Piccola o grande che sia (ve ne sono di appena 30 cm di altezza ad oltre 1 metro e mezzo), la dalia (Dahlia sp.) è certamente una delle piante più amate ed apprezzate in un giardino. Non importa se l’utilizziamo per una piccola bordura o la preferiamo di taglia grande per reciderne i fiori: l’importante è che fiorisca in piena estate od in autunno regalandoci vivaci capolini semplici, doppi, a palla, a forma di margherita o somiglianti ad anemoni o peonie. Chi ama la dalia sa bene che si tratta di una pianta non facile da coltivare: è poco rustica, abbastanza delicata, sofferente del gelo, molto esigente nei confronti del terreno e, non da ultimo, soggetta a numerose malattie parassitarie ad iniziare da quelle fungine, batteriche e virali, fino ad arrivare a quelle dovute ad afidi, cicaline, minatori fogliari, acari, nematodi, ecc. Il “malbianco” Una delle malattie più frequenti nel giardino sul finire dell’estate, in concomitanza di periodi privi di pioggia ma con un’elevata umidità relativa dell’aria, è il “malbianco” od oidio, su cui ci siamo soffermati alcuni mesi fa a proposito della largestroemia, mettendone in evidenza la vasta gamma di piante ospiti: una di queste è purtroppo la dalia. Responsabile del “malbianco” della dalia è Erysiphe poligoni (forma sessuata) ed Oidium erysiphoides (forma asessuata), un fungo che colpisce prevalentemente le foglie ed i germogli. Questi si ricoprono di una patina bianca, di aspetto farinoso e polverulento costituita dal micelio fungino delle ife che portano i conidi (le spore) responsabili della successiva diffusione della malattia. La vegetazione colpita si sviluppa stentatamente: germogli e foglioline tendono a deformarsi; i tessuti infetti subiscono alterazioni di colore, divenendo di colore grigio o bronzeo, per poi avvizzire velocemente e disseccarsi. In determinate situazioni possono essere colpiti anche i fiori che appaiono malformati, incompleti e che generalmente avvizziscono. Cosa fare? Se l’attacco è grave e, oltre alla dalia, sono colpite altre piante del giardino (non dimentichiamo mai che si tratta di un fungo patogeno è assai polifago), occorre intervenire con trattamenti chimici fogliari ricorrendo allo zolfo bagnabile-80 (non classificato), alla dose di 20 gr per 10 litri di acqua, oppure al bitertanolo-25 (non classificato), alla dose di 10 ml per 10 litri di acqua. Il trattamento va ripetuto ogni 10-12 giorni, per almeno 3 volte.

Il malbianco della dalia / M.G. Bellardi. - In: GIARDINI. - ISSN 0394-0853. - STAMPA. - 2001:(2004), pp. 67-67.

Il malbianco della dalia

BELLARDI, MARIA GRAZIA
2004

Abstract

Piccola o grande che sia (ve ne sono di appena 30 cm di altezza ad oltre 1 metro e mezzo), la dalia (Dahlia sp.) è certamente una delle piante più amate ed apprezzate in un giardino. Non importa se l’utilizziamo per una piccola bordura o la preferiamo di taglia grande per reciderne i fiori: l’importante è che fiorisca in piena estate od in autunno regalandoci vivaci capolini semplici, doppi, a palla, a forma di margherita o somiglianti ad anemoni o peonie. Chi ama la dalia sa bene che si tratta di una pianta non facile da coltivare: è poco rustica, abbastanza delicata, sofferente del gelo, molto esigente nei confronti del terreno e, non da ultimo, soggetta a numerose malattie parassitarie ad iniziare da quelle fungine, batteriche e virali, fino ad arrivare a quelle dovute ad afidi, cicaline, minatori fogliari, acari, nematodi, ecc. Il “malbianco” Una delle malattie più frequenti nel giardino sul finire dell’estate, in concomitanza di periodi privi di pioggia ma con un’elevata umidità relativa dell’aria, è il “malbianco” od oidio, su cui ci siamo soffermati alcuni mesi fa a proposito della largestroemia, mettendone in evidenza la vasta gamma di piante ospiti: una di queste è purtroppo la dalia. Responsabile del “malbianco” della dalia è Erysiphe poligoni (forma sessuata) ed Oidium erysiphoides (forma asessuata), un fungo che colpisce prevalentemente le foglie ed i germogli. Questi si ricoprono di una patina bianca, di aspetto farinoso e polverulento costituita dal micelio fungino delle ife che portano i conidi (le spore) responsabili della successiva diffusione della malattia. La vegetazione colpita si sviluppa stentatamente: germogli e foglioline tendono a deformarsi; i tessuti infetti subiscono alterazioni di colore, divenendo di colore grigio o bronzeo, per poi avvizzire velocemente e disseccarsi. In determinate situazioni possono essere colpiti anche i fiori che appaiono malformati, incompleti e che generalmente avvizziscono. Cosa fare? Se l’attacco è grave e, oltre alla dalia, sono colpite altre piante del giardino (non dimentichiamo mai che si tratta di un fungo patogeno è assai polifago), occorre intervenire con trattamenti chimici fogliari ricorrendo allo zolfo bagnabile-80 (non classificato), alla dose di 20 gr per 10 litri di acqua, oppure al bitertanolo-25 (non classificato), alla dose di 10 ml per 10 litri di acqua. Il trattamento va ripetuto ogni 10-12 giorni, per almeno 3 volte.
2004
Il malbianco della dalia / M.G. Bellardi. - In: GIARDINI. - ISSN 0394-0853. - STAMPA. - 2001:(2004), pp. 67-67.
M.G. Bellardi
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