Nel suo nuovo studio critico, La plume des bêtes. Les animaux dans le roman, Lucile Desblache affronta una questione che le è cara: il valore della rappresentazione letteraria dell’animalità, indagata sia nel rapporto simbolico che questa intesse con l’opposta sfera dell’umano sia nel ruolo semiotico che assume all’interno della narrazione romanzesca. Già nel 2002, infatti, la studiosa aveva dato alle stampe un lavoro simile, il Bestiaire du roman contemporain d’expression française, un lemmario animale che esplorava i valori simbolici del mondo ferino nell’opera di un numero consistente di romanzieri francofoni contemporanei (Gary, Grangé, Moinot, Nourissier etc.).

Lucille Desblache, La plume des bêtes. Les animaux dans le roman, Paris, L’Harmattan, 2011.

BRANCHINI, RACHELE
2012

Abstract

Nel suo nuovo studio critico, La plume des bêtes. Les animaux dans le roman, Lucile Desblache affronta una questione che le è cara: il valore della rappresentazione letteraria dell’animalità, indagata sia nel rapporto simbolico che questa intesse con l’opposta sfera dell’umano sia nel ruolo semiotico che assume all’interno della narrazione romanzesca. Già nel 2002, infatti, la studiosa aveva dato alle stampe un lavoro simile, il Bestiaire du roman contemporain d’expression française, un lemmario animale che esplorava i valori simbolici del mondo ferino nell’opera di un numero consistente di romanzieri francofoni contemporanei (Gary, Grangé, Moinot, Nourissier etc.).
2012
Rachele Branchini
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