La sofora (Sophora japonica), così come altre leguminose di interesse paesaggistico (mimosa, acero, catalpa, ecc.) è soggetta a malattie fungine che coinvolgono essenzialmente gli organi legnosi dando origine ai così detti "cancri rameali". Questa terminologia è comunque inesatta, dato che i patogeni responsabili dei cancri aggrediscono non solo le giovani branche ed i rami, ma anche i fusti e le branche più vecchie. I funghi patogeni Un fungo patogeno specifico della sofora e responsabile di cancri rameali è Phomopsis sophorae, parassita noto già alla fine del XIX secolo (precisamente dal 1884) nel nord Italia come Phoma sophorae, che però non è più stato segnalato se non recentemente in Puglia. Ben più comuni e pericolose risultano invece diverse specie di Nectria (N. galligena, N. cinnabarina, ecc.) che attaccano non solo la sofora, ma anche carpino, faggio, quercia, melo, pero, ecc., e che penetrano facilmente negli organi legnosi attraverso le ferite, comprese le microlesioni causate dalla caduta delle foglie. I sintomi Nelle zone corticali dei rami si evidenziano delle zone depresse che diventano sempre più evidenti, manifestando fessurazioni e screpolature. All'interno di queste depressioni i tessuti necrotrizzano dando origine a cancri longitudinali, ossia vere e proprie fessurazioni con la messa a nudo dei tessuti sottostanti. La parziale reazione della pianta provoca la formazione di ulteriori margini in rilievo, ai bordi del cancro, che accentuano la rugosità e l'irregolarità dei tessuti necrosati all'interno della lesione. Con il passare del tempo, il cancro può estendersi anche a tutta la circonferenza dell'organo colpito provocandone il disseccamento della parte distale. Inoltre, i rami interessati si spezzano facilmente sotto l'azione del vento, della neve o di altri fattori. Come comportarsi La lotta ai cancri rameali della sofora prevede interventi agronomici di tipo preventivo e curativo, quali le pratiche di rimonda degli organi colpiti e la loro tempestiva eliminazione in quanto potenziali focolai di inoculo. In caso di cancri che interessino grosse branche è utile effettuare piccoli interventi di dendrochirurgia "pulendo" e disinfettando (con sali di rame) le zone infette.

M.G.Bellardi (2005). I cancri rameali della sofora. GIARDINI, 214, 57-57.

I cancri rameali della sofora

BELLARDI, MARIA GRAZIA
2005

Abstract

La sofora (Sophora japonica), così come altre leguminose di interesse paesaggistico (mimosa, acero, catalpa, ecc.) è soggetta a malattie fungine che coinvolgono essenzialmente gli organi legnosi dando origine ai così detti "cancri rameali". Questa terminologia è comunque inesatta, dato che i patogeni responsabili dei cancri aggrediscono non solo le giovani branche ed i rami, ma anche i fusti e le branche più vecchie. I funghi patogeni Un fungo patogeno specifico della sofora e responsabile di cancri rameali è Phomopsis sophorae, parassita noto già alla fine del XIX secolo (precisamente dal 1884) nel nord Italia come Phoma sophorae, che però non è più stato segnalato se non recentemente in Puglia. Ben più comuni e pericolose risultano invece diverse specie di Nectria (N. galligena, N. cinnabarina, ecc.) che attaccano non solo la sofora, ma anche carpino, faggio, quercia, melo, pero, ecc., e che penetrano facilmente negli organi legnosi attraverso le ferite, comprese le microlesioni causate dalla caduta delle foglie. I sintomi Nelle zone corticali dei rami si evidenziano delle zone depresse che diventano sempre più evidenti, manifestando fessurazioni e screpolature. All'interno di queste depressioni i tessuti necrotrizzano dando origine a cancri longitudinali, ossia vere e proprie fessurazioni con la messa a nudo dei tessuti sottostanti. La parziale reazione della pianta provoca la formazione di ulteriori margini in rilievo, ai bordi del cancro, che accentuano la rugosità e l'irregolarità dei tessuti necrosati all'interno della lesione. Con il passare del tempo, il cancro può estendersi anche a tutta la circonferenza dell'organo colpito provocandone il disseccamento della parte distale. Inoltre, i rami interessati si spezzano facilmente sotto l'azione del vento, della neve o di altri fattori. Come comportarsi La lotta ai cancri rameali della sofora prevede interventi agronomici di tipo preventivo e curativo, quali le pratiche di rimonda degli organi colpiti e la loro tempestiva eliminazione in quanto potenziali focolai di inoculo. In caso di cancri che interessino grosse branche è utile effettuare piccoli interventi di dendrochirurgia "pulendo" e disinfettando (con sali di rame) le zone infette.
2005
M.G.Bellardi (2005). I cancri rameali della sofora. GIARDINI, 214, 57-57.
M.G.Bellardi
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