CANCRI RAMEALI Fra le malattie fungine più comuni su cotoneastro vi sono i “cancri rameali” consistenti in decolorazioni della corteccia, seguite da affossamenti dei tessuti che, con il progredire dell’infezione, arrivano a provocare vere e proprie lesioni (i cancri). Il primo sintomo evidente è la presenza di foglie clorotiche o, negli stadi più avanzati, pressoché disseccate (tipica è la colorazione rosso-arancio del lembo). Le infezioni possono avere origine dalle gemme o dagli internodi in modo passivo (lenticelle, ferite, ecc.) o attivo, a seconda del patogeno coinvolto. Infatti, sono responsabili di cancri rameali i funghi Gibberella baccata, Nectria spp. e Sphaeropsis malorum, tutti assai polifagi e che colpiscono la pianta quando si sommano condizioni favorevoli (alta umidità) a condizioni naturali critiche (eccesso di azoto, terreno asfittico, ecc.). La contaminazione avviene normalmente in autunno-inverno od alla ripresa vegetativa quando le condizioni climatiche sono particolarmente favorevoli. Per ridurre la possibilità di presenza di cancri su cotoneastro occorre evitare ogni tipo di “stress”: impedire ristagni idrici, non eccedere con le concimazioni azotate, evitare rotture o lesioni durante le operazioni colturali. Se si eseguono potature, è necessario disinfettare o proteggere le superfici di taglio. In caso di infezioni in atto occorre asportare le parti legnose sintomatiche, distruggerle ed eseguire un trattamento ad autunno inoltrato (a fine caduta delle foglie) con soluzioni fungicide a base di rame: idrossido di rame-24 (“irritante”), ossicloruro di rame-50 (“irritante”), poltiglia boldolese industriale-20 (“non classificato”). DISSECCAMENTI DI ORIGINE “AMBIENTALE” Non dimentichiamo che il cotoneastro, essendo spesso utilizzato nell’arredo urbano, si trova costretto a vivere in un ambiente avverso, dove l’atmosfera è un concentrato di agenti inquinanti (anidride solforosa, ossidi di azoto, ozono, piombo, polveri, ecc.). Le conseguenze sono molteplici e spesso di difficile interpretazione. Molto frequenti sono gli arrossamenti e le necrosi a partire dai margini delle foglie a cui segue il disseccamento dei tessuti e di interi rametti.

Cotoneaster sofferente (M.G.Bellardi) / M.G.Bellardi. - In: GIARDINI. - ISSN 0394-0853. - STAMPA. - 200:(2004), pp. 100-102.

Cotoneaster sofferente (M.G.Bellardi)

BELLARDI, MARIA GRAZIA
2004

Abstract

CANCRI RAMEALI Fra le malattie fungine più comuni su cotoneastro vi sono i “cancri rameali” consistenti in decolorazioni della corteccia, seguite da affossamenti dei tessuti che, con il progredire dell’infezione, arrivano a provocare vere e proprie lesioni (i cancri). Il primo sintomo evidente è la presenza di foglie clorotiche o, negli stadi più avanzati, pressoché disseccate (tipica è la colorazione rosso-arancio del lembo). Le infezioni possono avere origine dalle gemme o dagli internodi in modo passivo (lenticelle, ferite, ecc.) o attivo, a seconda del patogeno coinvolto. Infatti, sono responsabili di cancri rameali i funghi Gibberella baccata, Nectria spp. e Sphaeropsis malorum, tutti assai polifagi e che colpiscono la pianta quando si sommano condizioni favorevoli (alta umidità) a condizioni naturali critiche (eccesso di azoto, terreno asfittico, ecc.). La contaminazione avviene normalmente in autunno-inverno od alla ripresa vegetativa quando le condizioni climatiche sono particolarmente favorevoli. Per ridurre la possibilità di presenza di cancri su cotoneastro occorre evitare ogni tipo di “stress”: impedire ristagni idrici, non eccedere con le concimazioni azotate, evitare rotture o lesioni durante le operazioni colturali. Se si eseguono potature, è necessario disinfettare o proteggere le superfici di taglio. In caso di infezioni in atto occorre asportare le parti legnose sintomatiche, distruggerle ed eseguire un trattamento ad autunno inoltrato (a fine caduta delle foglie) con soluzioni fungicide a base di rame: idrossido di rame-24 (“irritante”), ossicloruro di rame-50 (“irritante”), poltiglia boldolese industriale-20 (“non classificato”). DISSECCAMENTI DI ORIGINE “AMBIENTALE” Non dimentichiamo che il cotoneastro, essendo spesso utilizzato nell’arredo urbano, si trova costretto a vivere in un ambiente avverso, dove l’atmosfera è un concentrato di agenti inquinanti (anidride solforosa, ossidi di azoto, ozono, piombo, polveri, ecc.). Le conseguenze sono molteplici e spesso di difficile interpretazione. Molto frequenti sono gli arrossamenti e le necrosi a partire dai margini delle foglie a cui segue il disseccamento dei tessuti e di interi rametti.
2004
Cotoneaster sofferente (M.G.Bellardi) / M.G.Bellardi. - In: GIARDINI. - ISSN 0394-0853. - STAMPA. - 200:(2004), pp. 100-102.
M.G.Bellardi
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