In questo studio vengono presentati i risultati ottenuti nella degradazione di cloroformio (CF) ad opera di microrganismi aerobi butano-utilizzatori in microcosmi slurry; l’obiettivo è stato quello di determinare le migliori modalità operative per ottenere e mantenere una biomassa efficace nei processi di degradazione. Per quanto riguarda l’adattamento della biomassa indigena al substrato di crescita, fra le varie modalità testate quella che è risultata più idonea è stata la fornitura in continuo di substrato a bassa concentrazione (concentrazioni anche pari a 0.1 mg/L sono risultate efficaci per l’adattamento); nei siti in cui non è presente una biomassa attiva nella degradazione dei contaminanti l’avvio del processo può essere conseguito mediante l’introduzione di modeste quantità di biomassa precedentemente “adattata”; la biomassa sviluppatasi è in grado di continuare il processo degradativo per lunghi periodi con velocità di degradazione relativamente costanti purché venga alimentato butano (B) in quantità proporzionata al CF presente (il rapporto CF/B in massa non deve superare 0.15), mentre in assenza o in carenza del substrato primario (B) la biomassa butano-utilizzatrice viene progressivamente inattivata, fino al completo arresto della degradazione di CF.
ZANNONI A., FRASCARI D., PINELLI D., NOCENTINI M. (2004). Bonifica di acquiferi contaminati da solventi clorurati mediante processi aerobici cometabolici: ottimizzazione di alcuni parametri operativi tramite prove di degradazione di cloroformio in microcosmi slurry. s.l : s.n.
Bonifica di acquiferi contaminati da solventi clorurati mediante processi aerobici cometabolici: ottimizzazione di alcuni parametri operativi tramite prove di degradazione di cloroformio in microcosmi slurry
ZANNONI, ARIANNA;FRASCARI, DARIO;PINELLI, DAVIDE;NOCENTINI, MASSIMO
2004
Abstract
In questo studio vengono presentati i risultati ottenuti nella degradazione di cloroformio (CF) ad opera di microrganismi aerobi butano-utilizzatori in microcosmi slurry; l’obiettivo è stato quello di determinare le migliori modalità operative per ottenere e mantenere una biomassa efficace nei processi di degradazione. Per quanto riguarda l’adattamento della biomassa indigena al substrato di crescita, fra le varie modalità testate quella che è risultata più idonea è stata la fornitura in continuo di substrato a bassa concentrazione (concentrazioni anche pari a 0.1 mg/L sono risultate efficaci per l’adattamento); nei siti in cui non è presente una biomassa attiva nella degradazione dei contaminanti l’avvio del processo può essere conseguito mediante l’introduzione di modeste quantità di biomassa precedentemente “adattata”; la biomassa sviluppatasi è in grado di continuare il processo degradativo per lunghi periodi con velocità di degradazione relativamente costanti purché venga alimentato butano (B) in quantità proporzionata al CF presente (il rapporto CF/B in massa non deve superare 0.15), mentre in assenza o in carenza del substrato primario (B) la biomassa butano-utilizzatrice viene progressivamente inattivata, fino al completo arresto della degradazione di CF.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.