In un recente articolo dedicato completamente al cartamo (Carthamus tincotorius), noto com “zafferano bastardo” comparso di recente in Clamer informa (……) sono stati descritti i metodi di coltivazione, propagazione,ecc. di questa pianta erbacea perenne. Per quanto riguarda gli apsetti patologici, sono state descritte le malattie di origine batterica e fungina, accennando in manierea sintetica a quelle che sono le infezioni virali. Con questa breve nota riguardante il cartamo, è nostra intenzione occuparci in maniera approfondita dei virus che, in Italia e nel mondo, si rendono responsabili di malattie anche gravi, capaci di compromettere la produttività degli impianti, sia all’aperto che al chiuso. Virus che infettano il cartamo, non presenti in Italia. AMV (alfalfa mosaic virus: virus del mosaico dell’erba medica) - associati a necrosi su foglie, fusti ed apici vegetativi California LeMV () California TMV (tobacco mosaic virus: virus del mosaico del tabacco) - Isolato dal pericarpo e dal tegumento di semi raccolti da piante infette in Marocco TuMV () California Virus che infettano il cartamo, presenti in Italia. CMV (cucumber mosaic virus: virus del mosaico del cetriolo) - La presenza di CMV in cartamo è nota fin dal 1959-1960, quando il virus fu individuato quasi contemporaneamente in impianti dell’Arizona ed Utah (USA) e di Israele. Successivamente, nel 1962, ulteriori ritrovamenti hanno interessato la California (USA). In Italia, la malattia associata a questo virus e indicata come “ nanismo del cartamo” è stato per la prima volta riscontrato nel 2001, in Emilia-Romagna. Sintomatologia La malattia del nanismo compromette seriamente la produttività degli impianti dato che può interessare il 70-80% delle piante. I primi sintomi si osservano sulle foglie più giovani che mostrano il lembo malformato, accartocciato e bolloso. E’ presente anche una vistosa variegatura clorotica od una maculatura gialla. La taglia della pianta è fortemente ridotta (nanismo) e la fioritura, così come la produzione dei semi (da cui si estrae l’olio) scarsa. Epidemiologia CMV ha un ampio spettro di piante ospiti (almeno 1000 specie): orticole, ornamentali ed officinali. Oltre che da piante coltivate, può essere ospitato da numerose specie spontanee che costituiscono il più importante serbatoio naturale del virus. Il cartamo, benché originario dell’Oriente, cresce spontaneo in Italia, in Friuli, Emilia-Romagna ed Umbria, per cui può costituire una pericolosa fonte d’infezione per le specie coltivate (officinali, orticole ed ornamerntali). Essendo pianta annuale ma anche biennale, la sua pericolosità è ancora più grande: essa consente la sopravvivenza di CMV nell’ambiente (“ospite ibernante”). La diffusione di CMV in natura avviene ad opera di afidi (almeno 85 specie, fra cui: Myzus persicae, Aphis fabae, A. gossypii, Macrosiphum euphorbiae, Acyrthosiphon onobrychis, ecc.), secondo la modalità della non-persistenza. Il virus viene acquisito in periodi in meno di 1 minuto e può essere trasmesso immediatamente ad un altro ospite suscettibile. E’ nota la trasmissione per seme di CMV in molte specie. Non si hanno dati relativi al cartamo. Diagnosi La diagnosi si esegue mediante saggi biologici sulle piante da saggio ed applicazione delle tecniche PAS e DAS-ELISA. CMV-cartamo è trasmissibile su piante da saggio. Ricerche eseguite hanno consentito di infettare meccanicamente 12 su 20 specie utilizzate, distribuite in 6 famiglie botaniche. Le chenopodiacee (Chenopodium amaranticolor Coste et Reyn., C. album L. e C. murale L.) evidenziano lesioni locali necrotiche dopo 3-4 giorni dall’inoculo, così come anche la fava “Supersimonia”, Vigna sinensis (L.) Walp. ed il pisello “Mezza Rama” (macchiette necrotiche rosso-marrone). Sintomi sistemici si osservano nelle cucurbitacee (bollosità e mosaico clorotico) e nelle solanacee. In particolare, Nicotiana benthamiana L. evidenzia sulle foglie ap...

Le malattie virali del cartamo / M.G.Bellardi. - In: CLAMER INFORMA. - ISSN 0394-9435. - STAMPA. - 12:(2005), pp. 35-38.

