Fra le tante bulbose perenni coltivate come annuali, un posto di tutto rispetto merita il gladiolo (Gladiolus spp.), che ben si presta a formare bordure estive miste od aiuole multicolori, soprattutto nelle varietà a taglia bassa. Purtroppo, però, questa pianta è soggetta a numerose malattie fungine, fa cui la così detta “ruggine trasversale” causata da Uromyces trasversalis. Descritta per la prima volta nel 1876 in Sud Africa su di un’altra iridacea, Tritonia securigera, ha fatto la sua comparsa in Italia su gladiolo solamente nel 1966, facendo registrare subito in alcune regioni del centro-sud, percentuali di infezione anche del 90-100%. Ecco come si presenta la “ruggine trasversale” e, soprattutto, cosa fare per evitare che i nostri gladioli si ammalino. I sintomi I primi sintomi della malattia compaiono sulle parti basali delle foglie e poi si estendono a tutta la parte epigea della pianta, sotto forma di pustole (uredosori) di colore giallo-arancio, disposte perpendicolarmente alle nervature (da cui il nome di “ruggine trasversale”). Tali pustole (di 3x0,5 mm) sono dapprima ricoperte dall’epidermide fogliare, che poi si lacera e lascia uscire un ammasso di spore giallastre. A volte, su entrambe le lamine fogliari, sono visibili anche pustole brunastre, sempre trasversali. Quando le condizioni ambientali sono favorevoli al patogeno, e precisamente nei periodi caratterizzati da temperature medio-alte (optimum intorno ai 15°C) e prolungate bagnature fogliari, il numero di pustole diviene così elevato da causare il disseccamento di tutta la lamina fogliare e la morte prematura della pianta. Cosa fare? A differenza di quanto accade per altre malattie fungine, la diagnosi della “ruggine trasversale” è facilitata dalla specificità dei sintomi che la contraddistingue. L’impiego di cultivars resistenti rappresenta certamente il metodo di difesa più sicuro e di più facile adozione, ma la loro attuale disponibilità è ancora limitata. Ciò vuol dire che la quasi totalità degli ibridi di gladiolo in commercio sono suscettibili alla malattia. Occorre perciò seguire una semplice regola di coltivazione: fare in modo che le foglie non siano bagnate a lungo (ad es., evitare l’irrigazione a pioggia). Nel caso ci accorgessimo che alcuni gladioli mostrano i primi sintomi, non è consigliabile intervenire chimicamente (con prodotti a base di derivati triazolici): è preferibile eliminarli tempestivamente facendo attenzione che non rimangano detriti vegetati infetti nel terreno.

“Ruggine trasversale” su gladiolo / M.G.Bellardi. - In: GIARDINI. - ISSN 0394-0853. - STAMPA. - 209:(2005), pp. 73-73.

“Ruggine trasversale” su gladiolo

BELLARDI, MARIA GRAZIA
2005

Abstract

Fra le tante bulbose perenni coltivate come annuali, un posto di tutto rispetto merita il gladiolo (Gladiolus spp.), che ben si presta a formare bordure estive miste od aiuole multicolori, soprattutto nelle varietà a taglia bassa. Purtroppo, però, questa pianta è soggetta a numerose malattie fungine, fa cui la così detta “ruggine trasversale” causata da Uromyces trasversalis. Descritta per la prima volta nel 1876 in Sud Africa su di un’altra iridacea, Tritonia securigera, ha fatto la sua comparsa in Italia su gladiolo solamente nel 1966, facendo registrare subito in alcune regioni del centro-sud, percentuali di infezione anche del 90-100%. Ecco come si presenta la “ruggine trasversale” e, soprattutto, cosa fare per evitare che i nostri gladioli si ammalino. I sintomi I primi sintomi della malattia compaiono sulle parti basali delle foglie e poi si estendono a tutta la parte epigea della pianta, sotto forma di pustole (uredosori) di colore giallo-arancio, disposte perpendicolarmente alle nervature (da cui il nome di “ruggine trasversale”). Tali pustole (di 3x0,5 mm) sono dapprima ricoperte dall’epidermide fogliare, che poi si lacera e lascia uscire un ammasso di spore giallastre. A volte, su entrambe le lamine fogliari, sono visibili anche pustole brunastre, sempre trasversali. Quando le condizioni ambientali sono favorevoli al patogeno, e precisamente nei periodi caratterizzati da temperature medio-alte (optimum intorno ai 15°C) e prolungate bagnature fogliari, il numero di pustole diviene così elevato da causare il disseccamento di tutta la lamina fogliare e la morte prematura della pianta. Cosa fare? A differenza di quanto accade per altre malattie fungine, la diagnosi della “ruggine trasversale” è facilitata dalla specificità dei sintomi che la contraddistingue. L’impiego di cultivars resistenti rappresenta certamente il metodo di difesa più sicuro e di più facile adozione, ma la loro attuale disponibilità è ancora limitata. Ciò vuol dire che la quasi totalità degli ibridi di gladiolo in commercio sono suscettibili alla malattia. Occorre perciò seguire una semplice regola di coltivazione: fare in modo che le foglie non siano bagnate a lungo (ad es., evitare l’irrigazione a pioggia). Nel caso ci accorgessimo che alcuni gladioli mostrano i primi sintomi, non è consigliabile intervenire chimicamente (con prodotti a base di derivati triazolici): è preferibile eliminarli tempestivamente facendo attenzione che non rimangano detriti vegetati infetti nel terreno.
2005
“Ruggine trasversale” su gladiolo / M.G.Bellardi. - In: GIARDINI. - ISSN 0394-0853. - STAMPA. - 209:(2005), pp. 73-73.
M.G.Bellardi
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