Negli ultimi decenni, i sistemi urbani dei paesi più industrializzati hanno subito trasformazioni orientate ad una riduzione considerevole del consumo di suolo a fronte di interventi diffusi di riqualificazione urbana. Come è noto, tale prassi si è ormai consolidata nell'ambito della pianificazione urbanistica nell'ottica di uno sviluppo urbano maggiormente sostenibile. Seppure rimanga ancora saldamente radicato ai concetti di qualità e di sostenibilità urbana, questo tipo di approccio ha subito gli effetti di nuove situazioni contingenti, come la continua riduzione dei fondi pubblici e delle risorse atte a garantire livelli accettabili di efficienza e di qualità nei vari comparti urbani o più recentemente la grave crisi economica e finanziaria che ha investito tutti i settori economici delle città. Ai grandi interventi di riqualificazione si sostituiscono sempre più spesso micro interventi diffusi di densificazione che, in accordo con il modello della cosiddetta città compatta, tentano non solo di promuovere la rigenerazione del patrimonio edilizio esistente attraverso operazioni di infilling, cioè azioni minute di ricucitura, completamenti, innesti urbani, aumento delle unità abitative, legate quasi sempre ad azioni di miglioramento delle prestazioni energetiche, statiche ed impiantistiche del patrimonio edilizio di vecchia data, ma che perseguono anche l’obiettivo del miglioramento della qualità urbana attraverso l'implementazione di sistemi di trasporto pubblico altamente efficienti, di servizi ed attrezzature adeguati, di mix funzionali maggiormente diversificati (Burton et al., 1996; Frey, 1999; Rogers, 2005; Neuman, 2005). Oggi il concetto di città compatta sta evolvendo verso quello di città resiliente, cioè di città capace di sviluppare in modo creativo e all’interno di un quadro unitario attitudini maggiormente rivolte all’adattamento e alla flessibilità, che siano pronte a fronteggiare scenari differenti ed imprevedibili, come i rischi e gli effetti dovuti ai cambiamenti climatici che sempre più frequentemente si manifestano sul nostro territorio o al perdurare di crisi economiche che determinano fenomeni socio-economici in continua mutazione, garantendo al contempo ottime performance in termini di qualità urbana ed ambientale (Morchain e Robrecht, 2012; Jabareen, 2013). I concetti di adattamento e di flessibilità stanno stimolando l’urbanistica riguardo i modi più efficaci di regolamentare le trasformazioni della città esistente e quindi i contenuti normativi degli strumenti di pianificazione comunale, come anche le tecniche di intervento. Ad esempio, si è rivelato necessario lasciare ampia libertà d’azione agli interventi di densificazione volti alla rigenerazione edilizia ed urbana nella città consolidata, a condizione che la vivibilità e la qualità ecologica ed ambientale dell’ambiente urbano non vengano compromesse. A tal fine, tra i nuovi orientamenti emerge la tendenza a rivedere i principi su cui vengono fissati i limiti alle trasformazioni, sulla base di nuovi parametri fortemente orientati alla sostenibilità degli interventi e dunque in relazione ai principali fattori ambientali ed urbanistici coinvolti in questo processo. Di conseguenza emerge l’importanza di valutare l’entità di questi limiti secondo i modi che ormai sono entrati nelle prassi ordinarie della pianificazione urbana e territoriale, cioè attraverso la Valutazione ambientale strategica (Vas), per garantire in definitiva una ‘ragionevole densificazione’ come strategia fondamentale per la costruzione di città resilienti.

conticelli e., proli s., tondelli s. (2013). La pianificazione urbanistica e il significato della Valutazione ambientale strategica per promuovere la città resiliente. URBANISTICA DOSSIER, 4, 329-331.

La pianificazione urbanistica e il significato della Valutazione ambientale strategica per promuovere la città resiliente

CONTICELLI, ELISA;PROLI, STEFANIA;TONDELLI, SIMONA
2013

Abstract

Negli ultimi decenni, i sistemi urbani dei paesi più industrializzati hanno subito trasformazioni orientate ad una riduzione considerevole del consumo di suolo a fronte di interventi diffusi di riqualificazione urbana. Come è noto, tale prassi si è ormai consolidata nell'ambito della pianificazione urbanistica nell'ottica di uno sviluppo urbano maggiormente sostenibile. Seppure rimanga ancora saldamente radicato ai concetti di qualità e di sostenibilità urbana, questo tipo di approccio ha subito gli effetti di nuove situazioni contingenti, come la continua riduzione dei fondi pubblici e delle risorse atte a garantire livelli accettabili di efficienza e di qualità nei vari comparti urbani o più recentemente la grave crisi economica e finanziaria che ha investito tutti i settori economici delle città. Ai grandi interventi di riqualificazione si sostituiscono sempre più spesso micro interventi diffusi di densificazione che, in accordo con il modello della cosiddetta città compatta, tentano non solo di promuovere la rigenerazione del patrimonio edilizio esistente attraverso operazioni di infilling, cioè azioni minute di ricucitura, completamenti, innesti urbani, aumento delle unità abitative, legate quasi sempre ad azioni di miglioramento delle prestazioni energetiche, statiche ed impiantistiche del patrimonio edilizio di vecchia data, ma che perseguono anche l’obiettivo del miglioramento della qualità urbana attraverso l'implementazione di sistemi di trasporto pubblico altamente efficienti, di servizi ed attrezzature adeguati, di mix funzionali maggiormente diversificati (Burton et al., 1996; Frey, 1999; Rogers, 2005; Neuman, 2005). Oggi il concetto di città compatta sta evolvendo verso quello di città resiliente, cioè di città capace di sviluppare in modo creativo e all’interno di un quadro unitario attitudini maggiormente rivolte all’adattamento e alla flessibilità, che siano pronte a fronteggiare scenari differenti ed imprevedibili, come i rischi e gli effetti dovuti ai cambiamenti climatici che sempre più frequentemente si manifestano sul nostro territorio o al perdurare di crisi economiche che determinano fenomeni socio-economici in continua mutazione, garantendo al contempo ottime performance in termini di qualità urbana ed ambientale (Morchain e Robrecht, 2012; Jabareen, 2013). I concetti di adattamento e di flessibilità stanno stimolando l’urbanistica riguardo i modi più efficaci di regolamentare le trasformazioni della città esistente e quindi i contenuti normativi degli strumenti di pianificazione comunale, come anche le tecniche di intervento. Ad esempio, si è rivelato necessario lasciare ampia libertà d’azione agli interventi di densificazione volti alla rigenerazione edilizia ed urbana nella città consolidata, a condizione che la vivibilità e la qualità ecologica ed ambientale dell’ambiente urbano non vengano compromesse. A tal fine, tra i nuovi orientamenti emerge la tendenza a rivedere i principi su cui vengono fissati i limiti alle trasformazioni, sulla base di nuovi parametri fortemente orientati alla sostenibilità degli interventi e dunque in relazione ai principali fattori ambientali ed urbanistici coinvolti in questo processo. Di conseguenza emerge l’importanza di valutare l’entità di questi limiti secondo i modi che ormai sono entrati nelle prassi ordinarie della pianificazione urbana e territoriale, cioè attraverso la Valutazione ambientale strategica (Vas), per garantire in definitiva una ‘ragionevole densificazione’ come strategia fondamentale per la costruzione di città resilienti.
2013
conticelli e., proli s., tondelli s. (2013). La pianificazione urbanistica e il significato della Valutazione ambientale strategica per promuovere la città resiliente. URBANISTICA DOSSIER, 4, 329-331.
conticelli e.; proli s.; tondelli s.
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