In un celebre libro del 1990 dedicato alla scuola delle “Annales”, Peter Burke registrava un risveglio della biografia nell’ambito della recente produzione storiografica. La scelta, oggi sempre più frequente, di questa formula narrativa sembra rispondere alla preoccupazione di restituire agli studi la libertà dei percorsi individuali, contro la sistematicità a cui tendono, invece, i lavori di sintesi. A questa considerazione induce anche il destino storiografico di Alessandro Schiavi. Per lungo tempo, infatti, la sua vita è stata ricondotta, essenzialmente, alla fedeltà verso la lezione e la memoria di Filippo Turati, cioè verso la figura centrale del socialismo riformista italiano. Rimanevano, così, nell’ombra il suo peculiare interesse per le scienze sociali, la sua attività di tecnico dell’amministrazione pubblica, il suo contributo pratico – ma anche teorico – alle vicende del socialismo italiano. Si tratta, evidentemente, di temi inconciliabili con l’immagine di semplice gregario. Essi hanno cominciato a ricevere attenzione solo a partire dall’inizio degli anni Ottanta, quando in Italia hanno trovato spazio nuovi orientamenti storiografici sensibili all’esigenza di ricostruire la storia dell’universo socialista in tutta la sua complessità e in modo sempre più svincolato da condizionamenti ideologici.
Carlo De Maria (2005). Per una biografia di Alessandro Schiavi. LA PIÈ, 5, 206-209.
Per una biografia di Alessandro Schiavi
DE MARIA, CARLO
2005
Abstract
In un celebre libro del 1990 dedicato alla scuola delle “Annales”, Peter Burke registrava un risveglio della biografia nell’ambito della recente produzione storiografica. La scelta, oggi sempre più frequente, di questa formula narrativa sembra rispondere alla preoccupazione di restituire agli studi la libertà dei percorsi individuali, contro la sistematicità a cui tendono, invece, i lavori di sintesi. A questa considerazione induce anche il destino storiografico di Alessandro Schiavi. Per lungo tempo, infatti, la sua vita è stata ricondotta, essenzialmente, alla fedeltà verso la lezione e la memoria di Filippo Turati, cioè verso la figura centrale del socialismo riformista italiano. Rimanevano, così, nell’ombra il suo peculiare interesse per le scienze sociali, la sua attività di tecnico dell’amministrazione pubblica, il suo contributo pratico – ma anche teorico – alle vicende del socialismo italiano. Si tratta, evidentemente, di temi inconciliabili con l’immagine di semplice gregario. Essi hanno cominciato a ricevere attenzione solo a partire dall’inizio degli anni Ottanta, quando in Italia hanno trovato spazio nuovi orientamenti storiografici sensibili all’esigenza di ricostruire la storia dell’universo socialista in tutta la sua complessità e in modo sempre più svincolato da condizionamenti ideologici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.