Il bosso (Buxus sempervirens L.) è un arbusto sempreverde dall’aspetto fortemente ramificato e cespuglioso; le foglie sono ovali e coriacee; i fiori piccoli e di colore crema compaiono in giugno-luglio. E’ una pianta molto resistente, utilizzata principalmente per realizzare siepi oppure cespugli globosi di forte carattere ornamentale. Dal punto di vista patologico si annoverano diversi funghi patogeni quali agenti di marciumi delle parti basali della pianta, carie, tracheomicosi e cancri (Armillariella mellea, Rosellinia necatrix, Verticillium buxi, Fusarium buxicola, Nectria sp., Puccinia buxi, ecc.). Non si hanno, invece, segnalazioni riguardanti infezioni di origine virale. Di seguito vengono riportati i risultati di indagini virologiche eseguite su campioni di bosso inviati da aziende vivaistiche della Toscana alla fine del 2001 e che hanno portato all’identificazione del virus della necrosi striata del tabacco (tobacco necrosis virus: TSV): Sintomatologia I tre campioni di bosso oggetto di studio, coltivati in vaso, sono pervenuti al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroambientali (Patologia Vegetale), Università di Bologna, nell’ottobre del 2001. La sintomatologia era piuttosto caratteristica ed omogenea sulle tre piante esaminate: 1) il campione presentava un mosaico giallo piuttosto marcato, clorosi diffusa e difficoltà di crescita regolare (Figura 1); 2) la pianta presentava gli stessi sintomi dell’esemplare sopra descritto, con una clorosi leggermente più accentuata e nanismo (Figure 1, 2, 3); 3) il mosaico fogliare creava maculature e schiarimenti più evidenti sulle porzioni periferiche del lembo; nel complesso, la pianta aveva una taglia molto ridotta ed appariva stentata (Figura 4). Indagine virologica I campioni di bosso sono stati sottoposti alle indagini virologiche di routine: - saggi biologici su piante di saggio (inoculazioni meccaniche); - osservazioni al microscopio elettronico Philips CM10 (tecnica del “leaf-dip”); - sierodiagnosi (PAS-ELISA ed ISEM). L’inoculazione meccanica eseguita su piante erbacee ha permesso di infettare 11 delle 26 specie botaniche saggiate: 10 hanno manifestato sintomi locali, di cui 3 anche sistemici; 1 specie ha evidenziato unicamente sintomi sistemici. Il cetriolo, in particolare, ha mostrato anulature necrotiche concentriche biancastre sul lembo delle foglie cotiledonali (Figura 5); il fagiolo dall’occhio (Vigna sisnesis L. “Black eye”) ha evidenziato anulature necrotiche locali di colore rossastro (Figura 6). Particolarmente suscettibili all’infezione sono risultate le specie appartenenti alla famiglia delle Solanaceae: tabacco, pomodoro, melanzana, ecc. (lesioni necrotiche ed anulature di colore biancastro, mosaico ed arricciamenti fogliari). Dalle osservazioni effettuate al microscopio elettronico dei preparati con succo fogliare del bosso e delle piante sintomatiche infettate meccanicamente, non è risultata la presenza di particelle virali allungate. I saggi immunoenzimatici PAS-ELISA effettuati utilizzando sieri contro virus noti hanno dato esito negativo. Al contrario, l’applicazione della tecnica ISEM ha consentito di diagnosticare nel bosso e nelle piante infettate meccanicamente, la presenza dei TSV. Infatti, utilizzando il siero anti-TSV, si è potuta osservare nei singoli preparati la presenza di particelle virali isodiametriche “decorate” con gli anticorpi specifici. Discussione Questa del bosso rappresenta la prima segnalazione di una malattia virale; inoltre, questa pianta entra a far parte della lista degli ospiti naturali di TSV. L’isolamento di TSV dai campioni sintomatici di bosso è stato difficoltoso; in aggiunta, la variabilità con cui si sono presentati i sintomi sulle piante erbacee saggiate non ha facilitato una prima diagnosi visiva. Il metodo ELISA e l’osservazione al microscopio elettronico non sono stati in grado di mettere in evidenza l’entità virale presente nei campioni. Solamente grazie alla tec...

Il “nanismo” del bosso / Bellardi M.G.. - In: CLAMER INFORMA. - ISSN 0394-9435. - STAMPA. - 3:(2004), pp. 45-47.

