Il pelargonio (meglio noto come “geranio”) è senza dubbio una delle piante ornamentali da fiore in vaso più nota ed apprezzata per la facilità della coltivazione, nonostante il profumo sia poco intenso ed il latice biancastro risulti sgradevole al tatto. I pelargoni prodotti nel nostro Paese sono: Pelargonium crispum, P. graveolens, P. zonale (pelargonio zonale), P. peltatum (geranio edera), i cui ibridi sono conosciuti come P. x hortorum. Questi generi ed ibridi comprendono varietà particolarmente interessanti per la forma ed i colori non solo dei fiori, ma anche delle foglie, capaci quindi di soddisfare i clienti dai gusti più raffinati ed esigenti. Le virosi Tutti i pelargoni coltivati sono suscettibili all’infezione di almeno venti virus di cui alcuni molto noti e diffusi. Si tratta di virus a volte specifici del pelargonio, a volte a vasta gamma di ospiti naturali, in quanto capaci di infettare molte altre specie ornamentali, erbacee ed arbustive. In linea di massima, su geranio è possibile riconoscerne la presenza per la comparsa di sintomi sulle foglie (mosaici, arabeschi, lineature, necrosi, arricciamenti, deformazioni, ecc.) e sui fiori (deformazioni, mancata antesi, screziature, ecc.); ma anche l’intera pianta può avere uno sviluppo stentato o morire prematuramente. Non sempre perciò l’infezione virale deturpa irrimediabilmente il geranio o ne causa il deperimento; in alcuni casi il fogliame si presenta vistosamente decorato e più originale rispetto ai gerani sani, quasi si trattasse di una particolare “varietà”. Le alterazioni cromatiche sulle foglie sono ben visibili soprattutto in primavera, sulle piante più giovani; poi si attenuano fino a scomparire in estate per tornare più o meno evidenti in autunno o nella primavera successiva. Questa insolita alternanza della sintomotologia è tipica delle malattie virali e, se da un lato costituisce un elemento in più per il riconoscimento delle virosi, dall’altro rappresenta un subdola insidia per noi tutti che amiamo propagare i nostri bei gerani. Infatti, quando preleviamo delle talee erbacee da piante apparentemente sane perché prive in quel momento di sintomi sulle foglie, sicuramente otterremo gerani infetti che, prima o poi, evidenzieranno alterazioni cromatiche non sempre gradite. Come riconoscerle Un valido aiuto nel loro riconoscimento può venire da questa carrellata, dove, per facilità di esposizione, sono stati distinti i virus specifici del pelargonio da quelli ad ampia gamma di ospiti naturali. Già questa distinzione può essere d’aiuto sul come comportarci nel caso “riconoscessimo”, in base alla descrizione dei sintomi, uno dei nostri gerani. Infatti, i primi sono al limite pericolosi solo per il pelargonio, i secondi, invece, potendo infettare anche altre piante, costituiscono un pericolo per zinnie, anemoni, ranuncoli, bulbose, ecc., che abbelliscono il nostro balcone ed è necessario quindi eliminarne la fonte. Virus specifici del pelargonio PFBV (virus della decolorazione del fiore del pelargonio) - E’ uno dei virus più diffusi ed importanti. I sintomi consistono in una maculatura clorotica, talvolta in vivaci bandature e striature gialle. I fiori presentano accentuate decolorazioni ed anche striature biancastre. PLCV (virus dell’arricciamento fogliare del pelargonio) - E’ sicuramente il più grave virus fra quelli specifici di questa ornamentale ed infetta tutti i pelargoni coltivati. Su P. zonale causa sulle foglie areole “stellari” clorotiche che poi necrotizzano causando arricciamento e malformazione del lembo; la pianta ha sviluppo ridotto e l’infezione può avere esito letale. PLPV (virus della maculatura lineare del pelargonio) - Infetta soprattutto P. zonale e P. peltatum sulle cui foglie causa maculature compatte od anulari, bandature sulle nervature, lineature cloro-necrotiche. PelRSV (virus della maculatura anulare del pelargonio) - Causa sintomi simili a quelli da PLPV. PVCV (virus dello schiarimento nerv...

Gerani stravaganti / M.G. Bellardi. - In: GIARDINI. - ISSN 0394-0853. - STAMPA. - 197:(2004), pp. 82-83.

