Il Roman de Philosophie è un’opera anglonormanna della fine del XII secolo (1180 ca.) dovuta alla mano ed alla personalità spiccata e originale di un chierico: Simund de Freine. Autore anche di altri componimenti letterari e personalità significativa della corte episcopale di Hereford, Simund appare compreso profondamente entro quella complessa dialettica che contrappone e lega i centri di cultura clericali agli ambienti laici nell’Inghilterra plantageneta. Il testo, che costituisce il più antico adattamento della Consolatio philosophiae di Boezio in lingua d’oïl, appare costruito con cura quasi architettonica ed è ‘firmato’ dal suo autore con un acrostico incastonato nei primi venti versi dell’opera. Le considerazioni che si propongono nascono dall’esperienza di una nuova edizione critica e dunque anzitutto dall’osservazione della forma testuale entro la tradizione manoscritta che la trasmette. Peraltro, a partire dal fatto che l’autore opera rispetto alla sua fonte non solo una trasposizione linguistica, ma una profonda riorganizzazione e risemantizzazione del sistema narrativo, si analizzeranno in particolare l’organizzazione del lessico, anche nei termini della modalità di resa, e le strategie specifiche impiegate sia per la strutturazione del testo volgare sia per la riorganizzazione dei contenuti.

Lessico, discorso e sistemi narrativi nel "Roman de Philosophie" di Simund de Freine / Brunetti G.. - STAMPA. - (2007), pp. 193-212. (Intervento presentato al convegno Colloquio organizzato dall' Università degli Studi di Cassino tenutosi a Gaeta, Biblioteca Comunale nel 5-6 ottobre 2006).

Lessico, discorso e sistemi narrativi nel "Roman de Philosophie" di Simund de Freine

BRUNETTI, GIUSEPPINA
2007

Abstract

Il Roman de Philosophie è un’opera anglonormanna della fine del XII secolo (1180 ca.) dovuta alla mano ed alla personalità spiccata e originale di un chierico: Simund de Freine. Autore anche di altri componimenti letterari e personalità significativa della corte episcopale di Hereford, Simund appare compreso profondamente entro quella complessa dialettica che contrappone e lega i centri di cultura clericali agli ambienti laici nell’Inghilterra plantageneta. Il testo, che costituisce il più antico adattamento della Consolatio philosophiae di Boezio in lingua d’oïl, appare costruito con cura quasi architettonica ed è ‘firmato’ dal suo autore con un acrostico incastonato nei primi venti versi dell’opera. Le considerazioni che si propongono nascono dall’esperienza di una nuova edizione critica e dunque anzitutto dall’osservazione della forma testuale entro la tradizione manoscritta che la trasmette. Peraltro, a partire dal fatto che l’autore opera rispetto alla sua fonte non solo una trasposizione linguistica, ma una profonda riorganizzazione e risemantizzazione del sistema narrativo, si analizzeranno in particolare l’organizzazione del lessico, anche nei termini della modalità di resa, e le strategie specifiche impiegate sia per la strutturazione del testo volgare sia per la riorganizzazione dei contenuti.
2007
Consistenza lessicale e articolazioni tematiche del romanzo medievale
193
212
Lessico, discorso e sistemi narrativi nel "Roman de Philosophie" di Simund de Freine / Brunetti G.. - STAMPA. - (2007), pp. 193-212. (Intervento presentato al convegno Colloquio organizzato dall' Università degli Studi di Cassino tenutosi a Gaeta, Biblioteca Comunale nel 5-6 ottobre 2006).
Brunetti G.
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