L’esistenza di una specificità della costruzione marchigiana, nel panorama più ampio della storia della costruzione italiana o mediterranea, è un problema che, forse, non è stato mai posto sino ad ora. Per lo meno non in forme compiute o metodologicamente soddisfacenti. Il dato costruttivo è stato spesso sottaciuto o, al più, appena sfiorato, mettendo in risalto alcuni aspetti, divenuti casi di dibattito generale alla luce della rinnovata attenzione alle tecniche costruttive definite bio-compatibili. Per cercare di rispondere al quesito posto occorre partire dallo stabilire se esiste un’identità culturale marchigiana stante la pluralità di vicende ed influenze che hanno caratterizzato la storia di questa regione che ha, nella declinazione al plurale del proprio nome, la sottolineatura delle sue molteplici sfaccettature. Paradossalmente è proprio questo polimorfismo a caratterizzare nella maniera più soddisfacente la koinè marchigiana; essa trova espressione nella differenziazione linguistica all’interno di un ambiente geografico caratterizzato principalmente dalla presenza di una zona appenninica prevalentemente montuosa, da una zona sub-appenninica caratterizzata da fertili colline e da un’ultima fascia pianeggiante e litoranea sede delle maggiori concentrazioni industriali. La reciproca influenza delle situazioni geologiche e geografiche con le complesse vicende storiche, in ultima analisi con il dato culturale, ha caratterizzato l’architettura della regione, così aperta alle molteplici sollecitazioni che derivavano sia da elementi originali, quanto da fattori esterni. Al polimorfismo culturale e linguistico corrisponde una stimolante sequenza di soluzioni tecniche e costruttive, e quindi architettoniche, molto ampie ed interessanti. La disponibilità di materiali naturali per la costruzione, conseguenza principalmente della conformazione geologica del sottosuolo, ha fornito la base materica per lo sviluppo di questa interessante e quasi ininterrotta sequenza di architetture che costituiscono un patrimonio poco conosciuto.
G. Mochi (2006). I MATERIALI DELLA TRADIZIONE COSTRUTTIVA MARCHIGIANA. NAPOLI : Luciano Editore.
I MATERIALI DELLA TRADIZIONE COSTRUTTIVA MARCHIGIANA
MOCHI, GIOVANNI
2006
Abstract
L’esistenza di una specificità della costruzione marchigiana, nel panorama più ampio della storia della costruzione italiana o mediterranea, è un problema che, forse, non è stato mai posto sino ad ora. Per lo meno non in forme compiute o metodologicamente soddisfacenti. Il dato costruttivo è stato spesso sottaciuto o, al più, appena sfiorato, mettendo in risalto alcuni aspetti, divenuti casi di dibattito generale alla luce della rinnovata attenzione alle tecniche costruttive definite bio-compatibili. Per cercare di rispondere al quesito posto occorre partire dallo stabilire se esiste un’identità culturale marchigiana stante la pluralità di vicende ed influenze che hanno caratterizzato la storia di questa regione che ha, nella declinazione al plurale del proprio nome, la sottolineatura delle sue molteplici sfaccettature. Paradossalmente è proprio questo polimorfismo a caratterizzare nella maniera più soddisfacente la koinè marchigiana; essa trova espressione nella differenziazione linguistica all’interno di un ambiente geografico caratterizzato principalmente dalla presenza di una zona appenninica prevalentemente montuosa, da una zona sub-appenninica caratterizzata da fertili colline e da un’ultima fascia pianeggiante e litoranea sede delle maggiori concentrazioni industriali. La reciproca influenza delle situazioni geologiche e geografiche con le complesse vicende storiche, in ultima analisi con il dato culturale, ha caratterizzato l’architettura della regione, così aperta alle molteplici sollecitazioni che derivavano sia da elementi originali, quanto da fattori esterni. Al polimorfismo culturale e linguistico corrisponde una stimolante sequenza di soluzioni tecniche e costruttive, e quindi architettoniche, molto ampie ed interessanti. La disponibilità di materiali naturali per la costruzione, conseguenza principalmente della conformazione geologica del sottosuolo, ha fornito la base materica per lo sviluppo di questa interessante e quasi ininterrotta sequenza di architetture che costituiscono un patrimonio poco conosciuto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.