Il concetto di 'pudore' nell'antichità classica, come numerosi altri veicoli delle emozioni, conosce un impiego anche in numerose dichiarazioni metapoetiche, a partire dall'epoca arcaica fino all'età ellenistica: in esse l'autore, rielaborando il concetto di 'pudore' attraverso mirate strategie retoriche, giustifica le proprie scelte compositive e le illustra al suo pubblico attraverso una rete di allusioni a esso ben comprensibili. Il procedimento letterario è già ben evidente in Pindaro, dove il poeta di serve dell' 'aidos' per definire la scelta di non trattare diffusamente una variante del mio, conscio dei condizionamenti che la committenza e il pubblico potevano esercitare sulle sue odi (V Nemea). Un importante sviluppo del medesimo dispositivo isi incontra, molto tempo dopo, nelle numerose dichiarazioni di età ellenistica: in particolare Callimaco in più luoghi fa riferimento al 'pudore' per significare e contrario la sua spregiudicatezza letteraria e identificandosi più volte, in modo sagacemente allusivo, con un fanciullo armato, coraggioso e allo stesso tempo sfrontato ('Aitia' e 'Inno a Demetra').
Enrica Borsoni Ciccolungo (2013). Quando il poeta ha ritegno a parlare. Pindaro, Callimaco e il pudore della parola. GRISELDAONLINE, 13, 1-9.
Quando il poeta ha ritegno a parlare. Pindaro, Callimaco e il pudore della parola.
BORSONI CICCOLUNGO, ENRICA
2013
Abstract
Il concetto di 'pudore' nell'antichità classica, come numerosi altri veicoli delle emozioni, conosce un impiego anche in numerose dichiarazioni metapoetiche, a partire dall'epoca arcaica fino all'età ellenistica: in esse l'autore, rielaborando il concetto di 'pudore' attraverso mirate strategie retoriche, giustifica le proprie scelte compositive e le illustra al suo pubblico attraverso una rete di allusioni a esso ben comprensibili. Il procedimento letterario è già ben evidente in Pindaro, dove il poeta di serve dell' 'aidos' per definire la scelta di non trattare diffusamente una variante del mio, conscio dei condizionamenti che la committenza e il pubblico potevano esercitare sulle sue odi (V Nemea). Un importante sviluppo del medesimo dispositivo isi incontra, molto tempo dopo, nelle numerose dichiarazioni di età ellenistica: in particolare Callimaco in più luoghi fa riferimento al 'pudore' per significare e contrario la sua spregiudicatezza letteraria e identificandosi più volte, in modo sagacemente allusivo, con un fanciullo armato, coraggioso e allo stesso tempo sfrontato ('Aitia' e 'Inno a Demetra').I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


