L’accesso al mondo del lavoro è uno degli ambiti in cui le disuguaglianze di genere persistono nonostante le norme di legge vietino esplicitamente la discriminazione verso le donne. La letteratura psico-sociale ha identificato negli stereotipi di genere la causa principale di tali disuguaglianze. Sono invece rimaste inesplorate altre forme implicite di discriminazione linguistica nei confronti delle donne, come quelle che possono derivare dall’uso di termini a diversi livelli di astrazione nelle descrizioni degli altri. Le persone, infatti, variano in modo inconsapevole e allo stesso tempo strategico il grado di astrazione dei propri messaggi per influenzare la rappresentazione della realtà e i comportamenti dei propri interlocutori. Su queste basi, il presente contributo indaga se se una forma di discriminazione verso le donne che cercano di entrare nel mondo del lavoro sia rappresentata dalla scelta di termini a diversi livelli di astrazione per formulare le valutazioni dei candidati maschi e delle candidate femmine nella selezione del personale. Abbiamo codificato il grado di astrazione e la valenza dei termini che compongono le valutazioni di 68 candidati (29 M, 39 F) ad una procedura di selezione del personale condotta da una banca italiana. I risultati hanno mostrato che i selezionatori descrivono le candidate femmine utilizzando termini positivi più concreti e termini negativi più astratti rispetto ai candidati maschi. In linea con studi precedenti, i candidati selezionati sono descritti con termini positivi più astratti e negativi più concreti di quelli non selezionati. È dunque emerso che l’astrazione linguistica è uno strumento utilizzato per valutare implicitamente le donne in modo più sfavorevole rispetto agli uomini. Dal momento che la scelta di termini concreti o astratti è effettuata in modo inconsapevole, tale discriminazione di genere è particolarmente insidiosa, difficile da rilevare e quindi da contrastare.

QUANDO L’IMPLICITO SERVE IL POLITICAMENTE CORRETTO: ASTRAZIONE LINGUISTICA E DISCRIMINAZIONE DI GENERE NELLA SELEZIONE DEL PERSONALE

MENEGATTI, MICHELA;MARIANI, MARCO GIOVANNI;RUBINI, MONICA
2012

Abstract

L’accesso al mondo del lavoro è uno degli ambiti in cui le disuguaglianze di genere persistono nonostante le norme di legge vietino esplicitamente la discriminazione verso le donne. La letteratura psico-sociale ha identificato negli stereotipi di genere la causa principale di tali disuguaglianze. Sono invece rimaste inesplorate altre forme implicite di discriminazione linguistica nei confronti delle donne, come quelle che possono derivare dall’uso di termini a diversi livelli di astrazione nelle descrizioni degli altri. Le persone, infatti, variano in modo inconsapevole e allo stesso tempo strategico il grado di astrazione dei propri messaggi per influenzare la rappresentazione della realtà e i comportamenti dei propri interlocutori. Su queste basi, il presente contributo indaga se se una forma di discriminazione verso le donne che cercano di entrare nel mondo del lavoro sia rappresentata dalla scelta di termini a diversi livelli di astrazione per formulare le valutazioni dei candidati maschi e delle candidate femmine nella selezione del personale. Abbiamo codificato il grado di astrazione e la valenza dei termini che compongono le valutazioni di 68 candidati (29 M, 39 F) ad una procedura di selezione del personale condotta da una banca italiana. I risultati hanno mostrato che i selezionatori descrivono le candidate femmine utilizzando termini positivi più concreti e termini negativi più astratti rispetto ai candidati maschi. In linea con studi precedenti, i candidati selezionati sono descritti con termini positivi più astratti e negativi più concreti di quelli non selezionati. È dunque emerso che l’astrazione linguistica è uno strumento utilizzato per valutare implicitamente le donne in modo più sfavorevole rispetto agli uomini. Dal momento che la scelta di termini concreti o astratti è effettuata in modo inconsapevole, tale discriminazione di genere è particolarmente insidiosa, difficile da rilevare e quindi da contrastare.
2012
AIP 1992-2012: Psicologia, Scienza, Società
447
447
Menegatti M; Mariani M; Rubini M
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