Nel contributo si risponde a 5 interrogativi: 1. Il rapporto tra terzo settore e immigrazione è ancora relativamente poco tematizzato. Da che cosa dipende, a Suo giudizio, lo scarso interesse e l’esiguità delle ricerche? 2. Nel contesto italiano il settore nonprofit ha svolto un ruolo importante nella prima accoglienza e nell’accompagnamento sociale e lavorativo degli immigrati stranieri. Quali, a Suo giudizio, i punti di forza e di debolezza di tale ruolo? In che forme, eventualmente, tale ruolo dovrebbe evolvere, per essere più efficace e incisivo? 3. Ritiene che oggi, in Italia, le imprese sociali siano in grado di promuovere forme di inserimento lavorativo degli immigrati meno “subordinate” rispetto alla generalità delle imprese, di maggiore valorizzazione professionale, o con maggiori potenzialità di mobilità sociale? 4. Ritiene vi siano, nel panorama dei servizi di cui si occupa oggi l’imprenditoria sociale in Italia, “nicchie” in cui il fabbisogno di lavoro immigrato è particolarmente elevato o spazi occupazionali potenzialmente significativi poco “coperti”? 5. Quali, in particolare, i limiti e le potenzialità di intervento innovativo dell’imprenditoria sociale in due ambiti strategici come l’accesso degli immigrati al mercato immobiliare e ai servizi bancari?
G. Scidà (2006). Forum: il terzo settore nelle politiche locali di integrazione degli immigrati: spazi, potenzialità, sfide. IMPRESA SOCIALE, 75, 209-230.
Forum: il terzo settore nelle politiche locali di integrazione degli immigrati: spazi, potenzialità, sfide
SCIDA', GIUSEPPE
2006
Abstract
Nel contributo si risponde a 5 interrogativi: 1. Il rapporto tra terzo settore e immigrazione è ancora relativamente poco tematizzato. Da che cosa dipende, a Suo giudizio, lo scarso interesse e l’esiguità delle ricerche? 2. Nel contesto italiano il settore nonprofit ha svolto un ruolo importante nella prima accoglienza e nell’accompagnamento sociale e lavorativo degli immigrati stranieri. Quali, a Suo giudizio, i punti di forza e di debolezza di tale ruolo? In che forme, eventualmente, tale ruolo dovrebbe evolvere, per essere più efficace e incisivo? 3. Ritiene che oggi, in Italia, le imprese sociali siano in grado di promuovere forme di inserimento lavorativo degli immigrati meno “subordinate” rispetto alla generalità delle imprese, di maggiore valorizzazione professionale, o con maggiori potenzialità di mobilità sociale? 4. Ritiene vi siano, nel panorama dei servizi di cui si occupa oggi l’imprenditoria sociale in Italia, “nicchie” in cui il fabbisogno di lavoro immigrato è particolarmente elevato o spazi occupazionali potenzialmente significativi poco “coperti”? 5. Quali, in particolare, i limiti e le potenzialità di intervento innovativo dell’imprenditoria sociale in due ambiti strategici come l’accesso degli immigrati al mercato immobiliare e ai servizi bancari?I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.