Gerani stravaganti

BELLARDI, MARIA GRAZIA
2004

Abstract

Il pelargonio (meglio noto come “geranio”) è senza dubbio una delle piante ornamentali da fiore in vaso più nota ed apprezzata per la facilità della coltivazione, nonostante il profumo sia poco intenso ed il latice biancastro risulti sgradevole al tatto. I pelargoni prodotti nel nostro Paese sono: Pelargonium crispum, P. graveolens, P. zonale (pelargonio zonale), P. peltatum (geranio edera), i cui ibridi sono conosciuti come P. x hortorum. Questi generi ed ibridi comprendono varietà particolarmente interessanti per la forma ed i colori non solo dei fiori, ma anche delle foglie, capaci quindi di soddisfare i clienti dai gusti più raffinati ed esigenti. Le virosi Tutti i pelargoni coltivati sono suscettibili all’infezione di almeno venti virus di cui alcuni molto noti e diffusi. Si tratta di virus a volte specifici del pelargonio, a volte a vasta gamma di ospiti naturali, in quanto capaci di infettare molte altre specie ornamentali, erbacee ed arbustive. In linea di massima, su geranio è possibile riconoscerne la presenza per la comparsa di sintomi sulle foglie (mosaici, arabeschi, lineature, necrosi, arricciamenti, deformazioni, ecc.) e sui fiori (deformazioni, mancata antesi, screziature, ecc.); ma anche l’intera pianta può avere uno sviluppo stentato o morire prematuramente. Non sempre perciò l’infezione virale deturpa irrimediabilmente il geranio o ne causa il deperimento; in alcuni casi il fogliame si presenta vistosamente decorato e più originale rispetto ai gerani sani, quasi si trattasse di una particolare “varietà”. Le alterazioni cromatiche sulle foglie sono ben visibili soprattutto in primavera, sulle piante più giovani; poi si attenuano fino a scomparire in estate per tornare più o meno evidenti in autunno o nella primavera successiva. Questa insolita alternanza della sintomotologia è tipica delle malattie virali e, se da un lato costituisce un elemento in più per il riconoscimento delle virosi, dall’altro rappresenta un subdola insidia per noi tutti che amiamo propagare i nostri bei gerani. Infatti, quando preleviamo delle talee erbacee da piante apparentemente sane perché prive in quel momento di sintomi sulle foglie, sicuramente otterremo gerani infetti che, prima o poi, evidenzieranno alterazioni cromatiche non sempre gradite. Come riconoscerle Un valido aiuto nel loro riconoscimento può venire da questa carrellata, dove, per facilità di esposizione, sono stati distinti i virus specifici del pelargonio da quelli ad ampia gamma di ospiti naturali. Già questa distinzione può essere d’aiuto sul come comportarci nel caso “riconoscessimo”, in base alla descrizione dei sintomi, uno dei nostri gerani. Infatti, i primi sono al limite pericolosi solo per il pelargonio, i secondi, invece, potendo infettare anche altre piante, costituiscono un pericolo per zinnie, anemoni, ranuncoli, bulbose, ecc., che abbelliscono il nostro balcone ed è necessario quindi eliminarne la fonte. Virus specifici del pelargonio PFBV (virus della decolorazione del fiore del pelargonio) - E’ uno dei virus più diffusi ed importanti. I sintomi consistono in una maculatura clorotica, talvolta in vivaci bandature e striature gialle. I fiori presentano accentuate decolorazioni ed anche striature biancastre. PLCV (virus dell’arricciamento fogliare del pelargonio) - E’ sicuramente il più grave virus fra quelli specifici di questa ornamentale ed infetta tutti i pelargoni coltivati. Su P. zonale causa sulle foglie areole “stellari” clorotiche che poi necrotizzano causando arricciamento e malformazione del lembo; la pianta ha sviluppo ridotto e l’infezione può avere esito letale. PLPV (virus della maculatura lineare del pelargonio) - Infetta soprattutto P. zonale e P. peltatum sulle cui foglie causa maculature compatte od anulari, bandature sulle nervature, lineature cloro-necrotiche. PelRSV (virus della maculatura anulare del pelargonio) - Causa sintomi simili a quelli da PLPV. PVCV (virus dello schiarimento nerv...
2004
Gerani stravaganti / M.G. Bellardi. - In: GIARDINI. - ISSN 0394-0853. - STAMPA. - 197:(2004), pp. 82-83.
M.G. Bellardi
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