La bignonia (Campsis grandiflora) è una pianta nativa della Cina e della Corea, introdotta in Europa nell’ ‘800. Si tratta di un arbusto rampicante in grado di sopravvivere fino a 100 anni e caratterizzato da notevoli proprietà ornamentali: le foglie sono composte da 7-9 foglioline ovali, seghettate; i fiori, imbutiformi, sono riuniti in mazzi penduli di colore arancio scuro o rosso; i frutti sono capsule non carnose tinte come i fiori. La sua crescita è rapida e può raggiungere l’altezza di 15 metri arrampicandosi su tronchi, alberi, arbusti, muri, pergolati, ecc. (Figura 1). Dal punto di vista patologico sulla bignonia sono stati fino ad oggi rinvenuti soprattutto patogeni fungini, quali Microsphaera alni ed Erysiphe cichoracearum (agenti di oidio o mal bianco), Phyllostica spp. e Cercospora spp. (agenti di maculature fogliari). Non è mai stata, invece, riscontrata alcuna infezione di origine batterica o virale. Di seguito vengono riportati i risultati di una indagine epidemiologica eseguita in alcune regioni italiane con lo scopo di individuare “nuovi” ospiti naturali del virus del mosaico del cetriolo (cucmber mosaic virus: CMV). Una delle specie riscontrate infette da questo Cucumovirus è C. grandiflora. Reperimento dei campioni I campioni di bignonia da analizzare sono stati raccolti in Liguria, e precisamente nella zona marittima presso Sanremo (Imperia); le piante sintomatiche crescevano in un giardino privato. I sintomi interessavano le foglie: mosaico giallo nervale e perinervale, deformazione ed arricciamento del lembo, arresto di sviluppo della pianta (Figure 2 e 3). I fiori erano asintomatici. Trattandosi di una sintomatologia di probabile eziologia virale, sono state applicate le tecniche diagnostiche di routine: - saggi biologici su piante erbacee indicatrici (inoculazioni meccaniche del succo fogliare); - osservazioni al microscopio elettronico Philips CM10 (80 kV) applicando la tecnica del “leaf dip”; - sierodiagnosi (tecnica PAS-ELISA). Risultati e discussione Mediante l’inoculazione meccanica del succo fogliare di bignonia sintomatica è stato possibile trasmettere un’infezione virale a molte delle specie erbacee utilizzate. Delle 28 specie inoculate, 17 sono risultate infette. Fra queste, le Chenopodiaceae hanno manifestato infezione locale (lesioni cloro-necrotiche) in 3-4 giorni; fra le Amaranthaceae, Gomphrena globosa ha evidenziato sintomi locali e sistemici (nanismo, deformazione fogliare e mosaico clorotico) (Figura 4). Tutte le Cucurbitaceae (cetriolo, melone, zucchino, cocomero, ecc.) inoculate hanno contratto infezione sistemica (mosaico e bollosità sulle foglie apicali) così come le Solanaceae (tabacco, melanzana, peperone, stramonio, ecc.) (mosaico, bollosità, deformazione fogliare) (Figura 5). L’osservazione al microscopio elettronico dei succhi fogliari, prelevati da bignonia e dalle piante inoculate sintomatiche, non ha consentito di evidenziare la presenza di particelle virali allungate. L’applicazione della tecnica PAS-ELISA, utilizzando i sieri a disposizione presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroambientali (Patologia Vegetale), Università di Bologna, contro virus noti di tipo isodiametrico, ha permesso di identificare il virus presente in bignonia e trasmesso sulle piante erbacee con i sintomi descritti, come un isolato di CMV. Dato che in Letteratura non sono riportati precedenti casi di infezione virale, questo ritrovamento rappresenta la prima segnalazione di una malattia virale su Campsis grandiflora; inoltre, questa pianta costituisce un nuovo ospite naturale di CMV. La sintomatologia osservata corrisponde a quella che generalmente si associa alla presenza di CMV, vale a dire alterazioni cromatiche e morfologiche sulle foglie, oltre alla riduzione di crescita della pianta. Dal 1979, in Italia, questo virus è stato spesso riscontrato su specie arbustive ornamentali (su alcune di queste malattie ci siamo soffermati in precedenti articoli app...

Malformazione fogliare della bignonia / M.G.Bellardi. - In: CLAMER INFORMA. - ISSN 0394-9435. - STAMPA. - 4:(2004), pp. 29-31.

