Nonostante tutte le nostre cure, le piante in casa sono purtroppo soggette ad ammalarsi. Sapere però individuare il motivo per cui soffrono non è sempre facile, anche per gli “addetti ai lavori”. Vediamo, ad esempio, cosa accade allo spatifillo (Spathyphyllum spp.), una bella specie ornamentale dalle foglie lanceolate e lucide e dai fiori costituiti da una spata bianca, quando è infetto da patogeni fungini, e soprattutto come si deve intervenire perché non muoia. Le maculature fogliari Il fungo patogeno più diffuso su spatifillo è Cylindrocladium spathyphylly (agente di marciume radicale e del colletto), ma merita particolare attenzione una malattia che negli ultimi anni è diventata piuttosto pericolosa: la maculatura fogliare da Phytophtora nicotianae var. parasitica. I primi sintomi dell’infezione compaiono sulle foglie basali, maggiormente esposte agli schizzi d’acqua provenienti dal terreno. Si tratta di macchie inizialmente molto piccole, di aspetto oleoso, traslucido, delimitate dalle nervature, e che poi si allargano fino a coprire gran parte del lembo fogliare. In seguito, le lesioni diventano nere, assumono un aspetto necrotico e sono circondate da un alone giallo. Le foglie risultano anche vistosamente malformate. Se l’infezione colpisce piante molto giovani, può verificarsi la morte di tutta la parte aerea. A questo punto è importante conoscere in che modo il fungo si diffonde e si conserva. La malattia ha inizio dal terreno infetto (contenente già residui vegetali contaminati): gli spruzzi d’acqua durante le innaffiature provvedono a diffondere le spore alle piante circostanti. La malattia è pericolosa soprattutto negli ambienti caldo-umidi, con temperature comprese tra 10 e 28°C, e non solo se sono presenti altre piante di spatifillo, ma anche specie da fronda come Aphelandra squarosa, Pilea sp., Cordyline sp., Phylodendron sp., sulle quali Ph. nicotianae var. parasitica causa sintomi analoghi a quelli descritti. Nel caso quindi ci si accorga come il nostro spatifillo sia affetto da questa malattia fogliare, è bene isolarlo dalle altre piante ed evitare le innaffiature soprachioma o per immersione dei vasi, e comunque ogni eccesso idrico. I trattamenti consigliati, soprattutto nelle fasi iniziali dell’infezione, prevedono l’utilizzo di prodotti chimici compatibili con l’ambiente “casalingo”: un trattamento con Fosetil-Al (non classificato) interrando, sotto la pianta, 3 gr di prodotto commerciale. Alla distribuzione è opportuno fare seguire un’irrigazione per favorire la discesa del fungicida e permetterne l’assorbimento da parte dell’apparato radicale; oppure ossicloruro di rame-50 (irritante), alla dose di 20 gr per 10 litri di acqua.

Quando lo spatifillo si ammala… / Bellardi M.G.. - In: GIARDINI. - ISSN 0394-0853. - STAMPA. - 195:(2004), pp. 39-39.

Quando lo spatifillo si ammala…

BELLARDI, MARIA GRAZIA
2004

Abstract

Nonostante tutte le nostre cure, le piante in casa sono purtroppo soggette ad ammalarsi. Sapere però individuare il motivo per cui soffrono non è sempre facile, anche per gli “addetti ai lavori”. Vediamo, ad esempio, cosa accade allo spatifillo (Spathyphyllum spp.), una bella specie ornamentale dalle foglie lanceolate e lucide e dai fiori costituiti da una spata bianca, quando è infetto da patogeni fungini, e soprattutto come si deve intervenire perché non muoia. Le maculature fogliari Il fungo patogeno più diffuso su spatifillo è Cylindrocladium spathyphylly (agente di marciume radicale e del colletto), ma merita particolare attenzione una malattia che negli ultimi anni è diventata piuttosto pericolosa: la maculatura fogliare da Phytophtora nicotianae var. parasitica. I primi sintomi dell’infezione compaiono sulle foglie basali, maggiormente esposte agli schizzi d’acqua provenienti dal terreno. Si tratta di macchie inizialmente molto piccole, di aspetto oleoso, traslucido, delimitate dalle nervature, e che poi si allargano fino a coprire gran parte del lembo fogliare. In seguito, le lesioni diventano nere, assumono un aspetto necrotico e sono circondate da un alone giallo. Le foglie risultano anche vistosamente malformate. Se l’infezione colpisce piante molto giovani, può verificarsi la morte di tutta la parte aerea. A questo punto è importante conoscere in che modo il fungo si diffonde e si conserva. La malattia ha inizio dal terreno infetto (contenente già residui vegetali contaminati): gli spruzzi d’acqua durante le innaffiature provvedono a diffondere le spore alle piante circostanti. La malattia è pericolosa soprattutto negli ambienti caldo-umidi, con temperature comprese tra 10 e 28°C, e non solo se sono presenti altre piante di spatifillo, ma anche specie da fronda come Aphelandra squarosa, Pilea sp., Cordyline sp., Phylodendron sp., sulle quali Ph. nicotianae var. parasitica causa sintomi analoghi a quelli descritti. Nel caso quindi ci si accorga come il nostro spatifillo sia affetto da questa malattia fogliare, è bene isolarlo dalle altre piante ed evitare le innaffiature soprachioma o per immersione dei vasi, e comunque ogni eccesso idrico. I trattamenti consigliati, soprattutto nelle fasi iniziali dell’infezione, prevedono l’utilizzo di prodotti chimici compatibili con l’ambiente “casalingo”: un trattamento con Fosetil-Al (non classificato) interrando, sotto la pianta, 3 gr di prodotto commerciale. Alla distribuzione è opportuno fare seguire un’irrigazione per favorire la discesa del fungicida e permetterne l’assorbimento da parte dell’apparato radicale; oppure ossicloruro di rame-50 (irritante), alla dose di 20 gr per 10 litri di acqua.
2004
Quando lo spatifillo si ammala… / Bellardi M.G.. - In: GIARDINI. - ISSN 0394-0853. - STAMPA. - 195:(2004), pp. 39-39.
Bellardi M.G.
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