Alla vasta famiglia delle Myrtaceae appartengono alberi ed arbusti sempreverdi, alcuni tipici dell’area mediterranea come il mirto (Myrtus communis), altri di zone lontane come Mytus bullata (originario della Cina) ed il M. luma (proveniente dal Cile). Molto piacevoli ed eleganti sono anche le specie appartenenti al genere Callistemon, che crescono spontanee in Australia e Tasmania, soprattutto per le loro infiorescenze (rosso vivace, rosso brillante o giallo, a seconda della specie), simili a spazzolini. Fra le malattie più pericolose e diffuse sulle mirtacee si annoverano quelle fungine, ed una in particolare: la “maculatura fogliare” causata da Cylindrocladium scoparium, molto pericolosa poiché porta al disseccamento della pianta. I sintomi Il fungo Cylindrocladium scoparium determina sulle foglie la formazione di maculature necrotiche di colore ocraceo o rossastro; a volte è solamente l’alone che le circonda che assume una colorazione rossiccia. Le foglie colpite disseccano precocemente e cadono. Queste macchie rossicce sono diffuse sulla lamina fogliare delle diverse specie di Callistemon, ma anche su mirto ed eucalipto (che è sempre un mirtacea) e poi ancora su ibisco, pittosporo, passiflora, cisto, edera, ecc. I danni più frequenti e pericolosi sono rappresentati dalla caduta inaspettata delle foglie (filloptosi), conseguenti a massicce e diffuse maculature fogliari, ed ai disseccamenti rameali che procedono dall’alto della pianta verso il basso, soprattutto sugli individui giovani. Le infezioni sono favorite da temperature miti ed elevata umidità, e sono più evidenti nel periodo autunnale. Il patogeno si conserva, sulle foglie infette cadute a terra, sotto forma di particolari ed appositi organi detti microsclerozi, che poi differenziano i conidi (le spore) infettanti. Cosa fare? Una delle principali vie di diffusione del patogeno sembra costituito dagli spruzzi di acqua e di terreno infetto durante le operazioni di irrigazione a pioggia, anche se non sono escluse altre vie di contaminazione mediante l’impiego di substrati o di materiale di propagazione già contaminato. In condizioni di coltivazione possono rendersi necessari interventi chimici da eseguirsi con prodotti a base di Rame (Ossicloruri ed Idrossidi di Rame). In particolare, in maniera sia preventiva che curativa, è opportuno sottoporre le piante ad un trattamento con ossicloruro di rame-50 (irritante) o tiofanato-metile-70 (non classificato), alle rispettive dosi di grammi 400 e 125 per 100 litri di acqua.

M.G.Bellardi (2005). Maculatura fogliare sulle Mirtacee. GIARDINI, 210, 67-67.

Maculatura fogliare sulle Mirtacee

BELLARDI, MARIA GRAZIA
2005

Abstract

Alla vasta famiglia delle Myrtaceae appartengono alberi ed arbusti sempreverdi, alcuni tipici dell’area mediterranea come il mirto (Myrtus communis), altri di zone lontane come Mytus bullata (originario della Cina) ed il M. luma (proveniente dal Cile). Molto piacevoli ed eleganti sono anche le specie appartenenti al genere Callistemon, che crescono spontanee in Australia e Tasmania, soprattutto per le loro infiorescenze (rosso vivace, rosso brillante o giallo, a seconda della specie), simili a spazzolini. Fra le malattie più pericolose e diffuse sulle mirtacee si annoverano quelle fungine, ed una in particolare: la “maculatura fogliare” causata da Cylindrocladium scoparium, molto pericolosa poiché porta al disseccamento della pianta. I sintomi Il fungo Cylindrocladium scoparium determina sulle foglie la formazione di maculature necrotiche di colore ocraceo o rossastro; a volte è solamente l’alone che le circonda che assume una colorazione rossiccia. Le foglie colpite disseccano precocemente e cadono. Queste macchie rossicce sono diffuse sulla lamina fogliare delle diverse specie di Callistemon, ma anche su mirto ed eucalipto (che è sempre un mirtacea) e poi ancora su ibisco, pittosporo, passiflora, cisto, edera, ecc. I danni più frequenti e pericolosi sono rappresentati dalla caduta inaspettata delle foglie (filloptosi), conseguenti a massicce e diffuse maculature fogliari, ed ai disseccamenti rameali che procedono dall’alto della pianta verso il basso, soprattutto sugli individui giovani. Le infezioni sono favorite da temperature miti ed elevata umidità, e sono più evidenti nel periodo autunnale. Il patogeno si conserva, sulle foglie infette cadute a terra, sotto forma di particolari ed appositi organi detti microsclerozi, che poi differenziano i conidi (le spore) infettanti. Cosa fare? Una delle principali vie di diffusione del patogeno sembra costituito dagli spruzzi di acqua e di terreno infetto durante le operazioni di irrigazione a pioggia, anche se non sono escluse altre vie di contaminazione mediante l’impiego di substrati o di materiale di propagazione già contaminato. In condizioni di coltivazione possono rendersi necessari interventi chimici da eseguirsi con prodotti a base di Rame (Ossicloruri ed Idrossidi di Rame). In particolare, in maniera sia preventiva che curativa, è opportuno sottoporre le piante ad un trattamento con ossicloruro di rame-50 (irritante) o tiofanato-metile-70 (non classificato), alle rispettive dosi di grammi 400 e 125 per 100 litri di acqua.
2005
M.G.Bellardi (2005). Maculatura fogliare sulle Mirtacee. GIARDINI, 210, 67-67.
M.G.Bellardi
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