di partire dal sapere assoluto per come esso viene attinto nella visione dell’essere come durch sich, in sich, aus sich e perchè guidata dall’esito della riflessione del nostro vedere entro vedere assoluto.
2009
Être et phénomène. La Doctrine de la science 1804 de Fichte
185
192
Der Trieb des Seins in der Wissenschaftslehre 1804 / M. V. d'Alfonso. - STAMPA. - 1:(2009), pp. 185-192. (Intervento presentato al convegno L’exposé de la Doctrine de la science de 1804 (II) tenutosi a Poitiers nel 18-20 novembre 2004).
M. V. d'Alfonso
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