Nella prima nota pubblicata nel numero 3/2013 di “Il giornale delle Prove non Distruttive Monitoraggio Diagnostico” è stato ampiamente trattato l’aspetto storico-artistico e documentale relativo al dipinto ad olio su tela ‘San Francesco Stimmatizzato’, proveniente dalla chiesa di San Francesco d’Assisi a Trapani, puntualizzando alcuni aspetti relativi alla tecnica pittorica dell’opera d’arte, nel confronto con gli studi evolutivi della produzione artistica di Tiziano Vecellio. Nella presente nota si è ritenuto opportuno fornire un primo contributo sperimentale mediante l’impiego di tecniche diagnostico-analitiche ed anche di prove non distruttive. Vengono, quindi, riportati i primi risultati relativi ad una ricerca che avrà l’obiettivo di identificare i materiali costituenti, caratterizzare la tecnica pittorica e collocare artisticamente l’esecuzione dell’opera. Le indagini sono state eseguite nel Laboratorio Diagnostico per i Beni Culturali del Dipartimento di Beni Culturali dell’Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna (sede di Ravenna) in collaborazione con il Museo Interdisciplinare regionale “Agostino Pepoli”.
S. LORUSSO, C. MATTEUCCI, S. A. APICELLA, F. FIORILLO, V. LIVIGNI, D. SCANDAGLIATO (2014). Indagine preliminare analitico-diagnostica: San Francesco Stimmatizzato - Tiziano Vecellio. IL GIORNALE DELLE PROVE NON DISTRUTTIVE, MONITORAGGIO, DIAGNOSTICA, 2, 30-36.
Indagine preliminare analitico-diagnostica: San Francesco Stimmatizzato - Tiziano Vecellio
LORUSSO, SALVATORE;MATTEUCCI, CHIARA;FIORILLO, FLAVIA;
2014
Abstract
Nella prima nota pubblicata nel numero 3/2013 di “Il giornale delle Prove non Distruttive Monitoraggio Diagnostico” è stato ampiamente trattato l’aspetto storico-artistico e documentale relativo al dipinto ad olio su tela ‘San Francesco Stimmatizzato’, proveniente dalla chiesa di San Francesco d’Assisi a Trapani, puntualizzando alcuni aspetti relativi alla tecnica pittorica dell’opera d’arte, nel confronto con gli studi evolutivi della produzione artistica di Tiziano Vecellio. Nella presente nota si è ritenuto opportuno fornire un primo contributo sperimentale mediante l’impiego di tecniche diagnostico-analitiche ed anche di prove non distruttive. Vengono, quindi, riportati i primi risultati relativi ad una ricerca che avrà l’obiettivo di identificare i materiali costituenti, caratterizzare la tecnica pittorica e collocare artisticamente l’esecuzione dell’opera. Le indagini sono state eseguite nel Laboratorio Diagnostico per i Beni Culturali del Dipartimento di Beni Culturali dell’Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna (sede di Ravenna) in collaborazione con il Museo Interdisciplinare regionale “Agostino Pepoli”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.