La Casa de la Mujer è un Centro polifunzionale realizzato con finalità umanitarie nella zona desertica di Rabouni (Tindouf), Algeria, dove vivono i rifugiati Saharawi con gli aiuti della cooperazione internazionale. Il Centro è destinato all’Unione Nazionale delle Donne Saharawi per attività formative, particolarmente indirizzate all’impiego della strumentazione informatica. L’edificio, eseguito in sei mesi da un costruttore locale con una squadra di giovani, è stato ultimato nel giugno 2006. Attualmente sono in corso gli interventi di allestimento, che prevedono l’attrezzatura informatica e il collegamento Internet satellitare, mediante parabola a terra, esternamente al fabbricato. I riferimenti culturali e tipologici per il progetto si ritrovano nelle costruzioni in terra del Mali, del Sud algerino e nelle realizzazioni di H. Fathy nell’Alto Egitto. L’organizzazione degli spazi è semplice: un quadrato con lato di 15 m. è attraversato da un corridoio centrale con volta a botte che distribuisce quattro ambienti con copertura a cupola. Interclusi tra coppie di ambienti sono presenti due piccoli cortili con forature sull’esterno, accessibili dalle camere e dal corridoio. Sul fondo di questo si trovano i locali igienici, con dotazioni minime e scarichi con fossa di decantazione e dispersione. Il materiale di costruzione è l’adobe, in mattoni non stabilizzati realizzati nei “campamentos”, con murature di spessore 40 cm. Le finestre sono dotate di “claustra”, macro griglie in mattoni a disegno geometrico per la protezione dal sole e dal vento, oltre che per accelerazione dei flussi d’aria in entrata. Il colore bianco ne aumenta la luminosità senza influire sulla temperatura dell’ambiente. Al di là delle finiture alquanto sommarie rispetto ai nostri standard, la costruzione appare accogliente e, soprattutto, relativamente fresca, anche rispetto a condizioni di elevatissime temperature esterne. Il risultato è frutto di ricerche condotte nel corso di vari anni che hanno consentito di mettere in pratica numerose soluzioni di mitigazione passiva del clima interno, elencate di seguito e illustrate dagli schemi grafici: - il materiale di costruzione dei paramenti murari è l’adobe di alto spessore, che garantisce buoni livelli di coibentazione termica; - le finestre sono dotate di macro griglie a claustra che, per il principio di Venturi, accelerano la velocità dei flussi d’aria in transito; - i cortili interclusi e ventilati da aperture, con le loro pareti in ombra, costituiscono una riserva di aria più fresca che viene richiamata all’interno anche dai flussi accelerati attraverso le finestre a claustra; - le quattro cupole e la lunga volta a botte, rispetto ad equivalenti coperture piane, assicurano prestazioni termiche più efficaci, come descritto nelle illustrazioni.

Guido Moretti (2006). Abitare il deserto / Living the desert - La Casa de la Mujer - Tindouf - Algeria. THE PLAN, 017, 27-32.

Abitare il deserto / Living the desert - La Casa de la Mujer - Tindouf - Algeria

MORETTI, GUIDO
2006

Abstract

La Casa de la Mujer è un Centro polifunzionale realizzato con finalità umanitarie nella zona desertica di Rabouni (Tindouf), Algeria, dove vivono i rifugiati Saharawi con gli aiuti della cooperazione internazionale. Il Centro è destinato all’Unione Nazionale delle Donne Saharawi per attività formative, particolarmente indirizzate all’impiego della strumentazione informatica. L’edificio, eseguito in sei mesi da un costruttore locale con una squadra di giovani, è stato ultimato nel giugno 2006. Attualmente sono in corso gli interventi di allestimento, che prevedono l’attrezzatura informatica e il collegamento Internet satellitare, mediante parabola a terra, esternamente al fabbricato. I riferimenti culturali e tipologici per il progetto si ritrovano nelle costruzioni in terra del Mali, del Sud algerino e nelle realizzazioni di H. Fathy nell’Alto Egitto. L’organizzazione degli spazi è semplice: un quadrato con lato di 15 m. è attraversato da un corridoio centrale con volta a botte che distribuisce quattro ambienti con copertura a cupola. Interclusi tra coppie di ambienti sono presenti due piccoli cortili con forature sull’esterno, accessibili dalle camere e dal corridoio. Sul fondo di questo si trovano i locali igienici, con dotazioni minime e scarichi con fossa di decantazione e dispersione. Il materiale di costruzione è l’adobe, in mattoni non stabilizzati realizzati nei “campamentos”, con murature di spessore 40 cm. Le finestre sono dotate di “claustra”, macro griglie in mattoni a disegno geometrico per la protezione dal sole e dal vento, oltre che per accelerazione dei flussi d’aria in entrata. Il colore bianco ne aumenta la luminosità senza influire sulla temperatura dell’ambiente. Al di là delle finiture alquanto sommarie rispetto ai nostri standard, la costruzione appare accogliente e, soprattutto, relativamente fresca, anche rispetto a condizioni di elevatissime temperature esterne. Il risultato è frutto di ricerche condotte nel corso di vari anni che hanno consentito di mettere in pratica numerose soluzioni di mitigazione passiva del clima interno, elencate di seguito e illustrate dagli schemi grafici: - il materiale di costruzione dei paramenti murari è l’adobe di alto spessore, che garantisce buoni livelli di coibentazione termica; - le finestre sono dotate di macro griglie a claustra che, per il principio di Venturi, accelerano la velocità dei flussi d’aria in transito; - i cortili interclusi e ventilati da aperture, con le loro pareti in ombra, costituiscono una riserva di aria più fresca che viene richiamata all’interno anche dai flussi accelerati attraverso le finestre a claustra; - le quattro cupole e la lunga volta a botte, rispetto ad equivalenti coperture piane, assicurano prestazioni termiche più efficaci, come descritto nelle illustrazioni.
2006
Guido Moretti (2006). Abitare il deserto / Living the desert - La Casa de la Mujer - Tindouf - Algeria. THE PLAN, 017, 27-32.
Guido Moretti
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