La lotta per raggiungere l’uguaglianza di genere nel mondo del lavoro rappresenta ancora una delle sfide più importanti della nostra società. La persistenza delle barriere di genere è tuttavia particolarmente preoccupante quando riguarda l’Università, luogo di promozione della conoscenza e del cambiamento sociale. La ricerca in tale ambito ha infatti evidenziato che, nonostante leggi e regole esplicite proibiscano tale discriminazione, le donne hanno meno probabilità di accedere alla carriera accademica e di raggiungere posizioni elevate. In questo contributo suggeriamo che le variazioni dell’astrazione linguistica nei giudizi dei candidati e delle candidate a posizioni accademiche costituisca un potente mezzo per aggirare tali regole e discriminare implicitamente le donne nel momento della selezione. Il campione è costituito da 814 giudizi formulati da 139 membri di commissioni di selezione su 194 candidati a posizioni accademiche dell’Università di Bologna. Per ogni giudizio sono stati codificati il livello di astrazione di verbi ed aggettivi sulla base del Modello delle Categorie Linguistiche e la valenza. I risultati hanno evidenziato che le candidate femmine sono descritte con termini positivi più concreti e negativi più astratti dei candidati maschi e che tale discriminazione linguistica è perpetrata solamente dai commissari maschi. In altri termini, i commissari maschi descrivono le candidate femmine in modo più sfavorevole ascrivendo loro caratteristiche negative astratte, generalizzabili e durevoli nel tempo. È inoltre emerso il bias linguistico di selezione per cui i candidati selezionati sono generalmente descritti con termini positivi più astratti e negativi più concreti di quelli non selezionati. Le implicazioni di questi risultati saranno discusse considerando l’astrazione linguistica come un mezzo implicito e quindi “legale” per ostacolare la carriera accademica delle donne.
Menegatti M, Rubini M (2013). Le femmine sono “impreparate” mentre i maschi “sbagliano”: il ruolo implicito dell’astrazione linguistica nell’ostacolare la carriera accademica delle donne..
Le femmine sono “impreparate” mentre i maschi “sbagliano”: il ruolo implicito dell’astrazione linguistica nell’ostacolare la carriera accademica delle donne.
MENEGATTI, MICHELA;RUBINI, MONICA
2013
Abstract
La lotta per raggiungere l’uguaglianza di genere nel mondo del lavoro rappresenta ancora una delle sfide più importanti della nostra società. La persistenza delle barriere di genere è tuttavia particolarmente preoccupante quando riguarda l’Università, luogo di promozione della conoscenza e del cambiamento sociale. La ricerca in tale ambito ha infatti evidenziato che, nonostante leggi e regole esplicite proibiscano tale discriminazione, le donne hanno meno probabilità di accedere alla carriera accademica e di raggiungere posizioni elevate. In questo contributo suggeriamo che le variazioni dell’astrazione linguistica nei giudizi dei candidati e delle candidate a posizioni accademiche costituisca un potente mezzo per aggirare tali regole e discriminare implicitamente le donne nel momento della selezione. Il campione è costituito da 814 giudizi formulati da 139 membri di commissioni di selezione su 194 candidati a posizioni accademiche dell’Università di Bologna. Per ogni giudizio sono stati codificati il livello di astrazione di verbi ed aggettivi sulla base del Modello delle Categorie Linguistiche e la valenza. I risultati hanno evidenziato che le candidate femmine sono descritte con termini positivi più concreti e negativi più astratti dei candidati maschi e che tale discriminazione linguistica è perpetrata solamente dai commissari maschi. In altri termini, i commissari maschi descrivono le candidate femmine in modo più sfavorevole ascrivendo loro caratteristiche negative astratte, generalizzabili e durevoli nel tempo. È inoltre emerso il bias linguistico di selezione per cui i candidati selezionati sono generalmente descritti con termini positivi più astratti e negativi più concreti di quelli non selezionati. Le implicazioni di questi risultati saranno discusse considerando l’astrazione linguistica come un mezzo implicito e quindi “legale” per ostacolare la carriera accademica delle donne.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.