Le malattie virali del cartamo

BELLARDI, MARIA GRAZIA
2005

Abstract

In un recente articolo dedicato completamente al cartamo (Carthamus tincotorius), noto com “zafferano bastardo” comparso di recente in Clamer informa (……) sono stati descritti i metodi di coltivazione, propagazione,ecc. di questa pianta erbacea perenne. Per quanto riguarda gli apsetti patologici, sono state descritte le malattie di origine batterica e fungina, accennando in manierea sintetica a quelle che sono le infezioni virali. Con questa breve nota riguardante il cartamo, è nostra intenzione occuparci in maniera approfondita dei virus che, in Italia e nel mondo, si rendono responsabili di malattie anche gravi, capaci di compromettere la produttività degli impianti, sia all’aperto che al chiuso. Virus che infettano il cartamo, non presenti in Italia. AMV (alfalfa mosaic virus: virus del mosaico dell’erba medica) - associati a necrosi su foglie, fusti ed apici vegetativi California LeMV () California TMV (tobacco mosaic virus: virus del mosaico del tabacco) - Isolato dal pericarpo e dal tegumento di semi raccolti da piante infette in Marocco TuMV () California Virus che infettano il cartamo, presenti in Italia. CMV (cucumber mosaic virus: virus del mosaico del cetriolo) - La presenza di CMV in cartamo è nota fin dal 1959-1960, quando il virus fu individuato quasi contemporaneamente in impianti dell’Arizona ed Utah (USA) e di Israele. Successivamente, nel 1962, ulteriori ritrovamenti hanno interessato la California (USA). In Italia, la malattia associata a questo virus e indicata come “ nanismo del cartamo” è stato per la prima volta riscontrato nel 2001, in Emilia-Romagna. Sintomatologia La malattia del nanismo compromette seriamente la produttività degli impianti dato che può interessare il 70-80% delle piante. I primi sintomi si osservano sulle foglie più giovani che mostrano il lembo malformato, accartocciato e bolloso. E’ presente anche una vistosa variegatura clorotica od una maculatura gialla. La taglia della pianta è fortemente ridotta (nanismo) e la fioritura, così come la produzione dei semi (da cui si estrae l’olio) scarsa. Epidemiologia CMV ha un ampio spettro di piante ospiti (almeno 1000 specie): orticole, ornamentali ed officinali. Oltre che da piante coltivate, può essere ospitato da numerose specie spontanee che costituiscono il più importante serbatoio naturale del virus. Il cartamo, benché originario dell’Oriente, cresce spontaneo in Italia, in Friuli, Emilia-Romagna ed Umbria, per cui può costituire una pericolosa fonte d’infezione per le specie coltivate (officinali, orticole ed ornamerntali). Essendo pianta annuale ma anche biennale, la sua pericolosità è ancora più grande: essa consente la sopravvivenza di CMV nell’ambiente (“ospite ibernante”). La diffusione di CMV in natura avviene ad opera di afidi (almeno 85 specie, fra cui: Myzus persicae, Aphis fabae, A. gossypii, Macrosiphum euphorbiae, Acyrthosiphon onobrychis, ecc.), secondo la modalità della non-persistenza. Il virus viene acquisito in periodi in meno di 1 minuto e può essere trasmesso immediatamente ad un altro ospite suscettibile. E’ nota la trasmissione per seme di CMV in molte specie. Non si hanno dati relativi al cartamo. Diagnosi La diagnosi si esegue mediante saggi biologici sulle piante da saggio ed applicazione delle tecniche PAS e DAS-ELISA. CMV-cartamo è trasmissibile su piante da saggio. Ricerche eseguite hanno consentito di infettare meccanicamente 12 su 20 specie utilizzate, distribuite in 6 famiglie botaniche. Le chenopodiacee (Chenopodium amaranticolor Coste et Reyn., C. album L. e C. murale L.) evidenziano lesioni locali necrotiche dopo 3-4 giorni dall’inoculo, così come anche la fava “Supersimonia”, Vigna sinensis (L.) Walp. ed il pisello “Mezza Rama” (macchiette necrotiche rosso-marrone). Sintomi sistemici si osservano nelle cucurbitacee (bollosità e mosaico clorotico) e nelle solanacee. In particolare, Nicotiana benthamiana L. evidenzia sulle foglie ap...
2005
Le malattie virali del cartamo / M.G.Bellardi. - In: CLAMER INFORMA. - ISSN 0394-9435. - STAMPA. - 12:(2005), pp. 35-38.
M.G.Bellardi
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