In questo contributo vengono prese in esame alcune variabili legate al contesto esterno (setting, partecipanti, tempi, finalità) e al contesto discorsivo (contenuti e struttura linguistica) che si riscontrano nella pratica dell’IC, per vedere come l’interprete esperto si avvale di tali elementi ai fini dell’interpretazione e per suggerirne l’introduzione nell’insegnamento dell’IC. Il punto di partenza è che nella realtà professionale tali variabili determinano diverse tipologie di atti interpretativi a seconda della situazione comunicativa e del ruolo che l’interprete è chiamato a svolgere o decide di assumere nei confronti degli altri partecipanti. Sulla base degli studi descrittivi dell’interpretazione e dell’osservazione della pratica professionale, viene proposta una definizione di IC che tiene conto del ruolo dell’interprete nella situazione comunicativa in cui opera e della varietà di eventi comunicativi in cui si effettua l’IC (paragrafo 1). In seguito viene analizzata l’IC nelle sue varie fasi allo scopo di mettere in evidenza il ruolo degli elementi contestuali sia esterni sia discorsivi ed il loro peso sui processi cognitivi che compongono l’IC (paragrafo 2). Una volta individuate le variabili situazionali ed internazionali che entrano in gioco nell’atto interpretativo reale, questo viene distinto dall’atto interpretativo pedagogico sulla base degli elementi presenti nella pratica professionale e mancanti in ambito pedagogico (paragrafo 3). Infine vengono avanzate alcune proposte didattiche volte a rendere più efficaci le esercitazioni in aula grazie all'esperienza tratta dalla pratica professionale (paragrafo 4).
Amato, A.A.M. (2004). L'interpretazione consecutiva in aula: da artificio a simulazione. BOLOGNA : CLUEB.
L'interpretazione consecutiva in aula: da artificio a simulazione
Amato, Amalia Agata Maria
2004
Abstract
In questo contributo vengono prese in esame alcune variabili legate al contesto esterno (setting, partecipanti, tempi, finalità) e al contesto discorsivo (contenuti e struttura linguistica) che si riscontrano nella pratica dell’IC, per vedere come l’interprete esperto si avvale di tali elementi ai fini dell’interpretazione e per suggerirne l’introduzione nell’insegnamento dell’IC. Il punto di partenza è che nella realtà professionale tali variabili determinano diverse tipologie di atti interpretativi a seconda della situazione comunicativa e del ruolo che l’interprete è chiamato a svolgere o decide di assumere nei confronti degli altri partecipanti. Sulla base degli studi descrittivi dell’interpretazione e dell’osservazione della pratica professionale, viene proposta una definizione di IC che tiene conto del ruolo dell’interprete nella situazione comunicativa in cui opera e della varietà di eventi comunicativi in cui si effettua l’IC (paragrafo 1). In seguito viene analizzata l’IC nelle sue varie fasi allo scopo di mettere in evidenza il ruolo degli elementi contestuali sia esterni sia discorsivi ed il loro peso sui processi cognitivi che compongono l’IC (paragrafo 2). Una volta individuate le variabili situazionali ed internazionali che entrano in gioco nell’atto interpretativo reale, questo viene distinto dall’atto interpretativo pedagogico sulla base degli elementi presenti nella pratica professionale e mancanti in ambito pedagogico (paragrafo 3). Infine vengono avanzate alcune proposte didattiche volte a rendere più efficaci le esercitazioni in aula grazie all'esperienza tratta dalla pratica professionale (paragrafo 4).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.