Quale sarebbe oggi l'aspetto di alcuni luoghi della città di Bologna se a suo tempo fossero stati realizzati i progetti che dovevano trasformarli? Da questa domanda nasce un'ipotesi di ricerca che l'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna ha proposto al Dipartimento di architettura dell'Università di Bologna, nel quadro della collaborazione derivante da una convenzione sottoscritta nel 2013. Il titolo richiama uno studio del 1985 su Venezia, curato tra gli altri da Lionello Puppi e Manfredo Tafuri, Le Venezie possibili. Da Palladio a Le Corbusier , studio che divenne una mostra allestita al Museo Correr. I tre contributi che seguono fanno il punto sull'avanzamento di questo progetto, che è stato sperimentato riferendosi a un'area, quella a ridosso del viale Panzacchi e della via San Mamolo, oggi nota come ex StaVeCo, interessata nel corso del Novecento da diverse proposte progettuali. Maria Beatrice Bettazzi riferisce sul progetto della Scuola di Ingegneria di Attilio Muggia; Simone Garagnani e Luisa Bravo commentano le ipotesi ricostruttive elaborate in base a quel progetto; Matteo Sintini prosegue il racconto sulle diverse ipotesi di utilizzo dell'area negli anni Trenta e Quaranta. L'intenzione è quella di estendere nei prossimi mesi il lavoro ad altri ambiti urbani già individuati, con l'intento di suscitare l'interesse e persino la sorpresa dell'osservatore, sottolineando al tempo stesso il valore decisivo del progetto urbano nel processo di riflessione sulla forma della città e sulla riconversione degli spazi a nuovi usi.

La città con il se

BETTAZZI, MARIA BEATRICE;BRAVO, LUISA;GARAGNANI, SIMONE;
2014

Abstract

Quale sarebbe oggi l'aspetto di alcuni luoghi della città di Bologna se a suo tempo fossero stati realizzati i progetti che dovevano trasformarli? Da questa domanda nasce un'ipotesi di ricerca che l'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna ha proposto al Dipartimento di architettura dell'Università di Bologna, nel quadro della collaborazione derivante da una convenzione sottoscritta nel 2013. Il titolo richiama uno studio del 1985 su Venezia, curato tra gli altri da Lionello Puppi e Manfredo Tafuri, Le Venezie possibili. Da Palladio a Le Corbusier , studio che divenne una mostra allestita al Museo Correr. I tre contributi che seguono fanno il punto sull'avanzamento di questo progetto, che è stato sperimentato riferendosi a un'area, quella a ridosso del viale Panzacchi e della via San Mamolo, oggi nota come ex StaVeCo, interessata nel corso del Novecento da diverse proposte progettuali. Maria Beatrice Bettazzi riferisce sul progetto della Scuola di Ingegneria di Attilio Muggia; Simone Garagnani e Luisa Bravo commentano le ipotesi ricostruttive elaborate in base a quel progetto; Matteo Sintini prosegue il racconto sulle diverse ipotesi di utilizzo dell'area negli anni Trenta e Quaranta. L'intenzione è quella di estendere nei prossimi mesi il lavoro ad altri ambiti urbani già individuati, con l'intento di suscitare l'interesse e persino la sorpresa dell'osservatore, sottolineando al tempo stesso il valore decisivo del progetto urbano nel processo di riflessione sulla forma della città e sulla riconversione degli spazi a nuovi usi.
2014
IBC
Maria Beatrice Bettazzi; Luisa Bravo; Simone Garagnani; Matteo Sintini
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/398086
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