Il D.Lgs.11.5.1999, n.152 “Disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane….” definisce e raccomanda “trattamenti di tipo appropriato” per le acque di scarico provenienti da insediamenti abitativi inferiori a 2000 AE. Il D.M. 12.6.2003 n.185 rende altresì praticabile il recupero e il riuso delle acque reflue definendo gli standard di qualità in funzione del tipo di riutilizzo condizionando, di fatto, la scelta delle tecniche di trattamento. Alla luce della vigente disciplina sugli scarichi, il territorio del Comune di Saludecio, riguar-do la produzione e smaltimento delle acque reflue, presenta al momento tre scenari principali: 1) gli agglomerati serviti dal depuratore attraverso collettori fognari esistenti e in costruzione 2) gli agglo-merati non serviti dal depuratore 3) le case sparse o nuclei isolati. Tale territorio di tipo collinare, per conformazione e distribuzione abitativa, si offre pertanto quale caso tipico cui applicare piani di risanamento idrico sanitario basati su trattamenti appropriati. Raccomandato in via prioritaria il completamento dei lavori del collettore fognario di trasfe-rimento delle acque reflue dell’abitato storico di Saludecio al depuratore di Cattolica, la presente indagine ha analizzato lo stato di fatto complessivo igienico sanitario e tracciato alcune linee guida per il trattamento di nuclei isolati e case sparse alla luce del Dlgs 152/99 e DGR 1053/03. Per l’ag-glomerato di S.Ansovino è stato altresì studiato, quale trattamento appropriato, uno schema misto sistema naturale/percolatore, con l’obbiettivo di ottenere bassi costi di gestione, buona capacità operativa in presenza di forti variazioni giornaliere di portata e a consentire il riutilizzo irriguo.
M.L. Mancini (2006). Criteri per il trattamento e la gestione delle acque reflue nel Comune di Saludecio. FIRENZE : Alinea Editrice.
Criteri per il trattamento e la gestione delle acque reflue nel Comune di Saludecio
MANCINI, MAURIZIO
2006
Abstract
Il D.Lgs.11.5.1999, n.152 “Disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane….” definisce e raccomanda “trattamenti di tipo appropriato” per le acque di scarico provenienti da insediamenti abitativi inferiori a 2000 AE. Il D.M. 12.6.2003 n.185 rende altresì praticabile il recupero e il riuso delle acque reflue definendo gli standard di qualità in funzione del tipo di riutilizzo condizionando, di fatto, la scelta delle tecniche di trattamento. Alla luce della vigente disciplina sugli scarichi, il territorio del Comune di Saludecio, riguar-do la produzione e smaltimento delle acque reflue, presenta al momento tre scenari principali: 1) gli agglomerati serviti dal depuratore attraverso collettori fognari esistenti e in costruzione 2) gli agglo-merati non serviti dal depuratore 3) le case sparse o nuclei isolati. Tale territorio di tipo collinare, per conformazione e distribuzione abitativa, si offre pertanto quale caso tipico cui applicare piani di risanamento idrico sanitario basati su trattamenti appropriati. Raccomandato in via prioritaria il completamento dei lavori del collettore fognario di trasfe-rimento delle acque reflue dell’abitato storico di Saludecio al depuratore di Cattolica, la presente indagine ha analizzato lo stato di fatto complessivo igienico sanitario e tracciato alcune linee guida per il trattamento di nuclei isolati e case sparse alla luce del Dlgs 152/99 e DGR 1053/03. Per l’ag-glomerato di S.Ansovino è stato altresì studiato, quale trattamento appropriato, uno schema misto sistema naturale/percolatore, con l’obbiettivo di ottenere bassi costi di gestione, buona capacità operativa in presenza di forti variazioni giornaliere di portata e a consentire il riutilizzo irriguo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.