Nell’ampio spettro dei possibili deterioramenti senso-motori e cognitivi cui gli individui sono esposti durante il fisiologico progredire dell’età, le abilità linguistiche solitamente risultano alterate solo in minima parte (Nicholas et al. 1985). Per quanto riguarda le abilità lessicali, tuttavia, mentre la comprensione e la capacità di definizione rimangono pressoché stabili, l’accesso lessicale subisce un significativo declino, soprattutto a partire dalla settima decade di vita (Borod et al. 1980; Nicholas et al. 1985; Nicholas et al. 1987; Au et al. 1995; Ramsay et al. 1999); tale deterioramento non ha, di norma, un impatto significativo sulla vita quotidiana. Buona parte dei dati sulle capacità di word retrieval in età anziana deriva dalla somministrazione di batterie che privilegiano la classe grammaticale del nome; la classe del verbo, che di solito nelle lingue naturali lessicalizza le azioni, è stata infatti tradizionalmente meno studiata ed utilizzata in ambito psicometrico. Ciò è vero in particolar modo per l’italiano: sebbene alcuni item di visual confrontation naming di azioni siano stati inseriti nelle misure di screening del deterioramento cognitivo generale e nei test di diagnosi dell’afasia, nessuna delle più note batterie interamente dedicate alla lessicalizzazione di eventi risulta ad oggi integralmente tradotta e tarata (Del Corno e Lang 2009; Bianchi 2013). Anche se l’utilizzo di disegni e foto per la diagnosi testologica è, di fatto, la prassi più comune per lo studio e la validazione della lessicalizzazione di azioni (Gagliardi 2014), è stato dimostrato che le strutture neurali deputate alla decodifica degli stimoli visivi statici e dinamici sono largamente coincidenti e che vi è una sostanziale equivalenza delle prestazioni nel test in relazione alla tipologia di item presentati (Berndt et al. 1997; Lu et al. 2002; Tranel et al. 2008). Stimoli multimediali garantiscono tuttavia una rappresentazione migliore, più “ecologica”, delle azioni. Per definizione le azioni si svolgono infatti nel tempo: i video rispecchiano meglio le modalità secondo cui l’evento si presenta nella normalità alla percezione del soggetto (Szekely et al. 2005; den Ouden et al. 2009). Lo studio si propone di indagare le modalità con cui individui adulti ed anziani in normalità cognitiva lessicalizzano azioni presentate come item dinamici, allo scopo di individuare eventuali modificazioni dovute al fisiologico processo di invecchiamento. La predisposizione di un simile test non solo consente di studiare comportamento semantico, preferenze lessicali ed errori più comuni dei parlanti normali, ma è anche potenzialmente rilevante per la corretta valutazione di eventuali deficit semantici in soggetti affetti da forme dementigene e predementigene.
Gloria Gagliardi (2014). Visual Confrontation Naming di azioni in soggetti adulti ed anziani: dati della taratura della batteria SMAAV (“Semantic Memory Assessment on Action Verbs”). NEA SCIENCE, 5, 200-205.
Visual Confrontation Naming di azioni in soggetti adulti ed anziani: dati della taratura della batteria SMAAV (“Semantic Memory Assessment on Action Verbs”)
GAGLIARDI, GLORIA
2014
Abstract
Nell’ampio spettro dei possibili deterioramenti senso-motori e cognitivi cui gli individui sono esposti durante il fisiologico progredire dell’età, le abilità linguistiche solitamente risultano alterate solo in minima parte (Nicholas et al. 1985). Per quanto riguarda le abilità lessicali, tuttavia, mentre la comprensione e la capacità di definizione rimangono pressoché stabili, l’accesso lessicale subisce un significativo declino, soprattutto a partire dalla settima decade di vita (Borod et al. 1980; Nicholas et al. 1985; Nicholas et al. 1987; Au et al. 1995; Ramsay et al. 1999); tale deterioramento non ha, di norma, un impatto significativo sulla vita quotidiana. Buona parte dei dati sulle capacità di word retrieval in età anziana deriva dalla somministrazione di batterie che privilegiano la classe grammaticale del nome; la classe del verbo, che di solito nelle lingue naturali lessicalizza le azioni, è stata infatti tradizionalmente meno studiata ed utilizzata in ambito psicometrico. Ciò è vero in particolar modo per l’italiano: sebbene alcuni item di visual confrontation naming di azioni siano stati inseriti nelle misure di screening del deterioramento cognitivo generale e nei test di diagnosi dell’afasia, nessuna delle più note batterie interamente dedicate alla lessicalizzazione di eventi risulta ad oggi integralmente tradotta e tarata (Del Corno e Lang 2009; Bianchi 2013). Anche se l’utilizzo di disegni e foto per la diagnosi testologica è, di fatto, la prassi più comune per lo studio e la validazione della lessicalizzazione di azioni (Gagliardi 2014), è stato dimostrato che le strutture neurali deputate alla decodifica degli stimoli visivi statici e dinamici sono largamente coincidenti e che vi è una sostanziale equivalenza delle prestazioni nel test in relazione alla tipologia di item presentati (Berndt et al. 1997; Lu et al. 2002; Tranel et al. 2008). Stimoli multimediali garantiscono tuttavia una rappresentazione migliore, più “ecologica”, delle azioni. Per definizione le azioni si svolgono infatti nel tempo: i video rispecchiano meglio le modalità secondo cui l’evento si presenta nella normalità alla percezione del soggetto (Szekely et al. 2005; den Ouden et al. 2009). Lo studio si propone di indagare le modalità con cui individui adulti ed anziani in normalità cognitiva lessicalizzano azioni presentate come item dinamici, allo scopo di individuare eventuali modificazioni dovute al fisiologico processo di invecchiamento. La predisposizione di un simile test non solo consente di studiare comportamento semantico, preferenze lessicali ed errori più comuni dei parlanti normali, ma è anche potenzialmente rilevante per la corretta valutazione di eventuali deficit semantici in soggetti affetti da forme dementigene e predementigene.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.