Sin dagli esordi, D’Annunzio propone un intellettuale attivo ed attento al mondo che lo circonda. I poco noti articoli degli anni Ottanta e Novanta, vergati sotto pseudonimo per diverse testate romane, offrono anzi occasioni di riflessione sulla città come crogiuolo di antico e moderno, come sede dell’«anima collettiva» ma anche culla del genio individuale. A stimolarla è proprio la capitale del neonato Stato italiano, sino a quel momento arroccata nel passato, ora ansiosa di rinnovarsi sul modello delle metropoli europee. Il poeta s’impegna allora nella difesa di tutto ciò che è arte nella vita concreta, dal patrimonio tradizionale di palazzi e giardini minacciati dalla speculazione edilizia fino alle affiches, figlie vivaci e fragili della nuova società dei consumi.
Elisabetta Calderoni (2011). Arte e civiltà urbana nel giovane D’Annunzio giornalista. POETICHE, 13(2-3), 211-236.
Arte e civiltà urbana nel giovane D’Annunzio giornalista
CALDERONI, ELISABETTA
2011
Abstract
Sin dagli esordi, D’Annunzio propone un intellettuale attivo ed attento al mondo che lo circonda. I poco noti articoli degli anni Ottanta e Novanta, vergati sotto pseudonimo per diverse testate romane, offrono anzi occasioni di riflessione sulla città come crogiuolo di antico e moderno, come sede dell’«anima collettiva» ma anche culla del genio individuale. A stimolarla è proprio la capitale del neonato Stato italiano, sino a quel momento arroccata nel passato, ora ansiosa di rinnovarsi sul modello delle metropoli europee. Il poeta s’impegna allora nella difesa di tutto ciò che è arte nella vita concreta, dal patrimonio tradizionale di palazzi e giardini minacciati dalla speculazione edilizia fino alle affiches, figlie vivaci e fragili della nuova società dei consumi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.