La corresponsabilizzazione degli enti per i reati commessi da esponenti o dipendenti nell’interesse o a vantaggio dei medesimi segna una svolta radicale rispetto alla tradizionale impostazione della persona fisica quale unica destinataria della sanzione punitiva. Superata l’originaria soluzione minimalista, la progressiva espansione dei reati presupposto ha manifestato logiche eterogenee di politica criminale in cui si sono alternati necessità e simbolismo. A fronte degli interventi obbligati da norme internazionali, la verifica di razionalità dell’attuale categoria dei reati presupposto investe la logica sottostante non solo all’inserimento di quei reati che non esprimono il disvalore dell’illegalità d’impresa, ma anche alla perdurante esclusione di reati ontologicamente d’impresa, quali i reati tributari, espressione di una vera e propria politica d’impresa, volta ad ottenere un risparmio fiscale illecito. Se la sanzione costituisce lo strumento predisposto dall’ordinamento per assicurare l’osservanza del precetto, sul piano tributario essa riveste importanza ulteriore perché alla funzione di assicurare l’osservanza del precetto si affianca quella di garantire il gettito erariale. Sull’individuazione di tali strumenti poggia quindi la funzionalità del rapporto tra politica criminale e reati tributari o meglio, in un’ottica più ampia, tra politica sanzionatoria ed illecito tributario, valorizzando l’idea che ove l’illecito sia espressione di una vera e propria politica d’impresa è (anche) l’impresa che deve sopportare le conseguenze della violazione del precetto connesso al rapporto fiscale

Evasione fiscale e politica criminale: considerazioni sull’inopportunità sistemica della mancata corresponsabilizzazione degli enti nei reati tributari / Pietro Sorbello. - In: L'INDICE PENALE. - ISSN 0019-7084. - STAMPA. - 1:(2011), pp. 167-217.

Evasione fiscale e politica criminale: considerazioni sull’inopportunità sistemica della mancata corresponsabilizzazione degli enti nei reati tributari.

SORBELLO, PIETRO
2011

Abstract

La corresponsabilizzazione degli enti per i reati commessi da esponenti o dipendenti nell’interesse o a vantaggio dei medesimi segna una svolta radicale rispetto alla tradizionale impostazione della persona fisica quale unica destinataria della sanzione punitiva. Superata l’originaria soluzione minimalista, la progressiva espansione dei reati presupposto ha manifestato logiche eterogenee di politica criminale in cui si sono alternati necessità e simbolismo. A fronte degli interventi obbligati da norme internazionali, la verifica di razionalità dell’attuale categoria dei reati presupposto investe la logica sottostante non solo all’inserimento di quei reati che non esprimono il disvalore dell’illegalità d’impresa, ma anche alla perdurante esclusione di reati ontologicamente d’impresa, quali i reati tributari, espressione di una vera e propria politica d’impresa, volta ad ottenere un risparmio fiscale illecito. Se la sanzione costituisce lo strumento predisposto dall’ordinamento per assicurare l’osservanza del precetto, sul piano tributario essa riveste importanza ulteriore perché alla funzione di assicurare l’osservanza del precetto si affianca quella di garantire il gettito erariale. Sull’individuazione di tali strumenti poggia quindi la funzionalità del rapporto tra politica criminale e reati tributari o meglio, in un’ottica più ampia, tra politica sanzionatoria ed illecito tributario, valorizzando l’idea che ove l’illecito sia espressione di una vera e propria politica d’impresa è (anche) l’impresa che deve sopportare le conseguenze della violazione del precetto connesso al rapporto fiscale
2011
Evasione fiscale e politica criminale: considerazioni sull’inopportunità sistemica della mancata corresponsabilizzazione degli enti nei reati tributari / Pietro Sorbello. - In: L'INDICE PENALE. - ISSN 0019-7084. - STAMPA. - 1:(2011), pp. 167-217.
Pietro Sorbello
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