L’articolo prende le mosse (§ 1) dalla situazione paradossale dell’antropologia filosofica tra un destino annunciato di decadenza (W. Schluz) e l’attuale crescente presenza delle sue argomentazioni e nozioni nella discussione sui temi etici e sull’idea stessa di “natura umana”, oltre che nella ridefinizione della filosofia sociale (J. Habermas e P. Sloterdijk). Cerca, poi (§§ 2-5), di tratteggiare un sorta di “metafilosofia” dell’antropologia filosofica discutendo le principali interpretazioni (H. Schnädelbach, H. Paetzold, O. Marquard, W. Lepenies, etc.) che la caratterizzano come reattiva, aperta a un ampio novero di discipline (le scienze naturali, umane, sociali e culturali) e insediata nel contrasto tra natura e storia, come intrecciante elementi empirici e teoretici e in grado di fornire una base descrittiva per le scelte morali. Riprende, inoltre (§§ 6-8), le più recenti prospettive di un’antropologia filosofica per il XXI secolo che oscillano tra la sua ricostruzione intorno a un nucleo teorico forte – la posizionalità eccentrica – come corrente di pensiero unitaria e la interpretazione divergente che sceglie in essa l’approccio biopolitico per ridefinire lo specifico umano lungo l’asse verticale dell’antropogenesi e della comparazione evolutiva e l’asse orizzontale dell’analisi delle diverse culture alla ricerca delle premesse delle pratiche di vita umane. Suggerisce, infine (§ 9), di esplorare attraverso gli articoli che seguono il ruolo di stimolo che l’antropologia filosofica e i suoi autori svolgono nei più disparati indirizzi della scena filosofica tedesca contemporanea, come la teorica critica, l’antropologia storica, il neopragmatismo, la filosofia sociale e la filosofia della cultura.
A. Borsari (2009). Notes on "Philosophical Anthropology" in Germany. An Introduction. IRIS, 1(1), 113-129.
Notes on "Philosophical Anthropology" in Germany. An Introduction
BORSARI, ANDREA
2009
Abstract
L’articolo prende le mosse (§ 1) dalla situazione paradossale dell’antropologia filosofica tra un destino annunciato di decadenza (W. Schluz) e l’attuale crescente presenza delle sue argomentazioni e nozioni nella discussione sui temi etici e sull’idea stessa di “natura umana”, oltre che nella ridefinizione della filosofia sociale (J. Habermas e P. Sloterdijk). Cerca, poi (§§ 2-5), di tratteggiare un sorta di “metafilosofia” dell’antropologia filosofica discutendo le principali interpretazioni (H. Schnädelbach, H. Paetzold, O. Marquard, W. Lepenies, etc.) che la caratterizzano come reattiva, aperta a un ampio novero di discipline (le scienze naturali, umane, sociali e culturali) e insediata nel contrasto tra natura e storia, come intrecciante elementi empirici e teoretici e in grado di fornire una base descrittiva per le scelte morali. Riprende, inoltre (§§ 6-8), le più recenti prospettive di un’antropologia filosofica per il XXI secolo che oscillano tra la sua ricostruzione intorno a un nucleo teorico forte – la posizionalità eccentrica – come corrente di pensiero unitaria e la interpretazione divergente che sceglie in essa l’approccio biopolitico per ridefinire lo specifico umano lungo l’asse verticale dell’antropogenesi e della comparazione evolutiva e l’asse orizzontale dell’analisi delle diverse culture alla ricerca delle premesse delle pratiche di vita umane. Suggerisce, infine (§ 9), di esplorare attraverso gli articoli che seguono il ruolo di stimolo che l’antropologia filosofica e i suoi autori svolgono nei più disparati indirizzi della scena filosofica tedesca contemporanea, come la teorica critica, l’antropologia storica, il neopragmatismo, la filosofia sociale e la filosofia della cultura.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.