I molteplici valori simbolici che la cultura medievale attribuiva agli animali offrono lo sfondo su cui vanno interpretate le immagini animali che affollano la Commedia. All’interno di tale prospettiva di ricerca, l’autore indaga in modo del tutto innovativo la presenza nell’Inferno di alcuni animali che nella tradizione medievale assumono, tra gli altri, anche un simbolismo variamente legato alla lettetarura. Dopo aver ricordato gli studi di tale orientamento già dedicati alla presenza delle gru nella Commedia, l’autore interpreta in questa chiave anche alcune similitudini animali realtive ai dannati della bolgia dei barattieri e del cerchio dei traditori: i delfini e le rane nel canto XXII, le rane e la cicogna nel canto XXXII. Si tratta di luoghi testuali in cui risuonano inoltre velate ma innegabili allusioni autobiografiche.
Giuseppe Ledda (2013). Un bestiario metaletterario nell’«Inferno» dantesco. STUDI DANTESCHI, LXXVIII, 119-153.
Un bestiario metaletterario nell’«Inferno» dantesco
LEDDA, GIUSEPPE
2013
Abstract
I molteplici valori simbolici che la cultura medievale attribuiva agli animali offrono lo sfondo su cui vanno interpretate le immagini animali che affollano la Commedia. All’interno di tale prospettiva di ricerca, l’autore indaga in modo del tutto innovativo la presenza nell’Inferno di alcuni animali che nella tradizione medievale assumono, tra gli altri, anche un simbolismo variamente legato alla lettetarura. Dopo aver ricordato gli studi di tale orientamento già dedicati alla presenza delle gru nella Commedia, l’autore interpreta in questa chiave anche alcune similitudini animali realtive ai dannati della bolgia dei barattieri e del cerchio dei traditori: i delfini e le rane nel canto XXII, le rane e la cicogna nel canto XXXII. Si tratta di luoghi testuali in cui risuonano inoltre velate ma innegabili allusioni autobiografiche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.