Tutti conoscono l’oleandro (Nerium oleander) ed a molti ne è nota anche la tossicità. I suoi fiori ricordano il colore e lo splendore delle rose (tanto che i francesi lo chiamano “Laurier-Rose” e gli inglesi “Rose-bay”), le fronde ed il portamento la nobiltà dell’alloro. Tuttavia, questa specie tipica del Mediterraneo, diffusa ovunque, dalla fumosa Milano alla ventosa Trapani, è soggetta a numerose malattie. Basti pensare che ultimamente, in California, centinaia di oleandri lungo le strade sono apparsi “bruciati”: si credeva fosse un danno da salsedine o carenza idrica, ma poi si è scoperto che la causa era imputabile al batterio Xytella fastidiosa che aveva attaccato il sistema idrico della pianta per ben 2500 chilometri! Anche se in Italia non vengono attualmente riportati casi di questa pericolosissima batteriosi, dobbiamo fare i conti con tanti altri “problemi” patologici, ad iniziare dalle infezioni da virus e funghi, fino alle infestazioni da afidi, cocciniglie, lepidotteri ed acari. GLI ACARI L’acaro più comune è il noto “ragnetto rosso” (Tetranichus urticae) le cui femmine adulte sono di colore arancio-rossastro o rosso mattone, mentre le forme giovanili sono giallastre, quasi trasparenti. Il danno sulle foglie inizia con la perdita di lucentezza, seguita da una tipica decolorazione argentea, più o meno intensa, a seconda del grado di infestazione. Le foglie dell’oleandro diventano perciò prima opache, poi argentee e quindi cadono. Se si guarda bene una di queste foglie, si notano le forme mobili del ragnetto e poi delle piccole ragnatele o trame sericee intrecciate tra le nervature o tra una foglia e l’altra. Questo parassita è generalmente tenuto sotto controllo dai nemici naturali (il coccinellide Stethorus punctillum, e poi alcuni Rincoti, dei Ditteri, ecc.), ma spesso non basta, per cui occorre intervenire con un trattamento chimico utilizzando exitiazon-10 (non classificato), alla dose di 5 grammi per 10 litri di acqua. I VIRUS Se invece sulle foglie si notano delle anomale decorazioni: anelli, lineature, schiarimenti delle nervature, ecc. si è in presenza di un’infezione virale. Il virus maggiormente responsabile di questi sintomi è quello del “mosaico del cetriolo” (CMV), trasmesso in natura da afidi. Purtroppo, come ormai i Lettori più assidui sapranno, contro le malattie di origine virale c’è ben poco da fare. Non è possibile, cioè, “guarire” il nostro oleandro, anzi, trattandosi di un virus che può infettare moltissime altre piante ornamentali è consigliabile eliminarlo, anche se a malincuore.

Un oleandro infetto ed infestato / M.G. Bellardi. - In: GIARDINI. - ISSN 0394-0853. - STAMPA. - 198:(2004), pp. 37-37.

Un oleandro infetto ed infestato

BELLARDI, MARIA GRAZIA
2004

Abstract

Tutti conoscono l’oleandro (Nerium oleander) ed a molti ne è nota anche la tossicità. I suoi fiori ricordano il colore e lo splendore delle rose (tanto che i francesi lo chiamano “Laurier-Rose” e gli inglesi “Rose-bay”), le fronde ed il portamento la nobiltà dell’alloro. Tuttavia, questa specie tipica del Mediterraneo, diffusa ovunque, dalla fumosa Milano alla ventosa Trapani, è soggetta a numerose malattie. Basti pensare che ultimamente, in California, centinaia di oleandri lungo le strade sono apparsi “bruciati”: si credeva fosse un danno da salsedine o carenza idrica, ma poi si è scoperto che la causa era imputabile al batterio Xytella fastidiosa che aveva attaccato il sistema idrico della pianta per ben 2500 chilometri! Anche se in Italia non vengono attualmente riportati casi di questa pericolosissima batteriosi, dobbiamo fare i conti con tanti altri “problemi” patologici, ad iniziare dalle infezioni da virus e funghi, fino alle infestazioni da afidi, cocciniglie, lepidotteri ed acari. GLI ACARI L’acaro più comune è il noto “ragnetto rosso” (Tetranichus urticae) le cui femmine adulte sono di colore arancio-rossastro o rosso mattone, mentre le forme giovanili sono giallastre, quasi trasparenti. Il danno sulle foglie inizia con la perdita di lucentezza, seguita da una tipica decolorazione argentea, più o meno intensa, a seconda del grado di infestazione. Le foglie dell’oleandro diventano perciò prima opache, poi argentee e quindi cadono. Se si guarda bene una di queste foglie, si notano le forme mobili del ragnetto e poi delle piccole ragnatele o trame sericee intrecciate tra le nervature o tra una foglia e l’altra. Questo parassita è generalmente tenuto sotto controllo dai nemici naturali (il coccinellide Stethorus punctillum, e poi alcuni Rincoti, dei Ditteri, ecc.), ma spesso non basta, per cui occorre intervenire con un trattamento chimico utilizzando exitiazon-10 (non classificato), alla dose di 5 grammi per 10 litri di acqua. I VIRUS Se invece sulle foglie si notano delle anomale decorazioni: anelli, lineature, schiarimenti delle nervature, ecc. si è in presenza di un’infezione virale. Il virus maggiormente responsabile di questi sintomi è quello del “mosaico del cetriolo” (CMV), trasmesso in natura da afidi. Purtroppo, come ormai i Lettori più assidui sapranno, contro le malattie di origine virale c’è ben poco da fare. Non è possibile, cioè, “guarire” il nostro oleandro, anzi, trattandosi di un virus che può infettare moltissime altre piante ornamentali è consigliabile eliminarlo, anche se a malincuore.
2004
Un oleandro infetto ed infestato / M.G. Bellardi. - In: GIARDINI. - ISSN 0394-0853. - STAMPA. - 198:(2004), pp. 37-37.
M.G. Bellardi
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