Malformazione fogliare della bignonia

BELLARDI, MARIA GRAZIA
2004

Abstract

La bignonia (Campsis grandiflora) è una pianta nativa della Cina e della Corea, introdotta in Europa nell’ ‘800. Si tratta di un arbusto rampicante in grado di sopravvivere fino a 100 anni e caratterizzato da notevoli proprietà ornamentali: le foglie sono composte da 7-9 foglioline ovali, seghettate; i fiori, imbutiformi, sono riuniti in mazzi penduli di colore arancio scuro o rosso; i frutti sono capsule non carnose tinte come i fiori. La sua crescita è rapida e può raggiungere l’altezza di 15 metri arrampicandosi su tronchi, alberi, arbusti, muri, pergolati, ecc. (Figura 1). Dal punto di vista patologico sulla bignonia sono stati fino ad oggi rinvenuti soprattutto patogeni fungini, quali Microsphaera alni ed Erysiphe cichoracearum (agenti di oidio o mal bianco), Phyllostica spp. e Cercospora spp. (agenti di maculature fogliari). Non è mai stata, invece, riscontrata alcuna infezione di origine batterica o virale. Di seguito vengono riportati i risultati di una indagine epidemiologica eseguita in alcune regioni italiane con lo scopo di individuare “nuovi” ospiti naturali del virus del mosaico del cetriolo (cucmber mosaic virus: CMV). Una delle specie riscontrate infette da questo Cucumovirus è C. grandiflora. Reperimento dei campioni I campioni di bignonia da analizzare sono stati raccolti in Liguria, e precisamente nella zona marittima presso Sanremo (Imperia); le piante sintomatiche crescevano in un giardino privato. I sintomi interessavano le foglie: mosaico giallo nervale e perinervale, deformazione ed arricciamento del lembo, arresto di sviluppo della pianta (Figure 2 e 3). I fiori erano asintomatici. Trattandosi di una sintomatologia di probabile eziologia virale, sono state applicate le tecniche diagnostiche di routine: - saggi biologici su piante erbacee indicatrici (inoculazioni meccaniche del succo fogliare); - osservazioni al microscopio elettronico Philips CM10 (80 kV) applicando la tecnica del “leaf dip”; - sierodiagnosi (tecnica PAS-ELISA). Risultati e discussione Mediante l’inoculazione meccanica del succo fogliare di bignonia sintomatica è stato possibile trasmettere un’infezione virale a molte delle specie erbacee utilizzate. Delle 28 specie inoculate, 17 sono risultate infette. Fra queste, le Chenopodiaceae hanno manifestato infezione locale (lesioni cloro-necrotiche) in 3-4 giorni; fra le Amaranthaceae, Gomphrena globosa ha evidenziato sintomi locali e sistemici (nanismo, deformazione fogliare e mosaico clorotico) (Figura 4). Tutte le Cucurbitaceae (cetriolo, melone, zucchino, cocomero, ecc.) inoculate hanno contratto infezione sistemica (mosaico e bollosità sulle foglie apicali) così come le Solanaceae (tabacco, melanzana, peperone, stramonio, ecc.) (mosaico, bollosità, deformazione fogliare) (Figura 5). L’osservazione al microscopio elettronico dei succhi fogliari, prelevati da bignonia e dalle piante inoculate sintomatiche, non ha consentito di evidenziare la presenza di particelle virali allungate. L’applicazione della tecnica PAS-ELISA, utilizzando i sieri a disposizione presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroambientali (Patologia Vegetale), Università di Bologna, contro virus noti di tipo isodiametrico, ha permesso di identificare il virus presente in bignonia e trasmesso sulle piante erbacee con i sintomi descritti, come un isolato di CMV. Dato che in Letteratura non sono riportati precedenti casi di infezione virale, questo ritrovamento rappresenta la prima segnalazione di una malattia virale su Campsis grandiflora; inoltre, questa pianta costituisce un nuovo ospite naturale di CMV. La sintomatologia osservata corrisponde a quella che generalmente si associa alla presenza di CMV, vale a dire alterazioni cromatiche e morfologiche sulle foglie, oltre alla riduzione di crescita della pianta. Dal 1979, in Italia, questo virus è stato spesso riscontrato su specie arbustive ornamentali (su alcune di queste malattie ci siamo soffermati in precedenti articoli app...
2004
Malformazione fogliare della bignonia / M.G.Bellardi. - In: CLAMER INFORMA. - ISSN 0394-9435. - STAMPA. - 4:(2004), pp. 29-31.
M.G.Bellardi
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