Il “nanismo” del bosso

BELLARDI, MARIA GRAZIA
2004

Abstract

Il bosso (Buxus sempervirens L.) è un arbusto sempreverde dall’aspetto fortemente ramificato e cespuglioso; le foglie sono ovali e coriacee; i fiori piccoli e di colore crema compaiono in giugno-luglio. E’ una pianta molto resistente, utilizzata principalmente per realizzare siepi oppure cespugli globosi di forte carattere ornamentale. Dal punto di vista patologico si annoverano diversi funghi patogeni quali agenti di marciumi delle parti basali della pianta, carie, tracheomicosi e cancri (Armillariella mellea, Rosellinia necatrix, Verticillium buxi, Fusarium buxicola, Nectria sp., Puccinia buxi, ecc.). Non si hanno, invece, segnalazioni riguardanti infezioni di origine virale. Di seguito vengono riportati i risultati di indagini virologiche eseguite su campioni di bosso inviati da aziende vivaistiche della Toscana alla fine del 2001 e che hanno portato all’identificazione del virus della necrosi striata del tabacco (tobacco necrosis virus: TSV): Sintomatologia I tre campioni di bosso oggetto di studio, coltivati in vaso, sono pervenuti al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroambientali (Patologia Vegetale), Università di Bologna, nell’ottobre del 2001. La sintomatologia era piuttosto caratteristica ed omogenea sulle tre piante esaminate: 1) il campione presentava un mosaico giallo piuttosto marcato, clorosi diffusa e difficoltà di crescita regolare (Figura 1); 2) la pianta presentava gli stessi sintomi dell’esemplare sopra descritto, con una clorosi leggermente più accentuata e nanismo (Figure 1, 2, 3); 3) il mosaico fogliare creava maculature e schiarimenti più evidenti sulle porzioni periferiche del lembo; nel complesso, la pianta aveva una taglia molto ridotta ed appariva stentata (Figura 4). Indagine virologica I campioni di bosso sono stati sottoposti alle indagini virologiche di routine: - saggi biologici su piante di saggio (inoculazioni meccaniche); - osservazioni al microscopio elettronico Philips CM10 (tecnica del “leaf-dip”); - sierodiagnosi (PAS-ELISA ed ISEM). L’inoculazione meccanica eseguita su piante erbacee ha permesso di infettare 11 delle 26 specie botaniche saggiate: 10 hanno manifestato sintomi locali, di cui 3 anche sistemici; 1 specie ha evidenziato unicamente sintomi sistemici. Il cetriolo, in particolare, ha mostrato anulature necrotiche concentriche biancastre sul lembo delle foglie cotiledonali (Figura 5); il fagiolo dall’occhio (Vigna sisnesis L. “Black eye”) ha evidenziato anulature necrotiche locali di colore rossastro (Figura 6). Particolarmente suscettibili all’infezione sono risultate le specie appartenenti alla famiglia delle Solanaceae: tabacco, pomodoro, melanzana, ecc. (lesioni necrotiche ed anulature di colore biancastro, mosaico ed arricciamenti fogliari). Dalle osservazioni effettuate al microscopio elettronico dei preparati con succo fogliare del bosso e delle piante sintomatiche infettate meccanicamente, non è risultata la presenza di particelle virali allungate. I saggi immunoenzimatici PAS-ELISA effettuati utilizzando sieri contro virus noti hanno dato esito negativo. Al contrario, l’applicazione della tecnica ISEM ha consentito di diagnosticare nel bosso e nelle piante infettate meccanicamente, la presenza dei TSV. Infatti, utilizzando il siero anti-TSV, si è potuta osservare nei singoli preparati la presenza di particelle virali isodiametriche “decorate” con gli anticorpi specifici. Discussione Questa del bosso rappresenta la prima segnalazione di una malattia virale; inoltre, questa pianta entra a far parte della lista degli ospiti naturali di TSV. L’isolamento di TSV dai campioni sintomatici di bosso è stato difficoltoso; in aggiunta, la variabilità con cui si sono presentati i sintomi sulle piante erbacee saggiate non ha facilitato una prima diagnosi visiva. Il metodo ELISA e l’osservazione al microscopio elettronico non sono stati in grado di mettere in evidenza l’entità virale presente nei campioni. Solamente grazie alla tec...
2004
Il “nanismo” del bosso / Bellardi M.G.. - In: CLAMER INFORMA. - ISSN 0394-9435. - STAMPA. - 3:(2004), pp. 45-47.
Bellardi M.G.
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