Traendo spunto da un’affermazione di Gianfranco Folena, il grande filologo di scuola padovana, secondo cui la rinascita della retorica è possibile se il suo statuto si converte da una dimensione precettistica e normativa a «uno strumento conoscitivo d’analisi», il saggio cerca di verificare la validità di questo asserto con un’analisi in partibus infidelium, ossia ricercando la presenza della retorica nelle opere di uno scienziato come Galileo e di un filosofo come Vico, nel tentativo di mostrarne la natura olistica. In Galileo, nonostante la sua asserita ostilità alla retorica, si coglie, attraverso puntuali esempi tratti soprattutto dal Dialogo sopra i due massimi sistemi, l’abilità argomentativa, conseguita con il gusto per il motteggio, il vigore polemico, l’elegante arguzia. In Vico la retorica diventa il principale strumento ermeneutico con cui ricostruire i processi gnoseologici e la mentalità dei primitivi che, incapaci di astrarre e di formare i concetti, conoscevano attraverso la creazione di metafore e di altri traslati, formulati senza riflessione attraverso l’ingegno. È quanto si vede nel memorabile passo in cui nella Scienza nuova si ricostruisce il momento in cui sorge nell’uomo il senso del divino, conquistato con una serie di metafore e di metonimie che immaginano il tuono essere la voce di Giove, proiettando sul cielo la stessa natura dei primi bestioni che in questo modo si accingono a diventare uomini.
Battistini A. (2014). L’analisi retorica applicata ai testi scientifici e filosofici. Padova : Esedra Editrice.
L’analisi retorica applicata ai testi scientifici e filosofici
BATTISTINI, ANDREA
2014
Abstract
Traendo spunto da un’affermazione di Gianfranco Folena, il grande filologo di scuola padovana, secondo cui la rinascita della retorica è possibile se il suo statuto si converte da una dimensione precettistica e normativa a «uno strumento conoscitivo d’analisi», il saggio cerca di verificare la validità di questo asserto con un’analisi in partibus infidelium, ossia ricercando la presenza della retorica nelle opere di uno scienziato come Galileo e di un filosofo come Vico, nel tentativo di mostrarne la natura olistica. In Galileo, nonostante la sua asserita ostilità alla retorica, si coglie, attraverso puntuali esempi tratti soprattutto dal Dialogo sopra i due massimi sistemi, l’abilità argomentativa, conseguita con il gusto per il motteggio, il vigore polemico, l’elegante arguzia. In Vico la retorica diventa il principale strumento ermeneutico con cui ricostruire i processi gnoseologici e la mentalità dei primitivi che, incapaci di astrarre e di formare i concetti, conoscevano attraverso la creazione di metafore e di altri traslati, formulati senza riflessione attraverso l’ingegno. È quanto si vede nel memorabile passo in cui nella Scienza nuova si ricostruisce il momento in cui sorge nell’uomo il senso del divino, conquistato con una serie di metafore e di metonimie che immaginano il tuono essere la voce di Giove, proiettando sul cielo la stessa natura dei primi bestioni che in questo modo si accingono a diventare uomini.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


